L'Atlantic pubblica i messaggi della chat Signal sull'attacco in Yemen
Il The Atlantic rivela il contenuto integrale dei messaggi scambiati tra alti funzionari della sicurezza nazionale su un canale non protetto.
Il The Atlantic ha deciso di rendere noti i contenuti della chat di Signal che era stata usata da Michael Waltz, Consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente Donald Trump, per organizzarsi con gli altri vertici dell'amministrazione per lanciare un attacco militare contro obiettivi Houthi in Yemen. Waltz per errore aveva inserito il direttore del giornale, Jeffrey Goldberg, nella chat.
Dopo la pubblicazione del primo articolo, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha liquidato la vicenda sostenendo: “Nessuno stava scrivendo piani di guerra”. Tulsi Gabbard, direttrice dell’intelligence nazionale, e John Ratcliffe, direttore della CIA, hanno confermato davanti al Senato che nessun materiale classificato era stato condiviso nella chat. Lo stesso presidente Trump ha ribadito: “Non erano informazioni riservate.”
Tuttavia, la decisione della redazione di The Atlantic di pubblicare i messaggi nella loro interezza chiarisce che non è proprio così. Gli screenshot dei messaggi sottolineano come alcuni messaggi contenessero dettagli precisi sui tempi di decollo dei caccia F-18, sulla localizzazione dei bersagli, sulla natura degli armamenti utilizzati e sulla dinamica delle operazioni. Informazioni che, se cadute nelle mani sbagliate, avrebbero potuto mettere in pericolo la vita di piloti e personale militare.
Il messaggio più significativo è stato inviato da Hegseth il 15 marzo alle 11:44 ora della costa est, oltre mezz’ora prima del primo decollo operativo. Il testo, in maiuscolo e con toni operativi, annunciava l’inizio dell’attacco imminente: “TIME NOW (1144et): Weather is FAVORABLE. Just CONFIRMED w/CENTCOM we are a GO for mission launch.” Seguivano orari precisi delle fasi dell’operazione, compresi momenti critici come: “1215et: F-18s LAUNCH (1st strike package)” e “1415: Strike Drones on Target (THIS IS WHEN THE FIRST BOMBS WILL DEFINITELY DROP).”

L’amministrazione ha ribadito che si trattava di una conversazione interna e privata tra alti funzionari e ha chiesto alla redazione di non pubblicare i contenuti. Tuttavia, la rivista ha ritenuto che l’interesse pubblico prevalesse, soprattutto in considerazione delle dichiarazioni ufficiali che negavano l’importanza del contenuto.
I messaggi rivelano anche valutazioni in tempo reale sull’operazione, inclusi aggiornamenti sull’identificazione dei bersagli e sull’impatto dei bombardamenti. Michael Waltz, Consigliere per la Sicurezza Nazionale, ha scritto: “The first target – their top missile guy – we had positive ID of him walking into his girlfriend’s building and it’s now collapsed.” A queste comunicazioni seguivano emoji di approvazione, congratulazioni e frasi come “A good start” o “Godspeed to our Warriors.”

Inoltre, alcuni dei messaggi erano programmati per scomparire dopo pochi giorni, sollevando dubbi sul rispetto della normativa federale che impone la conservazione dei documenti ufficiali. Anche se il nome del capo dello staff della CIA è stato oscurato per tutelarne l’identità, gli altri messaggi sono stati pubblicati senza redazioni.
La Casa Bianca, pur ribadendo che non si trattava di materiale classificato, ha ammesso che la discussione riguardava “informazioni sensibili” e ha confermato la contrarierà alla pubblicazione.