Lo Studio Ovale di Trump si è trasformato in una trappola per alcuni leader stranieri in visita
Durante il vertice ufficiale con il suo omologo sudafricano, il presidente americano ha proiettato un video controverso sulle violenze contro i bianchi in Sudafrica, replicando un copione già visto con Zelensky a febbraio.
L’incontro ufficiale tra il presidente americano Donald Trump e il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, tenutosi ieri alla Casa Bianca, si è trasformato rapidamente in un altro evento diplomatico sui generis. Trump ha infatti riservato a Ramaphosa un trattamento simile a quello inflitto solo pochi mesi fa al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, quando quest’ultimo fu aspramente criticato dal leader americano e dal suo vicepresidente J.D. Vance, suscitando stupore internazionale.
La nuova Amministrazione Trump, dunque, sembra aver cambiato profondamente le regole del gioco diplomatico: una visita ufficiale negli Stati Uniti può ora rappresentare, oltre a una possibile occasione di visibilità positiva, anche una vera e propria trappola con concreto rischio di umiliazione pubblica. Questo nuovo approccio potrebbe influenzare significativamente le decisioni future di altri capi di Stato che valuteranno l'opportunità di recarsi a Washington.
Un tentativo di ristabilire le relazioni compromesse
Ramaphosa era giunto negli Stati Uniti con l’intenzione di ristabilire relazioni positive con Washington, dopo che Trump aveva interrotto gli aiuti economici al Sudafrica, espulso l'ambasciatore sudafricano e avviato procedure accelerate per concedere lo status di rifugiato ai cittadini bianchi sudafricani, basandosi sulla contestata teoria del cosiddetto "genocidio bianco". Accuse, queste, promosse pubblicamente da Elon Musk e altri influenti sostenitori vicini al presidente americano.
Per scongiurare l’insorgere di ulteriori tensioni e nella speranza di mantenere un’atmosfera distesa, il presidente sudafricano aveva portato con sé due celebrità del golf nazionale, Ernie Els e Retief Goosen. L’intento dichiarato era anche quello di concentrare l’incontro su questioni commerciali, cruciali per evitare nuovi dazi imposti da Washington e per rinnovare un importante accordo commerciale tra Stati Uniti e Africa.
La strategia orchestrata da Trump
L’incontro ha preso avvio con una cordialità apparente. Ramaphosa ha rivolto parole elogiative a Trump, e quest’ultimo ha definito il suo ospite una figura rispettata "in alcuni circoli". Tuttavia, dopo circa venti minuti, la situazione ha preso una svolta inattesa e particolarmente imbarazzante per il presidente sudafricano.
Dopo che Ramaphosa aveva suggerito a Trump che ascoltare direttamente le esperienze dei cittadini sudafricani avrebbe contribuito a chiarire la situazione nel suo Paese, il presidente americano ha deciso di rispondere in modo diretto e inaspettato. Rivolgendosi alla propria assistente Natalie Harp, Trump ha chiesto di mostrare un video preparato precedentemente, esordendo con: "Abbassate le luci e mostrate questo".
Il filmato proiettato, della durata di cinque minuti, iniziava con le parole "Uccidete... l'agricoltore... bianco", e conteneva una raccolta di dichiarazioni e discorsi di politici estremisti sudafricani che incitavano apertamente alla violenza contro i bianchi, figure contro le quali lo stesso Ramaphosa ha preso pubblicamente posizione contro in passato. Subito dopo, Trump ha sfogliato davanti a Ramaphosa una pila di articoli di giornale contenenti testimonianze e descrizioni dettagliate di tali episodi violenti.
Reazione da parte di Ramaphosa
Durante la proiezione del video, Ramaphosa ha mostrato sorpresa e imbarazzo, con un sorriso nervoso condiviso con i membri del suo staff presenti alla Casa Bianca. Tuttavia, diversamente da quanto accaduto con Zelensky, Ramaphosa non è stato allontanato in anticipo dallo Studio Ovale. È rimasto composto e positivo per tutto il tempo, cercando di non perdere il controllo della situazione di fronte alle telecamere che continuavano a riprendere.
Soltanto dopo mezz’ora, i giornalisti sono stati invitati a lasciare la stanza, e l’incontro ufficiale tra i due leader è proseguito lontano dai riflettori. A quel punto, però, l’episodio aveva già catalizzato l’attenzione dei media internazionali.
Una strategia diplomatica che si conferma controversa
Quello che è accaduto durante l'incontro tra Trump e Ramaphosa sembra confermare una strategia diplomatica già vista nel caso dell’Ucraina e del presidente Zelensky. Trump non esita a utilizzare momenti di visibilità diplomatica per mettere in difficoltà i suoi interlocutori, inviando un messaggio forte e provocatorio che, almeno in apparenza, sembra più rivolto all’opinione pubblica americana e internazionale che al leader straniero seduto di fronte a lui.
Questo nuovo approccio di Trump potrebbe però condizionare significativamente i rapporti internazionali degli Stati Uniti, scoraggiando visite da parte di altri leader internazionali. Nonostante ciò, alcuni visitatori recenti come il premier canadese Mark Carney sono riusciti a gestire incontri simili ottenendo anche piccoli successi diplomatici.
Altri, come il presidente salvadoregno Nayib Bukele, sembrano persino trarre vantaggio da queste occasioni di visibilità mediatica offerta dallo "show di Trump". Il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer hanno invece provato una strategia mista, combinando adulazione e tentativi di persuasione per orientare le decisioni americane su commercio e questioni geopolitiche.
Sta di fatto che, se un episodio simile può essere considerato isolato, il ripetersi della stessa dinamica in più occasioni inizia ad assumere la forma di una strategia deliberata, un segno distintivo della strategia della nuova Amministrazione Trump nella gestione delle relazioni diplomatiche internazionali.