Zelensky propone un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni in Ucraina a partire dal 12 maggio
Kyiv e gli alleati occidentali hanno offerto alla Russia un cessate il fuoco totale e incondizionato. Mosca però ha accettato di valutare solo se cesseranno le forniture militari all’Ucraina, una condizione inaccettabile per Kyiv.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato oggi, al termine di un vertice tenuto nella capitale ucraina con i leader europei Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer e Donald Tusk, e dopo un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, una proposta ufficiale rivolta alla Russia per un cessate il fuoco completo e incondizionato di almeno 30 giorni.
L’inizio della tregua proposta è previsto per lunedì 12 maggio e, se accettata da Mosca, tutte le operazioni militari via terra, aria e mare. Zelensky ha dichiarato chiaramente che eventuali condizioni poste da Mosca saranno considerate ”una tattica per prolungare la guerra”.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ribadito la determinazione degli alleati occidentali, avvertendo che ”in caso di rifiuto russo scatteranno nuove sanzioni su larga scala” contro Mosca, già coordinate con Washington e Bruxelles.
Fonti statunitensi, intanto, indicano che anche l’Amministrazione Trump inizia a considerare ora Vladimir Putin come ”il principale ostacolo alla pace” e starebbe già valutando ulteriori misure restrittive nei confronti del settore energetico russo, se il Cremlino decidesse di non aderire alla proposta di tregua.
La proposta di tregua, sostenuta esplicitamente dagli Stati Uniti e dai principali partner europei di Kyiv, rappresenta il tentativo più concreto fino ad ora di interrompere, almeno temporaneamente, il conflitto in corso da oltre due anni in Ucraina.
La posizione della Russia
La risposta del Cremlino, attraverso le dichiarazioni del portavoce Dmitry Peskov alla rete televisiva americana ABC News, è stata prudente ma vincolata a precise condizioni. Mosca ha infatti subordinato la propria adesione al cessate il fuoco all’interruzione immediata delle forniture occidentali di armi all’Ucraina, che secondo il Cremlino rappresenterebbero ”un vantaggio sleale” per Kyiv nel caso si concretizzasse la pausa nei combattimenti.
”Se parliamo di cessate il fuoco — ha affermato Peskov — occorre fermare l’afflusso quotidiano di armamenti all’Ucraina”.
Fonti citate dalla tv di Stato russa hanno confermato che Mosca valuterà la proposta, ma risponderà positivamente solo dopo aver ricevuto ”garanzie concrete” su questa condizione fondamentale, che però è inaccettabile per Kyiv considerata l’impossibilità di verificare che, a sua volta, Mosca non approfitti della tregua per armare le sue truppe al fronte per una nuova offensiva una volta conclusa.
In parallelo resta ancora formalmente in vigore la tregua unilaterale dichiarata da Mosca dal 7 all’11 maggio per l’80° anniversario della Vittoria sulla Germania nazista. Tuttavia, Kyiv ha accusato Mosca di aver già violato questa pausa con ripetuti bombardamenti di artiglieria nelle aree del fronte di Kherson e Donetsk. Zelensky ha liquidato l’iniziativa russa come ”un gesto simbolico e insufficiente”.
Allerta sicurezza americana
Nelle ultime ore, intanto, la situazione sul campo rimane molto tesa. L’ambasciata degli Stati Uniti a Kyiv ha diffuso ieri un avviso rivolto ai cittadini americani presenti in Ucraina, basato su ”informazioni credibili“ di intelligence relative a un potenziale ”grave attacco aereo” russo contro la capitale ucraina previsto per i prossimi giorni.
La preoccupazione è generata dalla pubblicazione, il 10 maggio, di numerosi NOTAM (avvisi ufficiali agli aviatori) che segnalano la chiusura dello spazio aereo russo sopra il poligono missilistico di Kapustin Yar, nella regione di Astrakhan, il 12 e 13 maggio dalle ore 06:00 alle 16:00 ora locale, dal suolo fino a quota illimitata.
Gli analisti dell’intelligence temono che queste misure possano indicare imminenti test missilistici, in particolare dei sistemi balistici avanzati Oreshnik. Precedenti chiusure simili sono state infatti correlate a lanci di missili ipersonici russi verso obiettivi in territorio ucraino.