Chi sono gli elettori che hanno votato Biden ma non Harris

Una ricerca di Lake Research Partners identifica gli elettori che hanno votato per Biden nel 2020 ma hanno scelto di non partecipare alle elezioni presidenziali del 2024. Lo studio rivela motivazioni economiche e strategiche per riconquistare questo segmento cruciale dell'elettorato democratico.

Chi sono gli elettori che hanno votato Biden ma non Harris
White House

Una ricerca condotta da Lake Research Partners tra aprile e giugno 2025 ha analizzato un fenomeno significativo delle elezioni presidenziali del 2024: i cosiddetti "Biden Skippers", elettori registrati che hanno sostenuto Joe Biden nel 2020 ma hanno scelto di non votare nella successiva competizione presidenziale. Lo studio, basato su un sondaggio di 822 partecipanti e focus group mirati, offre uno spaccato dettagliato di questo segmento dell'elettorato che potrebbe rivelarsi decisivo per le future strategie democratiche.

Il profilo demografico dei "Biden Skippers"

Il campione analizzato presenta caratteristiche demografiche specifiche: il 57% è composto da donne, il 52% da elettori bianchi, il 23% da afroamericani e il 17% da elettori latino-americani. Dal punto di vista dell'età, il 22% ha meno di 30 anni, mentre dal punto di vista educativo il 38% ha completato studi post-secondari. Geograficamente, gli stati del New England rappresentano il 6% del campione, mentre il 22% proviene dagli stati dell'Atlantico meridionale.

Un dato particolarmente significativo riguarda l'orientamento politico: il 62% si identifica come democratico, mentre dal punto di vista ideologico il 57% si definisce liberal. L'89% del campione proviene da stati non considerati "battleground", evidenziando come il fenomeno non si limiti alle aree più competitive dal punto di vista elettorale.

Le motivazioni dell'astensione

La ricerca ha identificato diverse ragioni che hanno spinto questi elettori a non partecipare al voto. Il 26% ha dichiarato di non aver gradito nessuno dei due candidati principali, considerando la scelta come "il minore tra due mali". Il 19% ha ritenuto che il proprio voto non avrebbe fatto la differenza nel risultato finale, mentre il 15% ha espresso disappunto per le politiche troppo conservative di Trump.

Un aspetto rilevante emerso dai focus group riguarda la percezione che l'astensione sia stata una scelta consapevole piuttosto che una conseguenza dell'apatia. Come ha spiegato una partecipante latina: "Per me è stata una decisione consapevole, non ho fatto alcuno sforzo perché sapevo già come sarebbe andata a finire, mi ha scoraggiato così tanto che non mi sono nemmeno preoccupata".

Il 14% degli intervistati ha indicato come fattore determinante l'ingresso tardivo di Harris nella corsa presidenziale senza aver partecipato a primarie, mentre una percentuale simile ha espresso insoddisfazione per i limitati progressi ottenuti dopo il 2020.

Le questioni economiche al centro delle preoccupazioni

Lo studio rivela che le questioni economiche hanno giocato un ruolo centrale nella decisione di non votare. Gli elettori hanno espresso preoccupazioni sia per il costo della vita che per la percezione che Harris non stesse affrontando questioni economiche più profonde come povertà e disuguaglianza. Il 31% ha indicato problemi legati alle politiche economiche di Harris come fattore determinante nella decisione di astenersi.

In particolare, il 16% ha criticato l'assenza di un piano sufficientemente forte per ridurre il costo della vita, mentre il 15% ha ritenuto che Harris si concentrasse troppo sui proprietari di casa e la classe media, trascurando questioni più profonde. Il messaggio economico della campagna Harris non ha trovato risonanza tra questi elettori, diventando il principale motivo di insoddisfazione per il 31% del campione.

Preferenze ipotetiche di voto e orientamenti futuri

Analizzando le preferenze ipotetiche, emerge che se questi elettori avessero partecipato al voto, oltre la metà (56%) avrebbe sostenuto Harris, contro solo un quarto che avrebbe votato per Trump. I votanti più giovani si sono mostrati più inclini verso candidati di terze parti, con il 30% degli under-30 che ha indicato questa preferenza.

Per quanto riguarda le elezioni del Congresso, se si tenessero oggi, il 62% del campione voterebbe per il candidato democratico, mentre solo il 19% sceglierebbe il repubblicano. Questo dato suggerisce che, nonostante l'astensione presidenziale, il legame con il Partito Democratico rimane sostanzialmente intatto.

Strategie di riconquista e messaggi efficaci

La ricerca ha testato diversi messaggi per valutarne l'efficacia nel riconquistare questi elettori. I messaggi più convincenti si sono concentrati sulla presentazione dei democratici come "combattenti" contro un sistema economico distorto. Il messaggio più efficace sottolineava la necessità di un Partito Democratico che "si opponga fermamente all'amministrazione Trump" e che unisca "il popolo americano indipendentemente da etnia, classe o codice postale contro questa ostile presa di potere governativa".

Le questioni che motiverebbero maggiormente questi elettori a votare per i democratici nelle elezioni del 2026 includono l'accesso a un'assicurazione sanitaria accessibile e sicura (62%), il rafforzamento dell'applicazione delle leggi contro l'evasione fiscale dei ricchi (62%), e il mantenimento delle tasse sulle famiglie lavoratrici a livelli sostenibili (60%).

Consumo mediatico e informazione politica

Lo studio rivela un panorama mediatico frammentato tra questi elettori. YouTube, le notizie via cavo come CNN o MSNBC, e Facebook rappresentano le principali fonti di informazione, ma nessuna fonte raggiunge più di un quarto del gruppo. Quasi la metà degli intervistati (49%) controlla le notizie più volte al giorno, e tre quarti seguono da vicino le notizie politiche.

Interessante notare come i repubblicani e i potenziali elettori di Trump fossero molto più propensi a citare YouTube e Twitter come fonti principali, mentre i democratici e i potenziali elettori di Harris si affidavano maggiormente alle notizie televisive via cavo, ai siti web di notizie e a Facebook.

Valutazioni sulle figure politiche

Tra le figure democratiche, Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez ottengono i punteggi di gradimento più alti tra questi elettori, con il 78% e il 67% rispettivamente che esprime un giudizio favorevole. Al contrario, Trump registra un gradimento del solo 34%, mentre Elon Musk si ferma al 35% e i repubblicani MAGA al 31%.

Per quanto riguarda i democratici al Congresso, il 67% degli intervistati esprime un'opinione favorevole, contro il 38% per i repubblicani e appena il 31% per i repubblicani MAGA. Significativo anche il dato sulla percezione di Trump come presidente: oltre due terzi degli elettori (66%) valuta negativamente la sua performance presidenziale, con oltre la metà (53%) che la considera "scarsa".

La ricerca evidenzia come questi elettori, pur avendo disertato le urne nel 2024, rappresentino un potenziale bacino di voti per i democratici, a condizione che vengano sviluppate strategie comunicative e programmatiche adeguate alle loro preoccupazioni economiche e aspettative di cambiamento reale.

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