Dem avanti nei sondaggi, Trump in difficoltà su immigrazione e bilancio
Il sondaggio di luglio Strength In Numbers/Verasight segnala un margine di 4 punti per i democratici, forte opposizione ai tagli del “One Big Beautiful Bill” e scarso sostegno al nuovo partito di Elon Musk.

Gli elettori americani rimangono insoddisfatti dello stato della politica e pessimisti sulla direzione del Paese. Lo dice un sondaggio di luglio condotto da Verasight per Strength In Numbers su un campione di 1.500 adulti tra il 14 e il 16 luglio 2025.
Sul fronte elettorale, i democratici sono davanti nel voto alla Camera con il 47%, contro il 43% dei repubblicani e un 9% di indecisi. Questo margine di quattro punti, inferiore agli otto di giugno e ai sei di maggio, rientra comunque nel margine di errore del 2,7% e non consente di stabilire una tendenza chiara. Storicamente, il partito alla Casa Bianca tende a perdere terreno nei cicli di metà mandato: nel 2021-2022, ad esempio, i democratici erano avanti di tre punti nei sondaggi di inizio ciclo, ma finirono per perdere il voto popolare alla Camera con lo stesso scarto. Nel 2018, invece, i democratici ampliarono il loro vantaggio da sei a otto punti nei mesi precedenti alle elezioni.

Il sondaggio mette in luce un diffuso pessimismo: solo il 32% ritiene che gli Stati Uniti siano sulla “giusta strada”, contro il 58% che pensa siano “sulla strada sbagliata” e un 10% incerto. La percentuale di risposte negative è aumentata di tre punti da metà maggio, segnalando una crescente sfiducia verso la leadership politica, nonostante l’alternanza di cicli di notizie.
Il presidente Trump mantiene un tasso di approvazione basso: il 42% approva il suo operato, mentre il 57% lo disapprova (saldo negativo di 15 punti). L’unico ambito in cui Trump registra un lieve consenso è la sicurezza dei confini, dove ottiene il 51% di approvazione contro il 45% di disapprovazione. Sul fronte dell’immigrazione, un tema centrale della sua campagna 2024, il giudizio è peggiorato: il 45% approva la sua gestione, il 52% la disapprova. Ancora più negativa è la percezione delle espulsioni, con un saldo di 43% favorevoli e 53% contrari. Trump risulta inoltre in difficoltà su economia (42%/52%) e sanità, quest’ultima penalizzata dai tagli a Medicaid previsti dalla nuova legge di bilancio.

Il One Big Beautiful Bill Act, approvato dai repubblicani all’inizio di luglio, è al centro del dibattito pubblico e appare fortemente impopolare. Il 47% degli intervistati dichiara di aver sentito “molto” parlare del provvedimento, mentre un altro 33% ne ha sentito “abbastanza”. I tagli a Medicaid raccolgono il 62% di opposizione contro il 23% di sostegno, e identica è la percentuale di contrari ai tagli al programma di assistenza alimentare SNAP. Anche l’aumento dei fondi destinati al Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS), alla polizia di frontiera (CBP) e all’Immigration and Customs Enforcement (ICE) per il rafforzamento delle strutture di detenzione e il personale di frontiera è respinto dal 52% degli adulti, contro il 36% di favorevoli. Le misure fiscali, che includono l’estensione dei tagli alle tasse del 2017 e l’esenzione per gli straordinari e le mance, raccolgono il 45% di opposizione e solo il 39% di approvazione.
Il sondaggio evidenzia inoltre una domanda latente di alternative politiche: il 52% degli adulti ritiene necessario un grande partito terzo, mentre solo il 22% è soddisfatto del sistema bipartitico attuale. Tuttavia, l’entusiasmo per nuove formazioni si riduce quando si parla di opzioni concrete. Se un generico candidato indipendente per il Congresso otterrebbe un 41% di potenziali consensi (23% “abbastanza probabile” e 18% “molto probabile”), il supporto crolla al 7% per un candidato dell’“America Party” di Elon Musk, con un calo del 60% rispetto alla versione neutra della domanda. Questo risultato, frutto di un esperimento di sondaggio in cui metà del campione vedeva la domanda con il nome di Musk e l’altra metà senza, conferma che la popolarità teorica di un terzo partito non si traduce facilmente in sostegno reale.

Sul piano informativo, l’immigrazione e le espulsioni restano gli argomenti più ricordati dagli intervistati, seguiti dagli affari esteri e dal dibattito sui dazi. Le questioni economiche interne, pur rilevanti nei programmi dei partiti, risultano meno presenti nella percezione diretta degli intervistati. Tra le fonti di informazione, la televisione tradizionale rimane dominante: il 38% degli adulti dichiara di seguire regolarmente Fox News, il 36% ABC News, il 33% NBC e il 32% CNN. La stampa e i canali digitali mantengono però un peso significativo, con il 21% che legge il New York Times, il 15% il Washington Post e il 12% che segue il podcaster Joe Rogan.