Zelensky: pronto a trattare con Putin, ma se l'Ucraina non entra nella NATO dateci le armi nucleari

Il presidente ucraino fornisce a Piers Morgan un aggiornamento sulle perdite in guerra, le prospettive negoziali con Putin e la richiesta di nuove garanzie di sicurezza per Kyiv in vista dei futuri negoziati di pace.

Zelensky: pronto a trattare con Putin, ma se l'Ucraina non entra nella NATO dateci le armi nucleari

Secondo le stime fornite dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista concessa al giornalista britannico Piers Morgan, dall’inizio del conflitto a febbraio 2022 sarebbero morti oltre 45.000 militari ucraini e circa 390.000 sarebbero rimasti feriti.

Zelensky ha anche parlato di un aumento delle perdite russe, che a suo avviso supererebbero ormai i 350.000 morti, con altri 50-70.000 dispersi e 600-700.000 feriti.

La disparità tra i soldati russi uccisi e feriti – un rapporto di uno a due, secondo Zelensky – sarebbe dovuta, a suo dire, a una gestione più precaria dei soccorsi in campo russo.

Le possibili trattative con Putin e il nodo della “legittimità”

Nello stesso colloquio, Zelensky ha aperto alla possibilità di colloqui diretti con Vladimir Putin, ribadendo di essere disposto a incontrarlo a patto di poter raggiungere la pace per il popolo ucraino senza ulteriori perdite di vite.

Il presidente ucraino, tuttavia, ha definito Putin un “nemico” e non prevede alcun atteggiamento conciliante sul piano personale.

Il Cremlino, dal canto suo, non riconosce la legittimità di Zelensky dopo la fine del suo mandato scaduto il 20 maggio 2024. Lo stesso Vladimir Putin si è detto convinto di recente che l’attuale presidente ucraino non possa quindi firmare alcun accordo di pace.

Zelensky ha replicato di aver ottenuto nel 2019 il sostegno del 73% degli elettori, e che l’unico ostacolo allo svolgimento di nuove elezioni è la legge marziale imposta in Ucraina: durante la guerra, infatti, secondo quanto previsto dalla Costituzione ucraina il Paese non può andare alle urne.

Il presidente ucraino ha promesso nuove elezioni non appena la fase più intensa del conflitto sarà terminata, spiegando che, per consentire il voto di militari, sfollati all’estero e cittadini nelle zone occupate, si dovrebbero comunque modificare leggi e Costituzione.

La questione della NATO e l’ipotesi delle armi nucleare

Zelensky, intervista da Piers Morgan sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, ha dichiarato che l’unico strumento solido e duraturo sarebbe l’ingresso nella NATO. Tuttavia, qualora il processo di adesione si rivelasse troppo lungo, ha ventilato l’idea di un possibile ritorno all’arma atomica.

In particolare, ha chiesto se vi fosse la concreta disponibilità a trasferire a Kyiv armi tali da contrastare un potenziale attacco nucleare da parte russa, qualora la prospettiva di entrare nell’Alleanza Atlantica restasse lontana nel tempo.

Questo tema si lega al ricordo del Memorandum di Budapest del 1994, con cui l’Ucraina rinunciò al proprio arsenale atomico in cambio di garanzie internazionali e russe sulla propria integrità territoriale.

Il Cremlino ha risposto alle dichiarazioni di Zelensky, affermando di sperare che l'Occidente comprenda "l'assurdità e il potenziale pericolo" dei discorsi sul possibile trasferimento di armi nucleari all'Ucraina.

Queste le parole di Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino, ai giornalisti russi:

"In generale, tali affermazioni rasentano la follia. Esiste un regime di non proliferazione nucleare. Mi piacerebbe sperare, in generale, che, pur nella situazione in cui le qualifiche dell'attuale generazione di politici in Europa lasciano molto a desiderare, ci sia ancora una certa sobria comprensione dell'assurdità e del potenziale pericolo di discutere di un argomento del genere in Europa".

Il ruolo di Washington, di Bruxelles e la figura del presidente Trump

Durante l’intervista, il presidente Zelensky ha auspicato che i futuri negoziati con la Russia coinvolgano anche gli Stati Uniti e l’Unione Europea.

Ha inoltre sottolineato come il nuovopresidente degli Stati Uniti, Donald Trump possa giocare un ruolo determinante nel sostenere Kiev e nel promuovere una svolta diplomatica.

In un momento in cui l’Ucraina fatica a riconquistare integralmente le regioni occupate con la sola forza militare, Zelensky ha dichiarato che una mediazione internazionale, affiancata da garanzie di sicurezza rafforzate, rappresenti la via più realistica per giungere a una soluzione che eviti ulteriori sacrifici umani.

Pur ritenendo inevitabile, in qualche misura, la riconquista totale del territorio, il presidente ha precisato di non voler mettere a rischio la vita di milioni di cittadini con operazioni militari prolungate e dall’esito incerto.

Per tale ragione, afferma, ha scelto di esplorare approfonditamente le vie della diplomazia, puntando a un accordo capace di ripristinare l’integrità dei confini e garantire un futuro di stabilità per il Paese.

Qui sotto l'intera intervista concessa da Zelensky a Piers Morgan pubblicata su YouTube della durata di circa un'ora e mezza.

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