L'Europa cerca l'accordo, ma Trump non è interessato
L’Unione Europea tenta di raggiungere un’intesa con Washington prima dell’entrata in vigore dei dazi del 30% il 1° agosto. Ma la Casa Bianca mostra scarso interesse a negoziare.
L’Unione Europea sta tentando una corsa contro il tempo per evitare l’imposizione di dazi statunitensi del 30% su larga scala, previsti a partire dal 1° agosto. Oggi il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic si recherà a Washington per incontrare funzionari dell’amministrazione Trump. L’obiettivo è trovare un’intesa commerciale che scongiuri l’inasprimento delle misure doganali. Tuttavia, i segnali provenienti dalla Casa Bianca lasciano pochi margini di ottimismo.
Il presidente Donald Trump ha affermato di avere già “un accordo con l’Ue”, riferendosi a una lettera inviata l’11 luglio alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in cui minacciava un aumento generalizzato dei dazi. L’improvviso cambio di tono da parte della Casa Bianca ha colto di sorpresa i negoziatori europei, che pensavano di essere vicini a una soluzione condivisa.
A complicare ulteriormente la situazione sono state le dichiarazioni del segretario al Tesoro Scott Bessent, che martedì ha affermato in un’intervista a Bloomberg che l’amministrazione è “indifferente” rispetto all’eventualità di applicare i dazi del 30%, definendo questa fase una “opportunità generazionale per azzerare i rapporti commerciali”. La posizione di Bessent conferma l’orientamento più ampio dell’amministrazione Trump, che sembra privilegiare un approccio conflittuale con l’Europa piuttosto che una mediazione.
Maros Sefcovic, che ha già effettuato diversi viaggi a Washington negli ultimi mesi, incontrerà separatamente Howard Lutnick, segretario al Commercio, e Jamieson Greer, rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti. Le interlocuzioni tra le parti sono proseguite anche telefonicamente nei giorni scorsi, ma il margine per un’intesa si sta assottigliando.
Secondo Olof Gill, portavoce della Commissione europea, il blocco ha già messo sul tavolo numerose concessioni: l’accettazione di dazi più elevati, maggiori acquisti di energia statunitense e un aumento degli investimenti in tecnologia americana. Tuttavia, Bruxelles si rifiuta di cedere su alcune richieste considerate inaccettabili, come la modifica del proprio sistema di regolamentazione per le grandi aziende tecnologiche e per la moderazione dei contenuti online.
In assenza di un accordo, l’Ue è pronta a reagire con dazi mirati su un’ampia gamma di prodotti americani. Una strategia difensiva già delineata nei suoi contorni, anche se ancora non formalizzata nei dettagli. Il presidente Trump ha liquidato l’eventualità di contromisure europee con un commento sprezzante: “Non so come possano ritorsioni”, ha dichiarato martedì, aggiungendo che “ci hanno trattato molto male, ma ora ci stanno trattando molto bene” e che “tutti saranno felici con l’Ue”.
Secondo Jörn Fleck, direttore senior presso l’Europe Center dell’Atlantic Council, la possibilità di una svolta è limitata. “Non credo esista una soluzione magica”, ha commentato, sottolineando come la chiave della trattativa sia “nelle mani dell’amministrazione Trump”.