Clamorosa falla di sicurezza nei vertici USA: giornalista aggiunto per errore a chat riservata sugli attacchi militari in Yemen

Il direttore di The Atlantic ha ricevuto dettagli operativi sensibili due ore prima dei bombardamenti contro i ribelli Houthi, sollevando gravi interrogativi sulla gestione delle informazioni classificate da parte dell'Amministrazione Trump.

Un clamoroso errore di comunicazione ha portato l'amministrazione Trump a condividere informazioni classificate sui piani di bombardamento contro i ribelli Houthi dello Yemen con Jeffrey Goldberg, direttore di The Atlantic.

Il 15 marzo 2025, gli Stati Uniti hanno bombardato posizioni Houthi nello Yemen come risposta agli attacchi del gruppo terroristico al traffico marittimo internazionale.

Ma ciò che rende questa operazione militare degna di particolare nota non è tanto l'azione in sé, quanto una clamorosa violazione della sicurezza nazionale americana che l'ha accompagnata: Jeffrey Goldberg, direttore di The Atlantic, è stato incluso per errore in un gruppo di messaggistica criptata Signal dove i massimi responsabili della sicurezza nazionale statunitense discutevano nei minimi dettagli l'imminente operazione militare.

La scoperta inquietante

Tutto è iniziato l'11 marzo, quando Goldberg ha ricevuto una richiesta di connessione su Signal da un utente che si è identificato come Michael Waltz, Consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente Donald Trump.

Pur avendo incontrato Waltz in passato, il giornalista ha inizialmente sospettato che potesse trattarsi di un tentativo di raggiro, considerati i rapporti tesi tra l'Amministrazione Trump e i media.

Due giorni dopo, Goldberg è stato aggiunto a un gruppo Signal denominato "Houthi PC small group". PC sta per "principals committee", termine che generalmente indica una riunione dei più alti funzionari della sicurezza nazionale, tra cui i Segretari alla Difesa, allo Stato e al Tesoro, nonché il direttore della CIA.

Ciò che ha seguito è stato un flusso di comunicazioni incredibilmente sensibili.

Nel gruppo, figure di primissimo piano del governo americano, tra cui il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio (identificato come "MAR"), il segretario alla Difesa Pete Hegseth, il direttore dell'intelligence nazionale Tulsi Gabbard (identificata come "TG"), il segretario al Tesoro Scott Bessent e altri alti funzionari, discutevano apertamente dell'imminente operazione militare contro gli Houthi nello Yemen.

Il dibattito interno all'Amministrazione

Particolarmente rilevante è stato lo scambio avvenuto il 14 marzo, quando il vicepresidente Vance ha espresso dubbi sull'opportunità dell'operazione: "Credo che stiamo commettendo un errore," ha scritto.

"Il 3% del commercio statunitense passa attraverso Suez. Il 40% del commercio europeo lo fa. C'è un rischio concreto che l'opinione pubblica non comprenda questo o perché sia necessario."

Vance ha poi sollevato preoccupazioni sulla coerenza dell'operazione con il messaggio dell'Amministrazione sull'Europa e sui potenziali effetti sui prezzi del petrolio, suggerendo di ritardare l'operazione di un mese.

Una posizione notevole, considerando che il vicepresidente non ha mai deviato pubblicamente dalla linea del presidente Trump su praticamente nessuna questione.

In risposta, Hegseth ha riconosciuto le preoccupazioni di Vance, ma ha sottolineato che "aspettare qualche settimana o un mese non cambia fondamentalmente il calcolo."

Ha identificato due rischi nell'attesa: che la notizia trapelasse, facendo apparire l'Amministrazione indecisa, e che Israele agisse per primo.

A questi scambi è seguito un intervento attribuito a "S M" (presumibilmente Stephen Miller, vice capo dello staff della Casa Bianca), che ha dichiarato:

"Per come l'ho sentito io, il presidente è stato chiaro: luce verde, ma presto chiariremo all'Egitto e all'Europa cosa ci aspettiamo in cambio."

I dettagli operativi sensibili

Il momento più sconcertante è arrivato il 15 marzo alle 11:44, quando l'account di Hegseth ha condiviso un "TEAM UPDATE" contenente dettagli operativi degli imminenti attacchi nello Yemen, incluse informazioni su obiettivi, armi che gli Stati Uniti avrebbero impiegato e la sequenza degli attacchi.

Secondo il messaggio di Hegseth, le prime detonazioni nello Yemen si sarebbero verificate due ore dopo, alle 13:45 ora della costa orientale americana.

Attorno alle 13:55, mentre Goldberg attendeva nel parcheggio di un supermercato per verificare se la chat fosse autentica, le notizie di esplosioni a Sanaa, la capitale yemenita, hanno iniziato a circolare sui social media.

Gli attacchi erano reali, esattamente come discusso nel gruppo.

A quel punto, i membri del gruppo hanno iniziato a scambiarsi congratulazioni.

