Zelensky pronto ad andare alla Casa Bianca per chiudere l'accordo di pace con Trump

Il piano americano è passato da 28 a 19 punti dopo i negoziati di Ginevra. Restano nodi cruciali: territorio, dimensioni dell'esercito e garanzie di sicurezza. Il Cremlino avverte: se il testo cambia troppo, Mosca potrebbe rifiutarlo

Zelensky pronto ad andare alla Casa Bianca per chiudere l'accordo di pace con Trump
White House

Volodymyr Zelensky vuole incontrare Donald Trump "il prima possibile", forse già durante il fine settimana del Ringraziamento, per finalizzare l'accordo che dovrebbe porre fine alla guerra in Ucraina. Lo ha rivelato ad Axios il capo di gabinetto del presidente ucraino, Andriy Yermak, precisando che la maggior parte degli aspetti del piano sono stati concordati in linea di principio tra le delegazioni americana e ucraina. Il principale ostacolo rimasto, secondo Yermak, riguarda le concessioni territoriali: un nodo che Zelensky intende negoziare direttamente con Trump.

La proposta originaria americana, composta da 28 punti, è stata ridotta a 19 dopo i colloqui di Ginevra del fine settimana. Alcune richieste che non riguardavano direttamente la pace sono state eliminate, mentre altre sono state modificate per renderle più accettabili per Kiev. "Il mio suggerimento è dimenticare i 28 punti", ha detto Yermak con un raro sorriso. "La vita cambia così in fretta che ormai appartengono al passato".

Un funzionario americano ha confermato alla Nbc che "gli ucraini hanno accettato l'accordo di pace", aggiungendo che restano "alcuni dettagli minori da sistemare". Ma una fonte ucraina con conoscenza diretta dei negoziati ha offerto un quadro più sfumato alla Cnn: è stato raggiunto un "consenso" sulla maggior parte dei punti, ma permangono differenze sostanziali su almeno tre questioni cruciali.

La prima riguarda il territorio. Il piano originario prometteva alla Russia porzioni di Ucraina che non controlla ancora, provocando forti proteste da Kiev e dai suoi alleati europei. Washington aveva giustificato questa proposta sostenendo che l'andamento della guerra suggerisce che l'Ucraina perderà comunque quei territori. Ma secondo la fonte ucraina, una decisione definitiva su questo punto non è ancora stata presa.

La seconda questione riguarda le dimensioni dell'esercito ucraino. Il piano di 28 punti prevedeva un limite di 600 mila soldati. Un nuovo numero è stato proposto, ma Kiev chiede ulteriori modifiche prima di accettarlo.

Il terzo nodo è l'adesione alla Nato. La proposta originaria chiedeva all'Ucraina di rinunciare alle sue aspirazioni atlantiche. Secondo la fonte ucraina, questa richiesta è "inaccettabile" perché creerebbe un "cattivo precedente", dando di fatto alla Russia un potere di veto sulla Nato, un'organizzazione di cui non fa nemmeno parte. Yermak ha precisato che l'Ucraina non revocherà il suo impegno costituzionale a entrare nella Nato in futuro, pur riconoscendo che "viviamo nella realtà: non siamo nella Nato".

Sulle garanzie di sicurezza, invece, Yermak si è detto soddisfatto. "Penso che ora siano molto solide", ha affermato. "È una decisione storica del presidente Trump e degli Stati Uniti fornire queste forti garanzie di sicurezza, che l'Ucraina non ha mai avuto prima". Secondo il capo di gabinetto ucraino, le garanzie saranno "giuridicamente vincolanti" e c'è stata una "reazione positiva" da parte americana all'idea di inserirle in un trattato formale.

Il presidente Trump ha annunciato che il suo inviato speciale Steve Witkoff andrà a Mosca la prossima settimana per incontrare Vladimir Putin, e che potrebbe accompagnarlo il genero Jared Kushner. Contemporaneamente, il segretario dell'Esercito Dan Driscoll incontrerà la delegazione ucraina. Trump ha precisato che incontrerà Zelensky e Putin "solo quando l'accordo sarà definitivo o nelle sue fasi finali".

La reazione russa è stata cauta. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha dichiarato che mentre Mosca aveva "accolto con favore" il piano iniziale, "la situazione sarà fondamentalmente diversa" se la nuova versione si discosta dalle intese raggiunte tra Trump e Putin nei mesi scorsi. È un segnale che il Cremlino potrebbe rifiutare qualsiasi proposta che riduca le concessioni previste nel piano originario.

L'ex direttore della Central Intelligence Agency Leon Panetta ha suggerito che l'Ucraina dovrebbe "probabilmente" indicare di non voler entrare nella Nato per favorire l'accordo di pace. "Quello che probabilmente ha più senso in questo momento è che l'Ucraina indichi di non voler cercare l'adesione alla Nato, ma piuttosto di entrare nell'Unione Europea", ha detto alla Cnn. Anche l'ex comandante della Nato, l'ammiraglio in pensione James Stavridis, ha consigliato a Zelensky di concentrarsi sull'ingresso nell'Unione Europea. "La Nato arriverà prima o poi", ha aggiunto.

Mentre i negoziati proseguono, la guerra continua. Nella notte tra lunedì e martedì, attacchi russi su Kiev hanno ucciso almeno sette persone e ne hanno ferite altre tredici, tra cui un bambino. Le autorità ucraine hanno segnalato danni in tredici diverse aree della capitale. Zelensky ha ricordato agli alleati che "la guerra della Russia contro l'Ucraina non è ancora finita" e che Kiev ha ancora bisogno di "sufficiente sostegno per la difesa".

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che i negoziati sono a un "punto cruciale" e ha sottolineato l'importanza di "garanzie di sicurezza robuste" per Kiev. I leader della cosiddetta "coalizione dei volenterosi", riuniti martedì in videoconferenza con la partecipazione per la prima volta del segretario di Stato Marco Rubio, hanno ribadito che i confini dell'Ucraina "non devono essere cambiati con la forza" e che qualsiasi soluzione deve "coinvolgere pienamente l'Ucraina e preservarne la sovranità".

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