Zelensky deluso dalla telefonata tra Trump e Putin: "Nessun progresso per il cessate il fuoco"
Zelensky e altri cinque leader europei hanno espresso delusione dopo una chiamata con il presidente Trump, che ha escluso sanzioni contro la Russia e insistito su negoziati bilaterali tra Mosca e Kiev. L’iniziativa statunitense si limita alla proposta di un "promemoria di pace" da parte di Putin.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e altri cinque leader europei hanno manifestato insoddisfazione dopo la chiamata tra il presidente Donald Trump e Vladimir Putin. I leader coinvolti si aspettavano che Trump annunciasse l’imposizione di nuove sanzioni contro la Russia, in caso di rifiuto di un cessate il fuoco, oppure un chiaro impegno a sostenere la linea occidentale. Invece, il presidente americano si è limitato a riferire che il leader russo aveva accettato di negoziare, escludendo però un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nei colloqui.
Durante la telefonata, Trump ha respinto esplicitamente l’idea di applicare sanzioni contro la Russia in questa fase del conflitto, dando l’impressione – secondo alcuni partecipanti – di voler ritirare completamente il proprio Paese dalla gestione della crisi. Alcuni dei leader presenti alla chiamata si sono detti “sorpresi” o persino “scioccati” dall’atteggiamento di Washington. In una dichiarazione successiva rilasciata nello Studio Ovale, Trump ha ribadito: “Penso che succederà qualcosa. E se non succede, mi tiro semplicemente indietro e dovranno continuare loro. Ancora una volta, questa era una situazione europea e sarebbe dovuta rimanere una situazione europea.”
La giornata era iniziata con una breve telefonata tra Trump e Zelensky, nel corso della quale il presidente americano ha chiesto al suo omologo ucraino cosa dire a Putin. Zelensky, che si è detto soddisfatto della consultazione iniziale, aveva chiesto a Trump di insistere su un cessate il fuoco immediato, minacciare nuove sanzioni e non offrire concessioni alla Russia senza consultare Kiev.
Successivamente, Trump ha ricontattato Zelensky in una seconda telefonata, questa volta allargata ai leader di Germania, Francia, Italia, Finlandia e Commissione Europea. Secondo Zelensky, la seconda chiamata è stata “più lunga e di carattere diverso” rispetto alla prima. Se da un lato una fonte europea ha definito la conversazione “costruttiva”, un’altra ha riportato che Zelensky l’ha giudicata “negativa”.
Nel corso del colloquio, Trump ha annunciato che Putin aveva accettato di avviare immediatamente negoziati diretti per un cessate il fuoco. L’affermazione ha provocato alcuni secondi di silenzio perplesso tra i leader, con Zelensky che ha fatto notare come Putin avesse già accettato in precedenza tale linea, e che un primo round di colloqui si era già tenuto il venerdì precedente a Istanbul. Trump non ha replicato direttamente a questa osservazione.
Sia Zelensky che altri leader hanno ricordato a Trump che era stata proprio sua l’idea di proporre un cessate il fuoco di 30 giorni come punto di partenza per il dialogo. Tuttavia, il momento di maggiore attrito si è registrato quando i partecipanti alla chiamata hanno chiesto chiarimenti sulla possibilità di sanzioni da parte degli Stati Uniti contro Mosca. Trump ha escluso questa ipotesi, dichiarando di non ritenerla una buona idea, poiché convinto che Putin desideri giungere a un accordo.
Durante la conversazione, la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni ha chiesto perché non si potesse concordare almeno un cessate il fuoco di due settimane in vista dei negoziati. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha invece domandato quali concessioni Mosca intendesse proporre. In risposta, Trump ha detto che Putin presenterà un “promemoria di pace” con le sue condizioni per un cessate il fuoco e per la fine della guerra. Il presidente americano ha aggiunto di aver chiesto al leader russo di avanzare “qualcosa su cui le persone possano essere d’accordo” e non una proposta destinata a essere respinta in partenza.
Zelensky ha ribadito che i precedenti round negoziali con Putin, compreso quello recente a Istanbul, non hanno prodotto risultati significativi, e ha insistito sul fatto che senza pressioni da parte americana, il Cremlino non avrà alcun incentivo a fare concessioni. I leader europei presenti hanno notato con perplessità come Trump sembrasse soddisfatto di quanto riferito da Putin, presentandolo come un progresso, nonostante non vi fosse alcun elemento concreto di discontinuità rispetto alla posizione russa precedentemente espressa.
Sul tema del formato dei negoziati, Trump ha sostenuto che Russia e Ucraina possono discutere direttamente, senza la presenza di mediatori internazionali, poiché solo le due parti “capiscono appieno i dettagli del conflitto”. Meloni e Merz si sono invece detti contrari a questa impostazione. La premier italiana ha affermato che “qualcuno deve fare da giudice”, mentre il cancelliere tedesco ha proposto un incontro con la partecipazione di tutte le parti interessate. In chiusura, Trump ha suggerito il Vaticano come possibile sede per i negoziati.