Come vanno le trattative tra Stati Uniti e Unione Europea
Le negoziazioni tra Bruxelles e Washington avanzano, ma l'Europa rinvia ancora misure di ritorsione contro i nuovi dazi statunitensi. Prossimo incontro decisivo previsto a breve.
La Commissione europea non risponde, per ora, ai dazi statunitensi raddoppiati sull'acciaio e sull'alluminio, entrati in vigore mercoledì. La scelta di Bruxelles è quella di mantenere aperta la via diplomatica, nella speranza di trovare un accordo commerciale con gli Stati Uniti, evitando così una pericolosa escalation.
Il commissario europeo al commercio, Maros Sefcovic, dopo aver incontrato mercoledì a Parigi il suo omologo statunitense Jamieson Greer, ha dichiarato di essere ottimista sull'esito delle trattative in corso. Questa posizione riflette la strategia adottata dalla Commissione già da due mesi: evitare contro-misure immediate, dando spazio ai negoziati, nonostante gli improvvisi cambi di rotta del presidente Donald Trump.
Il 10 aprile scorso, infatti, Trump aveva annunciato una tregua di 90 giorni nella guerra commerciale globale, rinviando al 9 luglio ulteriori aumenti dei dazi, originariamente previsti per il 2 aprile. In quella circostanza, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva sospeso l'applicazione delle prime contromisure europee, avvertendo però che sarebbero state immediatamente attivate se i colloqui non avessero avuto esito positivo.
Le discussioni si sono intensificate dal 25 maggio scorso, dopo un colloquio telefonico diretto tra Trump e von der Leyen. I due leader hanno concordato un nuovo termine di quindici giorni per trovare una soluzione comune, rinviando di nuovo al 9 luglio la possibilità di ulteriori aumenti da parte statunitense. Trump, in questo modo, ha cercato di giocare sulla divisione tra i paesi europei, incontrando individualmente vari leader, tra cui Emmanuel Macron e Giorgia Meloni. Giovedì 5 giugno è prevista anche la visita del cancelliere tedesco Friedrich Merz alla Casa Bianca.
Le proposte europee sul tavolo sono diverse. Tra queste, un accordo commerciale limitato senza dazi sui beni industriali e alcuni prodotti agricoli secondari, l'aumento degli acquisti europei di gas naturale liquefatto americano e l'eliminazione di alcune normative tecniche che irritano Washington. Inoltre, Bruxelles valuta accordi settoriali per risolvere controversie come quelle sull'acciaio, l'alluminio e l'automobile, e prospetta una cooperazione più stretta con gli Stati Uniti per contrastare la Cina in materia di sicurezza economica.
Nonostante ciò, l'incertezza rimane. Trump ha imposto dazi del 50% su acciaio e alluminio, che si sommano a quelli del 25% sulle automobili e del 10% su molti altri beni, accentuando una disparità già evidente con l'UE, che non ha imposto ancora alcun dazio aggiuntivo.
All’interno dell’Unione europea emergono però posizioni contrastanti. Paesi come la Germania, i Baltici e l’Irlanda spingono per un atteggiamento prudente, temendo conseguenze economiche devastanti da una guerra commerciale con gli Stati Uniti. Al contrario, la Francia sostiene apertamente una risposta più decisa, ribadendo che ne va della credibilità stessa dell’Europa. Parigi, in particolare, vorrebbe rispondere ai nuovi dazi per poi negoziare da una posizione più forte.
Le misure di ritorsione europee sospese il 10 aprile riguardano 21 miliardi di euro di importazioni americane. La Commissione ha già predisposto una seconda lista di prodotti per circa 90 miliardi, pronta ad essere adottata rapidamente se necessario. Tuttavia, il valore totale delle contromisure europee (110 miliardi di euro) resta significativamente inferiore ai danni subiti dalle esportazioni europee negli USA, pari a circa 380 miliardi.
La Francia propone ulteriori misure, tra cui controlli più severi sulle esportazioni, una tassa sui ricavi pubblicitari dei colossi digitali statunitensi e un accesso limitato delle imprese americane ai mercati pubblici europei.
La settimana prossima sarà cruciale. Bruxelles deciderà se mantenere la linea della prudenza o adottare finalmente contromisure, in un momento in cui sembra sempre meno probabile che Trump possa rimuovere integralmente i dazi imposti finora.