Gli Stati Uniti difendono i dazi sull'isola remota di pinguini e foche

Washington difende le tariffe sulle isole Heard e McDonald, territori disabitati dell’Australia. Le autorità di Canberra parlano di errore, ma per gli USA è una misura contro pratiche elusive.

Gli Stati Uniti difendono i dazi sull'isola remota di pinguini e foche

Il Segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, ha giustificato l’introduzione di nuovi dazi su territori remoti e disabitati come le isole Heard e McDonald, affermando che si tratta di una misura necessaria per contrastare pratiche elusive nel commercio internazionale. La decisione ha suscitato perplessità a livello internazionale, in particolare in Australia, paese a cui appartengono le isole interessate, situate a circa 4.000 chilometri dal continente.

In un’intervista alla CBS, Lutnick ha spiegato che l’inclusione delle isole nella lista dei nuovi dazi promossi dall’amministrazione Trump ha lo scopo di evitare che queste diventino “scappatoie ridicole” utilizzate per eludere le barriere tariffarie statunitensi. “Se si lascia qualcosa fuori dalla lista, i paesi che cercano fondamentalmente di aggirare l’America passano attraverso quei paesi per arrivare a noi,” ha dichiarato Lutnick, aggiungendo che “il Presidente lo sa, ne è stanco e risolverà questo problema”.

La mossa ha provocato una reazione di sorpresa da parte delle autorità australiane. Il ministro del Commercio Don Farrell ha definito le tariffe “chiaramente un errore” e sintomatiche di un “processo affrettato”, esprimendo le proprie riserve durante un’intervista all’Australian Broadcasting Corporation.

Le isole Heard e McDonald, situate nell’Oceano Meridionale e popolate unicamente da pinguini, foche e altri animali marini, non hanno alcuna presenza umana permanente. Tuttavia, le autorità statunitensi sembrano temere che possano essere utilizzate come piattaforme di trasbordo per merci destinate al mercato americano, approfittando di regole doganali meno stringenti o di classificazioni ambigue.

Il trasbordo – il trasferimento di merci da una nave all’altra o da un porto intermedio – è una pratica comune nel commercio globale. Ma secondo l’organizzazione Pew Charitable Trusts, può anche essere sfruttato per mascherare l’origine dei prodotti o per aggirare restrizioni commerciali. Nel Pacifico occidentale e centrale, ad esempio, il trasbordo è spesso usato per movimentare illegalmente centinaia di milioni di dollari di tonno e specie affini ogni anno, stando alle stime dell’organizzazione.

Nonostante l’apparente intento precauzionale, i dati disponibili suggeriscono un traffico commerciale estremamente limitato tra le isole Heard e McDonald e gli Stati Uniti. Secondo la Banca Mondiale, nel 2022 le esportazioni da questo territorio verso gli USA hanno raggiunto un picco di 1,4 milioni di dollari, quasi interamente costituiti da beni non specificati nella categoria “macchinari ed elettronica”.

Un caso simile riguarda anche il territorio britannico dell’Oceano Indiano, anch’esso incluso nella lista dei dazi. Il territorio, popolato esclusivamente da personale militare e accessibile solo con permesso, ha esportato negli Stati Uniti beni per un valore di 414.350 dollari nello stesso anno, sempre secondo i dati della Banca Mondiale.

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