I Dem chiedono chiarezza sui file Epstein: Trump è coinvolto?
Deputati democratici sollecitano il Dipartimento di Giustizia e l’FBI dopo l'accusa di Elon Musk: “Il presidente Trump è nei file Epstein”. La Casa Bianca respinge le accuse, mentre i documenti rilasciati finora risultano ampiamente censurati.

Due deputati democratici della Camera, Stephen Lynch del Massachusetts e Robert Garcia della California, hanno chiesto ufficialmente al Dipartimento di Giustizia e all’FBI di verificare se sia fondata l’accusa lanciata da Elon Musk secondo cui il presidente Donald Trump comparirebbe nei cosiddetti file Epstein. La richiesta è contenuta in una lettera indirizzata al procuratore generale Pam Bondi e al direttore dell’FBI Kash Patel, ottenuta in esclusiva da Axios.
La dichiarazione di Musk, pubblicata giovedì in un post sulla piattaforma X, ha acceso il dibattito politico. "Trump è nei file di Epstein", ha scritto il CEO di Tesla, aggiungendo: "Questa è la vera ragione per cui non sono stati resi pubblici". Musk ha anche chiesto l’impeachment di Trump, una posizione che, secondo Axios, trova resistenze persino all’interno del Partito Democratico.
Lynch e Garcia ricoprono ruoli chiave nei lavori di supervisione della Camera. Lynch è il più alto esponente democratico nella Commissione di Controllo, mentre Garcia guida la componente democratica della Task Force per la Declassificazione dei Segreti Federali. I due chiedono chiarimenti immediati sulla veridicità dell'affermazione di Musk e sollecitano il Dipartimento di Giustizia a fornire una tempistica precisa per la pubblicazione completa dei file Epstein.
La lettera include anche richieste puntuali: i deputati vogliono sapere perché da febbraio non siano stati consegnati nuovi documenti, quale sia il ruolo del presidente Trump nel processo di revisione dei file e chi, all’interno del governo, sia coinvolto nel rilascio degli stessi. Inoltre, chiedono spiegazioni sulle “significative omissioni” rilevate nei file già trasmessi al Congresso.
L’amministrazione ha reagito con fermezza. Harrison Fields, portavoce della Casa Bianca, ha respinto le accuse definendole “un altro espediente infondato dei democratici del controllo che non ha peso nei fatti o nella realtà”. Fields ha attaccato direttamente i promotori dell’iniziativa: “Questi sono gli stessi fanatici di sinistra che hanno trascurato i loro doveri di controllo riguardo alle azioni illegali dell’amministrazione Biden e hanno inventato una bufala dopo l’altra su Trump durante il suo primo mandato. Nessuno prende sul serio loro o le loro meschine lettere.”
Finora, né l’FBI né il Dipartimento di Giustizia hanno fornito risposte ufficiali. L’agenzia investigativa ha rifiutato ogni commento, mentre il Dipartimento di Giustizia non ha risposto alla richiesta inviata da Axios giovedì sera. La procuratrice generale Bondi, nominata dal presidente Trump, aveva rilasciato a febbraio oltre cento pagine di documenti relativi al caso Epstein, nel quadro di una più ampia iniziativa volta – almeno formalmente – ad aumentare la trasparenza su dossier giudiziari di alto profilo. Tuttavia, molti dei file risultano pesantemente censurati.
La gestione parziale del rilascio dei documenti è stata criticata anche da figure vicine all’amministrazione. La deputata repubblicana Anna Paulina Luna, presidente della task force per la declassificazione, ha accusato Bondi di “ostruzionismo” per aver ostacolato la diffusione di ulteriore materiale. Una posizione condivisa, almeno in parte, dagli stessi deputati democratici. “Siamo d’accordo con la loro conclusione che il rilascio di questi documenti è in grave ritardo”, hanno scritto Lynch e Garcia nella loro lettera.
I due deputati sottolineano come l’accusa di Musk implichi che il presidente Trump potrebbe avere voce in capitolo nel decidere quali documenti rendere pubblici. “Se i file vengono trattenuti dal pubblico per una decisione personale del presidente, questo solleva serie preoccupazioni”, si legge nella missiva. Inoltre, i due evidenziano che la relazione tra Trump e Jeffrey Epstein è stata ampiamente documentata in passato, un elemento che secondo loro rafforza la necessità di una revisione trasparente e indipendente del caso.
Lynch e Garcia concludono che qualsiasi tentativo di frenare la pubblicazione dei file Epstein al fine di proteggere il presidente “merita un intenso controllo da parte del Congresso e del Dipartimento di Giustizia”.