I democratici USA devono scegliere: con o contro i miliardari

I Dem devono abbandonare l'ambiguità sulla questione dei miliardari e decidere se schierarsi completamente a favore o contro di loro, dice Nate Silver. L'attuale strategia di distinguere tra "buoni" e "cattivi" non convince gli elettori.

I democratici USA devono scegliere: con o contro i miliardari
Foto di Jp Valery / Unsplash

Il Partito Democratico che rapporto dovrebbe avere con i miliardari che investono denaro nella politica statunitense? La questione si è riaccesa con l'elezione del nuovo capo del Comitato Nazionale Democratico, un ruolo prettamente burocratico.

Al Comitato Nazionale Democratico è infatti stato eletto Ken Martin, proveniente dal Partito Democratico-Contadino-Laburista del Minnesota, contro Ben Winkler, considerato troppo vicino ai miliardari per aver ricevuto contributi da George Soros e dal cofondatore di LinkedIn Reid Hoffman. Martin ha comunque dichiarato che "ci sono molti bravi miliardari che sono stati con i Democratici e condividono i nostri valori. Accetteremo i loro soldi, ma non prenderemo denaro dai cattivi miliardari".

Secondo Nate Silver, statistico ed ex direttore di FiveThirtyEight, questa strategia di distinzione tra miliardari "buoni" e "cattivi" rischia di non convincere gli elettori. I dati mostrano che mentre il capitalismo ha un tasso di approvazione positivo (+26%), il ruolo dei miliardari nella politica americana sta diventando sempre più controverso, come dimostra il caso di Elon Musk e il suo crescente coinvolgimento nelle dinamiche politiche nazionali.

Il Partito Democratico si trova inoltre ad affrontare un paradosso: nonostante le critiche ai miliardari, è diventato progressivamente il partito preferito dai cittadini benestanti. I dati elettorali mostrano che Kamala Harris ha ottenuto i risultati migliori tra gli elettori con reddito superiore ai 100.000 dollari annui.

La sfida dei Democratici si scontra con un dato significativo: secondo un sondaggio NBC News, il capitalismo gode ancora di un forte sostegno tra gli elettori americani, con un tasso di approvazione del +26% rispetto al -37% del socialismo. Silver evidenzia come questa realtà si intrecci con un altro fenomeno: il successo di Trump tra i giovani elettori maschi sembra essere alimentato anche da una reazione alla retorica democratica, che viene percepita come troppo concentrata sul concetto di "equità" a discapito della meritocrazia e delle pari opportunità.

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