I "bonus dazi" da 2.000 dollari di Trump costerebbero 450 miliardi
Uno studio di Yale calcola che i pagamenti promessi dal presidente assorbirebbero più di un anno di entrate dai dazi. Gli effetti su crescita e occupazione sarebbero limitati, mentre l'inflazione aumenterebbe di meno dello 0,1%
Gli assegni da 2.000 dollari promessi dal presidente Trump ai cittadini americani costerebbero circa 450 miliardi di dollari, ma produrrebbero solo un piccolo incremento alla crescita economica e all'occupazione. Lo rivela una nuova analisi condotta dal Yale Budget Lab, un centro di ricerca dell'università di Yale. Questa cifra cancherebbe più di un anno di entrate dai dazi doganali, non lasciando risorse per gli altri utilizzi promessi dal presidente, come ridurre il debito pubblico o aiutare gli agricoltori.
Dopo mesi in cui ne aveva parlato sporadicamente, Trump e la sua squadra economica hanno iniziato a discutere più attivamente di questa proposta negli ultimi giorni. Il presidente sta cercando di fare pressione sulla Corte Suprema affinché confermi l'intero suo programma di dazi. Lunedì sera, parlando con i giornalisti nello Studio Ovale, Trump ha dichiarato che gli assegni comincerebbero ad essere distribuiti a metà del 2026. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha però avvertito che il Congresso dovrebbe approvare una legge per autorizzare questi pagamenti, un esito tutt'altro che scontato.

La spinta verso questa misura arriva in un momento in cui gli Stati Uniti affrontano una crescente crisi del costo della vita, che sta già creando problemi politici ai Repubblicani. Il calendario proposto farebbe arrivare gli assegni nelle mani degli elettori poco prima delle elezioni di metà mandato del 2026, appuntamento elettorale cruciale per il controllo del Congresso.
Secondo l'analisi del Yale Budget Lab pubblicata lunedì sera, i pagamenti promessi costerebbero circa 450 miliardi di dollari. Il calcolo presuppone che gli assegni da 2.000 dollari vengano distribuiti a tutti gli individui nel paese con un reddito inferiore a 100.000 dollari. Per contestualizzare questa cifra, il governo ha raccolto 195 miliardi di dollari in entrate dai dazi nell'anno fiscale 2025 e si prevede che raccoglierà circa 420 miliardi nell'anno fiscale 2026.
I ricercatori di Yale hanno stimato che gli assegni produrrebbero un aumento del Prodotto Interno Lordo dello 0,3% nel 2026 e un incremento dell'occupazione dello 0,15%. Questi effetti, però, svanirebbero col tempo, hanno precisato i ricercatori. Si tratta quindi di benefici economici piuttosto modesti rispetto al costo dell'intervento.
Un dato interessante emerso dallo studio riguarda l'inflazione. Nonostante i timori che un altro pagamento simile agli stimoli economici potesse avere un impatto inflazionistico come quello dei trasferimenti diretti dell'era Biden, Yale ha calcolato un aumento dell'inflazione inferiore allo 0,1% nei prossimi anni. Questo suggerisce che l'impatto sui prezzi sarebbe molto contenuto.
I prossimi passi rimangono incerti. La decisione della Corte Suprema sul programma dei dazi è ancora in sospeso e il Congresso è impegnato in altre questioni, come l'imminente votazione sui documenti relativi a Jeffrey Epstein. Resta da vedere se e quando i legislatori prenderanno in considerazione una legge per autorizzare questi pagamenti diretti ai cittadini.
