I drammatici effetti dello stop agli aiuti USAID sull'Africa: un continente sotto shock
La decisione del presidente Trump di smantellare l'USAID mette a rischio milioni di vite e decenni di cooperazione internazionale.

Nei giorni passati, l'Amministrazione Trump ha avviato lo smantellamento dell'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), gettando nel caos decenni di cooperazione con l'Africa e mettendo a rischio la vita di milioni di persone che dipendono direttamente dagli aiuti americani.
Il 20 gennaio 2025, come prima azione di politica estera, il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo per bloccare gli aiuti all'estero.
Subito dopo, la task force del DOGE – guidata da Elon Musk ed in collaborazione con Pete Marocco, funzionario del Dipartimento di Stato di Rubio – ha imposto tagli drastici all'agenzia, congelando l'infrastruttura tecnologica, bloccando l'accesso ai sistemi elettronici e paralizzando di fatto le operazioni in vista di un completo smantellamento.
L'impatto immediato in Africa
Le conseguenze di questa crisi stanno seminando il terrore in tutto il continente africano.
In Kenya, ben 40.000 operatori sanitari vivono nell'angoscia di poter perdere il lavoro da un momento all'altro, mentre in Etiopia il Ministero della Salute ha già brutalmente licenziato 5.000 professionisti che erano stati assunti con fondi americani.
Inoltre, due enormi campi profughi nel nord del Kenya, che ospitano 700.000 persone provenienti da 19 Paesi, sono ora sull'orlo del baratro: rischiano di vedere svanire i sussidi vitali che permettono a coloro che sono ospitati di mettere in tavola il cibo e di sostenere una vita dignitosa.
Per dare una idea, prima di questa decisione gli aiuti americani versati all'Africa subsahariana ammontavano a oltre 8 miliardi di dollari all'anno, rappresentando una parte significativa del PIL di alcuni paesi: il 15% in Sud Sudan, il 6% in Somalia e il 4% nella Repubblica Centrafricana.
Tutto questo, nonostante il fatto che il budget totale stanziato dal Congresso americano per gli aiuti all'estero attraverso diverse agenzie sia di soli circa 60 miliardi di dollari all'anno, vale a dire meno dell'1% del bilancio federale.
Il caso Mozambico
Particolarmente emblematica è la situazione in Mozambico, dove l'Ambasciatore americano Peter H. Vrooman ha inviato un cablo urgente al Segretario di Stato Marco Rubio evidenziando una "vulnerabilità ancora maggiore".
Nel Paese africano, infatti, più di due milioni di persone dipendono dalla fornitura di farmaci antiretrovirali per prevenire la diffusione di HIV, AIDS e ceppi di tubercolosi.
Uno dei programmi USAID sospesi forniva, infatti, trattamenti essenziali a ben 389.000 persone affette da HIV.
Le preoccupazioni per il futuro
Nonostante un giudice federale abbia temporaneamente bloccato alcuni elementi del tentativo di smantellamento dell'agenzia, la velocità e lo shock per le azioni dell'Amministrazione Trump hanno già causato confusione e paura negli uffici USAID in tutta l'Africa.
Stando ai piani lasciati trapelare dalla Casa Bianca, di oltre 10.000 dipendenti USAID in tutto il mondo prima di questo taglio brutale, ne rimarranno appena 300, di cui solo 12 in Africa.
Gli esperti avvertono che l'improvvisa interruzione dell'agenzia costerà molte vite creando enormi lacune nei servizi pubblici, specialmente nell'assistenza sanitaria.
Una svolta epocale
Murithi Mutiga, direttore del programma Africa dell'International Crisis Group, descrive al New York Times il collasso repentino dell'agenzia come "parte del disfacimento dell'ordine mondiale post Guerra Fredda".
Secondo l'economista Charlie Robertson, specializzato in Africa, in alcuni dei Paesi più fragili del mondo potremmo assistere a una cessazione effettiva della governance, a meno che altri attori internazionali, tipo la Cina, non intervengano per colmare il vuoto lasciato dagli Stati Uniti.
Ciò nonostante, l'Amministrazione Trump sembra sempre più determinata a procedere su questa strada, lasciando un continente intero a dover ripensare drasticamente ed improvvisamente il proprio futuro e le proprie strategie di sviluppo.