Zelensky: “Gli Stati Uniti non forniranno più armi gratuite”

Zelensky conferma la fine del sostegno militare americano gratuito, mentre la Casa Bianca propone un controverso accordo economico. I voli di rifornimento riprendono dopo tre settimane di stop.

Zelensky: “Gli Stati Uniti  non forniranno più armi gratuite”
Immagine creata dall’intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Gli Stati Uniti non forniranno più gratuitamente armi all’Ucraina senza pagamento anticipato.

Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in quella che appare come una svolta nelle relazioni bilaterali con Washington.

“Se parliamo di nuovi pacchetti di aiuto, gli USA stabiliranno le condizioni che ritengono opportune. L’Amministrazione Trump ha ufficialmente chiarito che non ci sarà più supporto gratuito”, ha spiegato Zelensky.

Secondo dati recenti del Kiel Institute for the World Economy, tra febbraio 2022 e febbraio 2025, gli Stati Uniti hanno inviato all’Ucraina armi per un valore di 64,1 miliardi di dollari, quasi alla pari con gli altri alleati, guidati da Germania e Regno Unito (65,8 miliardi).

La riduzione della dipendenza dalle forniture militari statunitensi

Il presidente Zelensky ha sottolineato che circa il 40% dell’arsenale ucraino è ora prodotto internamente, mentre il restante 60% proviene principalmente da Stati Uniti e alleati europei.

Tra gli armamenti americani essenziali per l’Ucraina vi sono i missili antiaerei Patriot, fondamentali per intercettare i missili balistici russi che hanno colpito sia centri urbani che strutture militari ucraine, provocando numerose vittime civili.

Le forze ucraine utilizzano anche altri equipaggiamenti americani, come fucili M4, missili anticarro Javelin, sistemi di artiglieria HIMARS e carri armati M1A1 Abrams.

Particolarmente apprezzato tra le dotazioni fornite dagli Stati Uniti è il veicolo da combattimento Bradley, di cui l’Ucraina ha ricevuto oltre 300 unità.

Tuttavia, nel corso degli ultimi mesi Kyiv ha aumentato significativamente la capacità di riparazione e manutenzione autonoma di questi veicoli.

Inoltre, i militari ucraini tendono ora a preferire alcuni armamenti europei, come il carro armato Leopard 2 tedesco, considerato più semplice ed economico da gestire.

L’interruzione temporanea e la ripresa degli aiuti

All’inizio di marzo, la Casa Bianca aveva imposto un breve stop sugli aiuti militari all’Ucraina, inclusi gli aggiornamenti software per i caccia F-16, dopo lo scontro pubblico alla Casa Bianca tra i presidenti Trump e Zelensky.

Questo blocco è stato revocato dopo una settimana, e i dati del traffico aereo mostrano che dal 26 marzo i voli di rifornimento statunitensi verso l’hub NATO di Rzeszow, in Polonia, hanno ripreso regolarmente.

Oltre ai voli, le forniture militari continuano a giungere in Ucraina anche via mare (principalmente dai porti di Odesa e Ilychevsk) e via terra tramite Polonia e Romania.

La proposta economica controversa degli Stati Uniti

La Casa Bianca ha recentemente proposto un controverso accordo economico, chiedendo concessioni significative al settore privato americano per lo sviluppo dei settori energetico e minerario ucraini.

Secondo Zelensky, l’accordo, del valore teorico di 500 miliardi di dollari, prevederebbe investimenti minimi da parte degli USA con profitti garantiti.

Inoltre, i precedenti aiuti militari statunitensi verrebbero considerati un debito dell’Ucraina verso le aziende americane.

Zelensky ha categoricamente respinto questa ultima proposta.

Il presidente Donald Trump ha recentemente accusato Zelensky e l’Ucraina di aver “truffato” gli Stati Uniti per miliardi di dollari, sostenendo senza prove che ci siano stati furti di donazioni.

Tuttavia, i media e diverse organizzazioni di fact-checking hanno respinto tali affermazioni, evidenziando che l’assistenza effettiva ricevuta dall’Ucraina è significativamente inferiore alle cifre dichiarate da Trump.

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