Gli Stati Uniti annunciano accordi commerciali con quattro paesi latinoamericani
L'amministrazione Trump eliminerà i dazi su prodotti selezionati da Argentina, Ecuador, Guatemala e Salvador in cambio di maggiore accesso ai loro mercati. Gli accordi puntano a ridurre i prezzi di caffè, banane e altri alimenti per i consumatori americani.
L'amministrazione Trump ha annunciato giovedì 13 novembre accordi quadro commerciali con Argentina, Guatemala, Ecuador e Salvador. Gli accordi prevedono l'eliminazione dei dazi americani su alcuni prodotti alimentari e altre merci provenienti da questi paesi, in cambio di un accesso facilitato delle aziende statunitensi ai loro mercati.
Gli Stati Uniti rimuoveranno i dazi su prodotti che non vengono coltivati, estratti o prodotti in quantità sufficienti sul territorio nazionale. Un alto funzionario americano, che ha chiesto l'anonimato, ha indicato come esempi banane e caffè dall'Ecuador, e cacao. Il Guatemala fornisce il 41% delle banane importate negli Stati Uniti e l'Ecuador il 19%. I dazi generali rimarranno invariati: 10% per i prodotti provenienti da Argentina, Guatemala e Salvador, con cui Washington ha un surplus commerciale, e 15% per quelli dall'Ecuador, con cui ha un deficit.
Gli accordi definitivi dovrebbero essere firmati entro due settimane. Il segretario al Tesoro Scott Bessent aveva anticipato mercoledì che sarebbero arrivati annunci significativi su prodotti che gli Stati Uniti non coltivano, come caffè, banane e altri frutti. L'obiettivo dichiarato è abbassare il costo della vita per gli americani, questione diventata urgente per il presidente dopo le sconfitte elettorali dei candidati repubblicani della scorsa settimana in New Jersey, New York e Virginia, dove le preoccupazioni per i prezzi elevati hanno pesato sul voto.
In cambio delle riduzioni tariffarie, i quattro paesi latinoamericani si sono impegnati ad aprire i loro mercati a prodotti industriali e agricoli statunitensi, eliminando barriere non tariffarie. L'Argentina, per esempio, faciliterà l'importazione di pollame e carne bovina americana. Tutti e quattro i paesi hanno inoltre accettato di non imporre tasse sui servizi digitali delle aziende statunitensi, rivendicazione centrale dell'amministrazione Trump. Gli accordi garantiscono anche l'accesso americano a minerali strategici.
I leader dei quattro paesi hanno accolto positivamente gli annunci. Il presidente argentino Javier Milei, alleato di Trump, ha definito l'accordo "una notizia straordinaria" e ha scritto sui social media che il paese è "fortemente impegnato a rendere di nuovo grande l'Argentina". Il ministro degli Esteri argentino Pablo Quirno ha dichiarato che l'intesa creerà le condizioni per aumentare gli investimenti statunitensi nel paese.
Il presidente salvadoregno Nayib Bukele, altro stretto alleato di Trump, ha pubblicato il testo dell'accordo su X con un solo commento: "Amici", accompagnato dalle bandiere dei due paesi. Il suo omologo guatemalteco Bernardo Arevalo ha parlato di una buona notizia per l'economia del paese, sottolineando che il 70% dei prodotti esportati negli Stati Uniti non sarà soggetto a dazi. Ha aggiunto che l'accordo rende il Guatemala "ancora più competitivo e attraente per gli investimenti".
Anche il governo ecuadoriano del presidente Daniel Noboa, che ha stretto una stretta alleanza con l'amministrazione Trump su narcotraffico e migrazione, ha celebrato l'intesa, affermando che darà impulso al settore delle esportazioni. L'Ecuador è un importante esportatore di banane, gamberi e petrolio.
Il funzionario americano ha spiegato che Washington sta conducendo trattative "molto costruttive" con altri paesi dell'America centrale e meridionale e potrebbe concludere ulteriori accordi entro fine anno. Giovedì si sono tenuti colloqui positivi anche con Svizzera e Taiwan. Il segretario di Stato Marco Rubio ha discusso questa settimana con il ministro degli Esteri brasiliano Mauro Vieira di un possibile quadro per le relazioni commerciali tra i due paesi. Il Brasile è il maggior produttore ed esportatore mondiale di caffè, ma le sue esportazioni verso gli Stati Uniti affrontano dazi del 50% imposti da Trump.
Questi accordi seguono uno schema simile a quelli annunciati in ottobre con alcuni paesi asiatici. L'amministrazione mantiene i dazi generali ma concede sgravi su prodotti specifici, mentre apre mercati esteri in modi inediti. Gli economisti osservano che i prezzi elevati che preoccupano gli elettori americani sono stati alimentati in parte proprio dai dazi all'importazione che Trump ha imposto su quasi tutti i paesi.