Meloni al Financial Times: “Non sceglierò forzatamente tra USA ed Europa, difendo gli interessi dell’Italia”
La presidente del Consiglio italiana rifiuta l’idea di dover scegliere tra Washington e Bruxelles e punta a un ruolo di mediazione nelle tensioni transatlantiche per l’Italia.

Giorgia Meloni respinge con forza l’ipotesi che l’Italia debba schierarsi con gli Stati Uniti o con l’Europa, definendo tale approccio “infantile” e “superficiale”.
Nell’intervista concessa al Financial Times, la prima a un quotidiano straniero dall’inizio del suo mandato nel 2022, la presidente del Consiglio ha ribadito che il suo principale obiettivo è difendere gli interessi nazionali dell’Italia.
“Sono conservatrice. Trump è un leader repubblicano. Sicuramente sono più vicina a lui rispetto ad altri leader,” ha dichiarato Meloni.
“Comprendo chi difende i propri interessi nazionali. Io faccio lo stesso per l’Italia.”
Tensioni transatlantiche e dazi commerciali
In un periodo in cui cresce l’allarme europeo per le decisioni dell’Amministrazione Trump, Meloni ha osservato che molte delle critiche americane alle pratiche commerciali europee sono simili a quelle espresse anche dalle precedenti Amministrazioni statunitensi.
Parlando poche ore prima dell’annuncio americano di dazi del 25% sulle auto importate, Meloni ha ricordato che il protezionismo non è stato introdotto da Trump:
“Pensate davvero che il protezionismo negli Stati Uniti sia stato inventato da Donald Trump?”
La presidente del Consiglio italiana ha inoltre suggerito che l’approccio “conflittuale” di Trump sulla questione della difesa europea potrebbe essere un utile stimolo affinché l’Europa assuma maggiori responsabilità in materia di sicurezza.
Il ruolo dell’Italia come mediatore
Meloni vede un ruolo costruttivo per l’Italia nella mediazione tra Stati Uniti ed Europa, auspicando che non si arrivi a una frattura nelle relazioni transatlantiche.
“Se l’Italia può fare qualcosa per evitare un conflitto tra USA ed Europa, per costruire ponti, allora lo farà. È nell’interesse degli europei.”
Pur riconoscendo il diritto della Commissione Europea di reagire ai dazi americani, Meloni invita l’UE alla prudenza:
“A volte rispondiamo solo d’istinto. Bisogna fermarsi e riflettere.”
Ha inoltre sottolineato che, sebbene i livelli tariffari complessivi tra Stati Uniti ed Europa siano simili, le forti differenze su singoli beni stanno inutilmente alimentando la tensione commerciale.
Ucraina e sicurezza europea
Sulla crisi ucraina, Meloni ha espresso fiducia negli sforzi diplomatici statunitensi, precisando che qualunque accordo di pace deve garantire la sicurezza futura dell’Ucraina contro nuove aggressioni russe.
Pur condividendo alcuni obiettivi con il premier britannico Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron, Meloni ha preferito adottare un ruolo più discreto, sottolineando che non cerca il protagonismo in un momento così delicato.
Meloni resta particolarmente scettica riguardo alla proposta franco-britannica di una “forza di pace” europea in Ucraina, temendo che possa essere percepita dalla Russia come una provocazione.
Ha invece suggerito un’alternativa: estendere le garanzie di difesa collettiva dell’articolo 5 della NATO all’Ucraina, senza però ammettere ufficialmente Kyiv nell’Alleanza, una idea accolta in maniera molto scettica da parte degli altri Paesi.
Difesa e sfide economiche
Interrogata sulla minaccia rappresentata dalla Russia, Meloni ha ammesso che potrebbe costituire un pericolo duraturo, ma ha evidenziato la necessità di prepararsi contro “ogni tipo di minaccia”, incluse quelle informatiche, migratorie e altre minacce ibride provenienti da più fronti.
Nonostante la vicinanza ideologica con Trump, l’Italia è sotto pressione a causa della sua spesa per la difesa, ferma all’1,5% del PIL e inferiore al target NATO del 2%. Meloni ha garantito che rispetterà gli impegni presi.
Riguardo all’allentamento delle regole fiscali europee per sostenere le spese militari – e la proposta di un programma di prestiti UE da 150 miliardi di euro – Meloni ha espresso preoccupazione per l’impatto sul debito italiano, già al 135% del PIL.
La minaccia dei nuovi dazi statunitensi arriva in un momento in cui l’economia italiana mostra segni di rallentamento.
Inoltre, il Paese sta già incontrando difficoltà nello spendere i fondi ricevuti dal NextGenerationEU, con soli 64 miliardi di euro utilizzati finora, poco più della metà del totale ricevuto.
“Non sto semplicemente qui a scaldare la sedia,” ha commentato Meloni.
“Sono qui per fare cose utili per la mia nazione, lasciarla migliore di come l’ho trovata.”