Il vicepresidente Vance in Groenlandia nonostante l'opposizione della Danimarca

La visita di J. D. Vance e di sua moglie Usha in Groenlandia, territorio autonomo danese, avviene in un clima teso. Le autorità locali e il governo di Copenaghen non sono stati consultati e denunciano pressioni politiche inaccettabili da parte di Washington.

Il vicepresidente Vance in Groenlandia nonostante l'opposizione della Danimarca
Immagine creata dall’intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Il vicepresidente degli Stati Uniti, J. D. Vance, ha annunciato martedì 25 marzo l'intenzione di recarsi in Groenlandia venerdì, per unirsi alla visita della moglie Usha già prevista nei giorni precedenti.

La decisione ha suscitato forti critiche da parte delle autorità danesi e groenlandesi, che vedono nell'iniziativa statunitense una manovra politica poco rispettosa dell’autonomia del territorio artico.

Usha Vance è attesa da oggi a sabato a Sisimiut, sulla costa nord-occidentale dell’isola, per partecipare a una corsa nazionale di cani da slitta, evento sponsorizzato dal consolato americano a Nuuk. La visita, sebbene presentata come privata, si svolge in un momento particolarmente delicato per la politica interna groenlandese, con un governo uscente ancora in attesa della formazione di una nuova coalizione dopo le elezioni legislative dell’11 marzo.

J. D. Vance ha spiegato, attraverso un video pubblicato sulla piattaforma X, di voler accompagnare la moglie e di essere interessato a discutere di «questioni di sicurezza» durante il suo soggiorno. Ha inoltre annunciato l’intenzione di incontrare membri della Space Force statunitense presenti sull’isola e di visitare la base aerea di Pituffik, anche se il programma ufficiale della visita non è stato reso pubblico.

Il governo danese, per voce della prima ministra Mette Frederiksen, ha definito la presenza della delegazione americana una «pressione inaccettabile».

Frederiksen ha ricordato che non si può parlare di visita privata quando si tratta di rappresentanti ufficiali di un altro Stato. A sostegno della sua posizione, ha invocato la solidarietà degli alleati europei.

Anche le autorità locali groenlandesi si sono opposte fermamente alla visita. Il governo uscente ha precisato di non aver esteso alcun invito, né per incontri ufficiali né per visite di natura privata, ribadendo che in un momento di transizione politica è essenziale rispettare le istituzioni e i tempi della formazione del nuovo esecutivo.

La deputata groenlandese Aaja Chemnitz ha definito i visitatori statunitensi «cosiddetti turisti», sottolineando l’assenza di un invito formale da parte di rappresentanti locali.

A Sisimiut, città di circa 5.500 abitanti, è prevista una manifestazione di protesta durante l’evento pubblico al quale parteciperanno Usha e J. D. Vance.

Uno degli organizzatori ha invitato i cittadini a voltare le spalle al corteo americano come gesto simbolico di dissenso.

Secondo quanto dichiarato alla stampa locale, la protesta vuole segnalare il malcontento verso modalità e finalità percepite come intrusive.

La visita americana si inserisce in un contesto geopolitico più ampio. Fin dal suo primo mandato, l’ex presidente Donald Trump aveva manifestato l’intenzione di prendere il controllo la Groenlandia, suscitando perplessità e ironie a livello internazionale.

Sebbene la classe politica groenlandese abbia ribadito che il territorio «non è in vendita», Trump ha recentemente rilanciato l’idea, sostenendo che «molte persone in Groenlandia» vorrebbero vedere il territorio «protetto e gestito in modo adeguato».

Il contenzioso si intreccia anche con la questione delle risorse naturali del territorio, grande quattro volte la Francia. Le sue ricchezze minerarie ancora in gran parte inesplorate alimentano interessi strategici.

Il governo uscente ha introdotto norme che vietano l’estrazione di materiali radioattivi e ha sospeso la prospezione petrolifera, decisioni sostenute dalla maggioranza della popolazione.

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