L'Iran minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz dopo gli attacchi USA ai siti nucleari

Il Parlamento di Teheran da il via libera alla chiusura del canale strategico per il commercio petrolifero mondiale. Ma gli analisti ritengono improbabile questo scenario mentre Washington esclude un conflitto prolungato.

L'Iran minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz dopo gli attacchi USA ai siti nucleari

Il Parlamento iraniano ha dato il suo via libera all'unanimità alla chiusura dello Stretto di Hormuz in risposta agli attacchi aerei statunitensi contro tre siti nucleari iraniani condotti nell'ambito dell'operazione "Midnight Hammer". La minaccia, se davvero attuata, potrebbe provocare un'impennata drammatica dei prezzi del petrolio con ripercussioni immediate sui consumatori di tutto il mondo.

Lo stretta via d'acqua che passa tra Iran e Oman rappresenta un punto nevralgico per l'economia mondiale: attraverso questo passaggio transita un quarto del commercio marittimo di petrolio e circa un quinto di tutti i movimenti petroliferi globali. Nel primo trimestre del 2025 sono transitati quotidianamente attraverso lo stretto 20,3 milioni di barili di petrolio, su un totale di 74,2 milioni di barili a livello globale.

Secondo ClearView Energy Partners, in assenza di concessioni diplomatiche da Teheran, il prezzo del greggio Brent potrebbe salire lunedì "significativamente sopra" i 77,01 dollari al barile di venerdì. Tuttavia, gli esperti mostrano scetticismo sulla reale possibilità che l'Iran attui questa minaccia, sottolineando che l'autorità per tale decisione spetta agli apparati di sicurezza del regime, non al Parlamento.

Improbabile la chiusura effettiva

Gli analisti di Eurasia Group ritengono "improbabili" tentativi iraniani di chiudere lo stretto o attaccare infrastrutture energetiche nel Golfo Persico. "Gli Stati Uniti hanno ammassato una massiccia presenza militare nel Golfo e una mossa dell'Iran contro lo stretto innescherebbe quasi certamente una significativa risposta militare", hanno scritto in una nota.

Gregory Brew, analista di Eurasia, ha spiegato ad Axios che "una mossa per chiudere Hormuz sarebbe un'effettiva dichiarazione di guerra dell'Iran contro gli Stati del Golfo e gli Stati Uniti" e che un "Iran indebolito è improbabile che cerchi un'escalation di questo tipo". Il vicepresidente JD Vance ha definito economicamente "suicida" la potenziale chiusura: "La loro intera economia passa attraverso lo Stretto di Hormuz".

La posizione americana

L'Amministrazione Trump ha descritto gli attacchi di questa notte come "precisi e chirurgici", mirati a impedire all'Iran di ottenere armi nucleari. Il vicepresidente Vance, intervenuto alla trasmissione "Meet the Press" della NBC News, ha addirittura affermato che gli Stati Uniti hanno "distrutto il programma nucleare iraniano" facendolo "arretrare sostanzialmente".

Il Segretario di Stato Marco Rubio ha confermato a sua volta che non ci sono piani per ulteriori attacchi a meno che l'Iran non attacchi per ritorsione cittadini americani o siti militari statunitensi. Rubio ha rivelato che gli attacchi sono stati condotti dopo il fallimento dei negoziati, ma che l'Amministrazione è "pronta a riprendere a parlare con loro domani". Entrambi hanno escluso l'invio di truppe di terra e negato che gli Stati Uniti siano in guerra con l'Iran.

Da parte sua, il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha definito gli attacchi un "tradimento della diplomazia" alla CNN. "La responsabilità delle conseguenze di questa guerra deve essere sopportata dagli Stati Uniti e da Israele", ha dichiarato, affermando che l'Iran ha il diritto di "esercitare il suo diritto all'autodifesa".

L’apertura dei mercati finanziari nella giornata di domani offrirà un primo indicatore di quanto seriamente gli operatori considerino la minaccia iraniana. Un eventuale blocco dello Stretto di Hormuz rappresenterebbe, infatti, la prima volta in cui il conflitto tra Israele e Iran influenzi in modo così marcato i flussi petroliferi mondiali, con conseguenze potenzialmente devastanti sia per l’economia globale sia per quella stessa dell’Iran.

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