Le tensioni commerciali USA-Cina rischiano di far impennare i tassi sui mutui americani
Il timore è che Pechino possa vendere i titoli garantiti da ipoteca americani come ritorsione contro i dazi di Trump.

Negli Stati Uniti, i tassi sui mutui stanno registrando un aumento improvviso. La causa principale? Una massiccia vendita di titoli del Tesoro americano da parte degli investitori. Questo fenomeno sta sollevando serie preoccupazioni, soprattutto per il mercato immobiliare.
I tassi ipotecari, infatti, tendono a seguire da vicino l’andamento del rendimento dei Treasury a 10 anni, che sono titoli di Stato con scadenza decennale. Se questi rendimenti salgono – come sta succedendo ora – anche i mutui diventano più costosi per le famiglie.
Una possibile ritorsione internazionale?
Alcuni analisti ritengono che questa ondata di vendite di titoli del Tesoro possa essere anche una forma di risposta politica da parte di paesi stranieri, in particolare in reazione al piano tariffario introdotto dal presidente Donald Trump.
Ma c'è una minaccia ancora più seria: la possibilità che paesi come la Cina inizino a vendere anche titoli garantiti da mutui immobiliari, noti come MBS (Mortgage-Backed Securities).
👉 Cosa sono gli MBS e perché sono importanti?
Gli MBS sono titoli che rappresentano pacchetti di mutui. In sostanza, quando compri un MBS, stai investendo in un insieme di prestiti ipotecari. Sono strumenti cruciali per il funzionamento del mercato immobiliare: se la domanda per questi titoli cala, anche i tassi sui mutui tendono a salire.
Alla fine di gennaio, gli investitori stranieri detenevano circa 1.320 miliardi di dollari in MBS statunitensi, pari al 15% del totale in circolazione. Tra i principali detentori ci sono Cina, Giappone, Taiwan e Canada.
Cina e Giappone stanno già vendendo
Già nel 2023, la Cina ha iniziato a ridurre le sue partecipazioni in MBS, scendendo dell’8,7% entro settembre e del 20% entro dicembre. Anche il Giappone, dopo aver inizialmente aumentato i suoi acquisti, ha iniziato a vendere verso la fine dell’anno.
Se queste vendite aumentassero ulteriormente, la pressione sul mercato immobiliare americano potrebbe diventare molto più pesante.
Secondo Eric Hagen, esperto di finanza ipotecaria presso BTIG, esiste un rischio concreto che altri paesi seguano l’esempio di Cina e Giappone, vendendo anche loro i titoli MBS. Questo potrebbe portare a un allargamento degli spread sui mutui, cioè a un aumento della differenza tra i tassi dei titoli e quelli effettivi pagati dai consumatori.
In parole semplici il rischio è quello di avere mutui più cari per tutti gli americani.
Tutto questo avviene in un momento delicato: la primavera è tradizionalmente il periodo più vivace per le compravendite immobiliari. Ma il mercato è già sotto pressione: i prezzi delle case restano alti, la fiducia dei consumatori è in calo e il recente crollo della Borsa ha reso più incerti risparmi e posti di lavoro.
Secondo un sondaggio di Redfin, un acquirente su cinque sta vendendo azioni per trovare i soldi per l’acconto: segno che molti sono già al limite.
Il ruolo (passivo) della Federal Reserve
A complicare ulteriormente la situazione c’è anche la Federal Reserve (la banca centrale USA). Durante la pandemia, la Fed acquistava grandi quantità di MBS, contribuendo a tenere bassi i tassi.
Ora, però, sta riducendo il proprio bilancio, lasciando scadere molti MBS senza rimpiazzarli. In pratica, la Fed non sta più aiutando il mercato come faceva prima.
“La mancanza di chiarezza sulle mosse dei paesi stranieri – e il ritiro della Fed dal mercato – potrebbe spaventare ancora di più gli investitori”, avverte Hagen.
Il rischio è che tutti questi fattori si sommino in una “tempesta perfetta” proprio mentre il mercato immobiliare cerca di ripartire.