La Casa Bianca inizia a valutare i costi dell'acquisizione della Groenlandia
L'Amministrazione Trump sta preparando un'analisi costi-benefici per l'annessione del territorio danese con l'obiettivo di offrire condizioni migliori rispetto a Copenaghen ai cittadini della Groenlandia per convincerli a fare questo passo.

La Casa Bianca sta preparando una stima dettagliata di quanto costerebbe al governo federale americano prendere il controllo della Groenlandia come territorio statunitense.
Secondo quanto riportato dal Washington Post, che cita tre fonti a conoscenza della questione, questa rappresenta finora l'iniziativa più concreta per trasformare il desiderio del presidente Donald Trump di acquisire l'isola danese in una politica concretamente attuabile.
L'analisi economica
Il personale dell'Ufficio di Gestione e Bilancio della Casa Bianca ha avviato un'indagine per comprendere il potenziale costo del mantenimento della Groenlandia e le possibili entrate derivanti dallo sfruttamento delle risorse naturali presenti sul territorio.
Una delle opzioni al vaglio è quella di offrire condizioni economicamente più vantaggiose al governo della Groenlandia rispetto a quanto fa attualmente la Danimarca, che sovvenziona i servizi sull'isola con circa 600 milioni di dollari all'anno.
"Questa cifra sarebbe molto più alta", ha dichiarato un funzionario a conoscenza dei piani.
"Il punto è: 'Vi pagheremo più di quanto fa la Danimarca'".
L'analisi dei costi viene effettuata da Russell Vought, direttore dell'Ufficio di Gestione e Bilancio.
Grazie a questa analisi, l'Amministrazione Trump spera di convincere l'opinione pubblica statunitense che il governo federale sia in grado di recuperare i maggiori costi dell'annessione attraverso royalty minerarie e tasse pagate per le attività commerciali.
Ma il potenziale rendimento economico delle risorse minerarie della Groenlandia è tutt'altro che chiaro. L'estrazione di minerali può essere imprevedibile, e il clima rigido aumenta la difficoltà.
Il governo groenlandese ha inoltre respinto alcuni progetti minerari in passato.
"L'idea che gli Stati Uniti stiano per avviare l'estrazione su larga scala di depositi che non sono stati esplorati, potrebbero non essere economicamente vantaggiosi e sono attualmente sotto il ghiaccio in un Paese che non ci vuole non regge alla prova del buon senso", ha dichiarato ad Axios Alex Jacquez, ex funzionario dell'amministrazione Biden.
La posizione di Trump
Il presidente Trump ha ripetutamente affermato che gli Stati Uniti "prenderanno il controllo" della Groenlandia.
In un'intervista alla NBC News, alla domanda se l'acquisizione avverrebbe con la forza, ha precisato che esiste una "buona possibilità che potremmo farlo senza usare la forza militare", aggiungendo però di non escludere nessuna opzione.
"Il presidente ritiene che la Groenlandia su trovi in una posizione strategicamente importante e che i groenlandesi sarebbero meglio serviti se protetti dagli Stati Uniti dalle moderne minacce nella regione artica", ha dichiarato Anna Kelly, vice portavoce della Casa Bianca.
La reazione danese e groenlandese
L'interesse di Trump nel sottrarre il controllo dell'isola da un Paese alleato della NATO ha provocato un considerevole e giustificato shock a Copenaghen.
La Danimarca ha risposto mostrando apertura all'idea che Washington possa aumentare la propria presenza militare ed economica in Groenlandia, senza però modificare i confini territoriali.
I leader groenlandesi, da parte loro, hanno reagito con fermezza. "Dobbiamo ascoltare quando altri parlano di noi. Ma non dobbiamo essere scossi", ha scritto su Facebook il primo ministro groenlandese Jens-Frederik Nielsen.
"Non dobbiamo agire per paura. Dobbiamo rispondere con pace, dignità e unità. Ed è attraverso questi valori che dobbiamo mostrare al presidente americano che la Groenlandia è nostra".
La visita di J.D. Vance e il valore strategico
Il vicepresidente J.D. Vance è diventato la scorsa settimana il funzionario statunitense di più alto rango a visitare la Groenlandia.
Durante la visita ha criticato duramente la gestione danese:
"Non avete fatto un buon lavoro per il popolo della Groenlandia. Avete sotto-investito nel popolo e nell'architettura di sicurezza di questa incredibile distesa di terra. Non possiamo ignorare l'ingerenza russa e cinese in Groenlandia. Dobbiamo fare di più".
Trump considera la presa di controllo della Groenlandia come una vittoria strategica da parte degli Stati Uniti sia per le sue risorse minerarie sia per la sua posizione geografica.
Situata tra gli oceani Artico e Atlantico, l'isola è vicina a rotte marittime importanti per la navigazione commerciale e i movimenti militari, compresi i sottomarini che rappresentano un mezzo fondamentale per proiettare potenza militare.
Tuttavia, un funzionario della Casa Bianca ha precisato che questo non è ancora in cima alla lista delle questioni di sicurezza nazionale, descrivendola come una "mossa bonus" da realizzare dopo aver risolto altri problemi internazionali più urgenti.
Visioni e precedenti storici
Trump ha fatto riferimento al "Destino Manifesto" nel suo obiettivo di espandere il territorio statunitense, concentrandosi sulla Groenlandia, il Canada e il Canale di Panama.
A gennaio, l'American Action Forum ha dichiarato che il prezzo di mercato delle riserve minerarie della Groenlandia suggerisce un costo di 200 miliardi di dollari per l'acquisto dell'isola, ma che il suo valore strategico nel Nord Atlantico sarebbe più vicino ai 3 mila miliardi di dollari.
L'espansione territoriale statunitense in passato è avvenuta sia per acquisizione pacifica che a seguito di guerre.
Le Isole Vergini americane furono acquistate dalla Danimarca nel 1917. Guam, Porto Rico e le Filippine furono invece sottratte alla Spagna alla fine della guerra ispano-americana.
Le Hawaii furono invece annesse agli Stati Uniti dopo un colpo di stato che rovesciò la monarchia locale.
Le ambizioni di Trump sembrano contenere un mix di ideologia e calcolo economico. "Uno dei benefici è ricreare l'ethos della frontiera americana", ha affermato Sam Hammond, economista della Foundation for American Innovation.
"Ma i benefici più pratici includono l'utilizzo della Groenlandia come base per proiettare il controllo sull'Artico, oltre all'acquisizione di più terre e risorse naturali".