I Dem faticano a rispondere alla svolta securitaria di Trump
Il presidente ha ordinato l’impiego della Guardia nazionale a Washington contro crimine e senzatetto e minaccia interventi in altre città. I sondaggi mostrano che molti americani approvano, mentre i democratici appaiono divisi e in difficoltà sul tema della sicurezza.

La nuova offensiva del presidente Donald Trump sulla sicurezza pubblica non è un episodio isolato ma una strategia deliberata per spostare il dibattito politico su un terreno favorevole ai repubblicani. L’uso della Guardia nazionale a Washington contro crimine e senzatetto, e le minacce di estendere l’intervento ad altre città come Chicago, New York e Baltimora, rappresentano per la Casa Bianca un modo per obbligare i democratici a difendere una posizione percepita come debole dagli elettori.
A sostenerlo è Rachael Bade, caporedattrice dell’ufficio di Washington di POLITICO e coautrice del libro Unchecked sugli impeachment contro Trump. Nella sua rubrica Corridors, Bade sottolinea che il presidente punta a trasformare la criminalità in un tema centrale delle elezioni di medio termine, mentre i democratici appaiono divisi e poco reattivi.
Trump ha ordinato il dispiegamento della Guardia nazionale nella capitale, visitando i militari e autorizzandone l’uso delle armi. Una decisione impopolare a Washington, ma pensata per l’opinione pubblica nazionale. Karl Rove, stratega repubblicano, osserva che la mossa permette a Trump di concentrare l’attenzione sulla contrapposizione con i sindaci democratici delle grandi città, distogliendo l’attenzione da altri dossier come il caso Epstein o la guerra in Ucraina.
Le reazioni democratiche sono state variegate. I governatori JB Pritzker (Illinois) e Kathy Hochul (New York) hanno ricordato che i dati mostrano un calo della criminalità, sostenendo che non esiste un’emergenza che giustifichi la presenza della Guardia nazionale. Altri esponenti hanno accusato Trump di autoritarismo, ma senza avanzare proposte concrete. Bade segnala che questa linea rischia di apparire agli elettori come una minimizzazione del problema.
La sicurezza resta infatti un terreno difficile per i democratici. Dan Turrentine, stratega del partito, ha definito la criminalità “un problema 80-20”, evidenziando come la maggioranza dell’elettorato non accetti che venga liquidato come secondario. A suo giudizio, i democratici dovrebbero riconoscere la gravità della questione e proporre soluzioni incisive, come aumentare gli organici della polizia, riformare le leggi sulla cauzione e inasprire le misure contro i piccoli reati.
Diversi sondaggi confermano questa percezione. Un’indagine Harvard CAPS/Harris ha mostrato che il 54% degli intervistati considera giustificata e necessaria l’azione di Trump a Washington e la ritiene capace di rendere l’area più sicura. Anche una ricerca di Data for Progress, pur rilevando che molti giudicano l’operazione autoritaria, ha registrato un sostegno maggioritario all’approccio del presidente.
Il vantaggio repubblicano sul tema non è nuovo. Già nel 2022 il senatore Ron Johnson aveva ribaltato una campagna difficile attaccando l’avversario democratico per le posizioni su cauzione e finanziamenti alla polizia. In diverse città progressiste, da San Francisco a Portland, gli elettori hanno rifiutato candidati vicini alle politiche di decarcerazione e depenalizzazione.
Bade sottolinea che l’offensiva della Casa Bianca potrebbe avere effetti anche sul Congresso. Se Trump dichiarasse lo stato d’emergenza per estendere oltre i 30 giorni il controllo federale sulla polizia di Washington, i democratici sarebbero costretti a votare contro, esponendosi così all’accusa di essere “dalla parte dei criminali”.
Per contrastare questa narrazione, Karl Rove ricorda l’esempio degli anni Novanta, quando Bill Clinton rispose alle accuse di debolezza proponendo 100.000 nuovi agenti. Ma, osserva l’editoriale, oggi i democratici non sembrano avere una strategia simile.
I repubblicani, al contrario, vedono già i vantaggi. Un dirigente della campagna per la Camera ha dichiarato che ogni volta che si parla di criminalità i democratici reagiscono con indignazione, rischiando di sembrare difensori dei criminali. Con i collegi elettorali più delicati situati nelle periferie delle grandi città, il tema è destinato a restare al centro dello scontro politico nelle prossime settimane.
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