Waltz ha descritto l'operazione come un "lavoro straordinario". "John Ratcliffe" ha scritto: "Un buon inizio." Altri hanno seguito, tra cui "MAR", che ha scritto: "Buon lavoro Pete e la tua squadra!!", e "Susie Wiles", che ha inviato: "Complimenti a tutti, in particolare a quelli sul campo e al CENTCOM! Davvero ottimo. Dio vi benedica."

Le implicazioni legali

L'uso di Signal per comunicazioni così sensibili rappresenta una grave violazione delle procedure di sicurezza del governo statunitense.

Secondo diversi esperti legali consultati da The Atlantic, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Waltz, coordinando un'azione legata alla sicurezza nazionale su Signal, potrebbe aver violato diverse disposizioni dell'Espionage Act, che regola la gestione delle informazioni di "difesa nazionale".

L'app Signal non è infatti approvata dal governo per la condivisione di informazioni classificate. Per tali scopi, il governo dispone di sistemi propri.

Se i funzionari vogliono discutere di attività militari, dovrebbero farlo in uno spazio appositamente progettato noto come SCIF (Sensitive Compartmented Information Facility) — la maggior parte dei funzionari di livello ministeriale ne ha uno installato nella propria abitazione — o comunicare solo su apparecchiature governative approvate.

Un altro potenziale problema è che Waltz ha impostato alcuni dei messaggi nel gruppo Signal per scomparire dopo una settimana, e alcuni dopo quattro.

Ciò solleva interrogativi sul fatto che i funzionari possano aver violato la legge federale sui documenti: i messaggi di testo relativi ad atti ufficiali sono considerati documenti che dovrebbero essere conservati.

La risposta ufficiale

Brian Hughes, portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, ha risposto due ore dopo la richiesta di chiarimenti, confermando l'autenticità del gruppo Signal.

"Questo sembra essere un'autentica catena di messaggi, e stiamo esaminando come un numero involontario sia stato aggiunto alla catena," ha scritto Hughes.

"La discussione è una dimostrazione del profondo e ponderato coordinamento politico tra alti funzionari. Il continuo successo dell'operazione Houthi dimostra che non ci sono state minacce per le truppe o per la sicurezza nazionale."

William Martin, portavoce di Vance, ha affermato che, nonostante l'impressione creata dai messaggi, il vicepresidente è pienamente allineato con il presidente.

"La prima priorità del vicepresidente è sempre assicurarsi che i consiglieri del presidente lo stiano adeguatamente informando sulla sostanza delle loro deliberazioni interne," ha dichiarato.

"Il vicepresidente Vance sostiene inequivocabilmente la politica estera di questa Amministrazione. Il presidente e il vicepresidente hanno avuto successive conversazioni su questa questione e sono in completo accordo."

Un precedente preoccupante

Non è insolito che funzionari della sicurezza nazionale comunichino su Signal, ma l'app viene utilizzata principalmente per la pianificazione di incontri e altre questioni logistiche, non per discussioni dettagliate e altamente riservate su un'imminente azione militare.

E, naturalmente, non si è mai sentito di un caso in cui un giornalista sia stato invitato a una simile discussione.

Waltz e gli altri funzionari di livello ministeriale stavano già potenzialmente violando la politica governativa e la legge semplicemente inviando messaggi di testo l'uno all'altro sull'operazione.

Ma quando Waltz ha aggiunto un giornalista — presumibilmente per errore — ha creato nuovi problemi di sicurezza e legali.

Il gruppo stava trasmettendo informazioni a qualcuno non autorizzato a riceverle, il che costituisce la definizione classica di una fuga di notizie, anche se involontaria.

È particolarmente ironico che i membri del gruppo Signal fossero consapevoli della necessità di segretezza e sicurezza operativa.

Nel suo messaggio che dettagliava aspetti dell'imminente attacco agli obiettivi Houthi, Hegseth ha scritto al gruppo — che, all'epoca, includeva Goldberg — "Attualmente siamo coperti sul fronte OPSEC [sicurezza operativa]."

Lo sconcertante episodio solleva seri interrogativi sulla gestione delle informazioni sensibili da parte dell'Amministrazione Trump e sul rispetto dei protocolli di sicurezza nazionale.

L'inclusione accidentale di un giornalista in discussioni di massima segretezza rivela una potenziale disattenzione ai più basilari principi di sicurezza operativa, proprio nel momento in cui venivano prese decisioni cruciali riguardanti operazioni militari all'estero.

Vale la pena notare che Donald Trump, come candidato alla presidenza (e come presidente), ha ripetutamente e veementemente chiesto che Hillary Clinton fosse incarcerata per aver utilizzato un server di posta elettronica privato per affari ufficiali quando era Segretaria di Stato.

Il presidente Trump è stato inoltre incriminato nel 2023 per gestione impropria di documenti classificati, ma le accuse sono state ritirate dopo la sua elezione.

Questo incidente rappresenta un singolare caso di studio su come, nell'era digitale, anche i più alti livelli di governo possano commettere errori elementari nella gestione delle comunicazioni sensibili, con potenziali ripercussioni sulla sicurezza nazionale e sulla confidenzialità delle operazioni militari.

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