Guerra commerciale tra Stati Uniti e Canada: Trudeau dice no ad una cancellazione parziale dei dazi
Dopo l'imposizione di pesanti dazi sulle merci canadesi, il Primo Ministro uscente promette una risposta decisa e accusa Washington di voler "annettere" il Canada.
Il Primo Ministro uscente canadese Justin Trudeau terrà oggi un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il primo contatto diretto tra i due leader da quando l'Amministrazione americana ha imposto dazi su tutte le merci canadesi, affossando il libero scambio tra i due paesi.
Questo avviene mentre il governo canadese affronta le dichiarazioni contraddittorie provenienti da Washington, con i consiglieri del presidente che hanno prima suggerito possibili compromessi sui dazi, per poi affermare che i dazi saranno comunque applicate, forse a un tasso inferiore.
Possibili aperture americane
Dopo il crollo delle borse statunitensi seguito all'imposizione dei dazi, il Segretario al Commercio Howard Lutnick è apparso su Fox News Business a prima mattina affermando di star lavorando a un piano per "incontrarsi a metà strada", senza offrire chiarimenti concreti.
In un'intervista a Bloomberg Television, Lutnick ha ribadito che "ci saranno dazi, siamo chiari", aggiungendo però che il presidente potrebbe optare per "una via di mezzo" poiché Messico e Canada "stanno facendo del loro meglio", suggerendo che l'aliquota finale dei dazi potrebbe essere inferiore all'attuale 25%.
La risposta del Canada: rimozione totale o niente
Il Canada fa sapere però che non accetterà compromessi parziali e insisterà per una rimozione completa dei dazi, come ha dichiarato il Ministro delle Finanze Dominic LeBlanc.
"Non siamo interessati ad una qualche riduzione dei dazi. Vogliamo che l'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti e il Messico sia rispettato in pieno", ha affermato LeBlanc alla CBC. "I canadesi si sentono giustamente arrabbiati, frustrati e insultati dalle azioni commerciali di Trump".
Il Ministro ha tuttavia lasciato aperta una porta al dialogo:
"Se gli americani vogliono parlare con noi in modo costruttivo su come eliminare i dazi e tornare a costruire un'economia che funzioni per entrambi i Paesi, possiamo farlo".
Trump difende la sua strategia
Nel suo discorso al Congresso di questa notte, Trump ha ribadito il suo sostegno ai dazi:
"I dazi servono a rendere di nuovo ricca l'America e a rendere di nuovo grande l'America. Ci sarà qualche difficoltà, ma va bene così".
La risposta di Trudeau a queste parole è stata durissima. Il Primo Ministro ha accusato Trump di prendere di mira il suo alleato mentre si avvicina alla Russia, promettendo massicci dazi di ritorsione.
Trudeau ha detto agli americani di incolpare Trump per il dolore economico che sarà causato da questa guerra commerciale:
"Il vostro governo ha scelto di farvi questo. Quello che vuole è vedere un collasso totale dell'economia canadese, perché questo renderà più facile annetterci. Ma non diventeremo mai il vostro 51° Stato".
Impatto sulla politica interna canadese
La crisi con gli Stati Uniti sta influenzando anche la politica interna canadese. Trudeau si era dimesso da leader del Partito Liberale a gennaio in un momento di profonda impopolarità, con i sondaggi che mostravano il suo partito destinato alla sconfitta nelle elezioni.
Tuttavia, l'inizio dell'Amministrazione Trump ha coinciso con un cambiamento nelle fortune del partito. La maggior parte dei sondaggi ora mostra i Liberali in svantaggio solo di poco, e un sondaggio Ipsos ha addirittura dato al partito di Trudeau il suo primo vantaggio dal 2021 in poi.
Boicottaggi e reazioni culturali
Il deterioramento delle relazioni tra i due Paesi ha già avuto ripercussioni culturali. I tifosi canadesi hanno iniziato a fischiare l'inno nazionale americano alle partite di hockey, mentre diverse province canadesi hanno annunciato piani per rimuovere i liquori statunitensi da alcuni negozi di alcolici.
Alcune aziende e consumatori canadesi hanno iniziato a boicottare i prodotti americani. Le caffetterie canadesi hanno rinominato gli Americanos "Canadianos", in una mossa che ricorda i tentativi americani di ribattezzare le french fries come "Freedom Fries" durante la guerra in Iraq.
Sebbene il Canada sia economicamente più dipendente dagli Stati Uniti che viceversa, Trudeau ha sottolineato che anche gli americani sentiranno gli effetti delle tensioni commerciali.
"Probabilmente continueremo a fischiare l'inno americano", ha affermato, segno che le ferite legate alla guerra commerciale potrebbero continuare a lungo termine.