Guerra dei dazi: L'Europa pronta alla rappresaglia mentre il Regno Unito cerca una nuova via diplomatica

L'Unione Europea si sta preparando a fronteggiare una potenziale guerra commerciale con gli Stati Uniti, mentre il Regno Unito tenta di fare da ago della bilancia nei rapporti sempre più tesi tra Washington e Bruxelles.

Guerra dei dazi: L'Europa pronta alla rappresaglia mentre il Regno Unito cerca una nuova via diplomatica

Le tensioni commerciali tra le due parti dell'Oceano Atlantico hanno raggiunto un nuovo apice con l'annuncio da parte di Trump di dazi del 25% sulle merci provenienti da Messico e Canada e del 10% sui beni cinesi.

Sebbene i dazi su Messico e Canada siano stati temporaneamente sospesi dopo accordi preliminari raggiunti con i due Paesi, l'Amministrazione americana ha già lasciato intendere che l'Unione Europea potrebbe essere il prossimo bersaglio, con il presidente Donald Trump che ha accusato senza mezzi termini il blocco di aver trattato gli Stati Uniti "in modo atroce".

La risposta europea non si è fatta attendere. Il cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz ha sottolineato che l'UE dispone di vari "strumenti" per reagire a questa minaccia, mentre il Ministro dell'Industria francese Marc Ferracci ha evidenziato la necessità di una risposta mirata.

I funzionari europei hanno, comunque, già predisposto piani di contingenza che prevedono, tra le altre misure, l'acquisizione di maggiori quantità di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti – come richiesto da Trump per disinnescare la crisi dei dazi – ed, in caso contrario, la possibilità di imporre dazi fino al 50% su una serie di prodotti americani, se necessario.

Il delicato equilibrio britannico

In questo scenario complesso, il primo ministro laburista britannico Keir Starmer si appresta a diventare il primo premier del Regno Unito a partecipare a un vertice UE post-Brexit.

La sua visita a Bruxelles segna un tentativo di "reset" nelle relazioni, con diverse potenziali concessioni sul tavolo. Tra le proposte in discussione figurano l'adesione a un accordo commerciale con l'UE e l'istituzione di un nuovo schema di visti per i giovani europei, finalizzato a favorire studio e residenza nel Regno Unito.

Starmer sta inoltre valutando l'allineamento della politica britannica in materia di emissioni di gas tossici a quella europea, nonostante gli analisti avvertono del rischio di un conseguente aumento dei prezzi.

La Ministra degli Interni, Yvette Cooper, ha dichiarato che la Gran Bretagna è pronta a considerare iniziative volte ad aumentare il libero scambio, tra cui la possibile adesione alla Convenzione Pan-Euro Mediterranea (PEM).

Il vertice di Bruxelles affronterà anche temi legati a difesa e sicurezza, con il Regno Unito interessato a ottenere contratti di appalto e a definire un quadro di incontri regolari tra funzionari britannici ed europei.

Tuttavia, la strategia di Starmer non è esente da critiche. L'opposizione, guidata da Andrew Griffith, Segretario di Stato ombra conservatore per le imprese e il commercio, sostiene che il premier laburista dovrebbe dare priorità a un accordo commerciale con gli Stati Uniti.

Il Partito Conservatore, sempre più influenzato dalla destra, sente infatti la pressione di Nigel Farage e nel suo Reform Party come un forte avvertimento contro un eccessivo allineamento con l'UE, ritenuto da molti come un tradimento degli ideali della Brexit.

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