Washington prepara un nuovo "Ufficio della Rimigrazione" per le espulsioni di massa

Il Dipartimento di Stato annuncia una riorganizzazione che include tagli al personale e priorità ai rimpatri. Il nuovo ufficio segna un cambiamento netto: da rifugiati accolti a migranti espulsi

Washington prepara un nuovo "Ufficio della Rimigrazione" per le espulsioni di massa

Il Dipartimento di Stato americano intende istituire un nuovo "Ufficio della Rimigrazione" per rafforzare gli sforzi dell'amministrazione Trump nell’espulsione di milioni di immigrati. La notizia è stata anticipata da Axios, che ha citato un funzionario del dipartimento.

L'iniziativa fa parte di una più ampia riorganizzazione dell’agenzia, che comporterebbe tagli significativi a programmi e personale, con l’obiettivo di sostenere le priorità dell'amministrazione in materia migratoria. Il nuovo ufficio rappresenterebbe un'inversione di rotta per il Bureau of Population, Refugees, and Migration, storicamente incaricato di assistere i rifugiati, che ora vedrebbe parte delle sue funzioni riconvertite in operazioni di rimpatrio.

Secondo il funzionario citato, l’Ufficio della Rimigrazione sarebbe uno dei tre nuovi uffici funzionali creati all’interno del bureau. L'obiettivo dichiarato è “invertire il flusso” migratorio, cioè passare dall’accoglienza alla rimozione di persone considerate presenti irregolarmente sul territorio statunitense. La riorganizzazione prevede inoltre la soppressione di varie divisioni legate alla presenza americana in Afghanistan, inclusa quella che si occupava del reinsediamento degli alleati afghani.

Il termine "rimigrazione" ha suscitato preoccupazioni e critiche, soprattutto per la sua storia in Europa, dove è stato adottato da movimenti e partiti di estrema destra. Nella sua accezione europea, il concetto implica il rimpatrio forzato, spesso su base etnica o razziale, di immigrati e loro discendenti. È stato promosso da figure come Martin Sellner, noto influencer dell’estrema destra austriaca, e utilizzato da politici come Herbert Kickl in Austria e Alice Weidel, leader del partito tedesco Alternative für Deutschland (AfD).

Il funzionario americano ha rigettato queste associazioni, sostenendo che il nuovo approccio del dipartimento rappresenta solo un riallineamento operativo. "Population Refugee Migration era fondamentalmente un intero ufficio dedicato a portare persone negli Stati Uniti. [...] Ora stiamo semplicemente invertendo il flusso di migranti che non dovrebbero essere qui, per farli uscire dal paese", ha dichiarato.

La proposta inviata al Congresso spiega che le funzioni migratorie esistenti saranno consolidate in tre nuovi uffici, sotto l’autorità di un vice assistente segretario di Stato per le questioni migratorie. L’intento è quello di rifocalizzare il bureau sul supporto agli sforzi dell’amministrazione per “rimpatriare gli stranieri illegali nel loro paese di origine o status legale”.

In questa nuova struttura, l’Ufficio della Rimigrazione fungerà da centro operativo per le questioni legate all’immigrazione e al monitoraggio dei rimpatri. Pur non menzionandolo esplicitamente, il segretario di Stato Marco Rubio ha collegato l’intera riorganizzazione alla necessità di ridurre costi e burocrazia: "Negli ultimi venticinque anni, le operazioni domestiche del Dipartimento di Stato sono cresciute esponenzialmente, risultando in più burocrazia, costi più alti e meno risultati per il popolo americano. Il piano di riorganizzazione risulterà in un dipartimento più agile, meglio equipaggiato per promuovere gli interessi dell’America e mantenere al sicuro gli americani in tutto il mondo".

Tuttavia, sul sito ufficiale del dipartimento non è presente alcuna menzione dell’Ufficio della Rimigrazione, né esso compare nei nuovi schemi organizzativi pubblicati. Anche la dichiarazione di Rubio non fa riferimento diretto al nuovo ufficio, che secondo i critici potrebbe alimentare controversie legate alla legalità delle pratiche di espulsione.

L’amministrazione Trump ha già affrontato sfide legali in passato per i suoi metodi nel rimuovere immigrati dagli Stati Uniti. In almeno un caso, un individuo è stato espulso per errore e le autorità si sono rifiutate di permetterne il ritorno, nonostante il riconoscimento dell’errore. Alcuni immigrati sono stati trasferiti in una prigione in El Salvador nota per le sue condizioni estreme.

La proposta di creare un ufficio dedicato alla “rimigrazione” segna quindi un cambiamento profondo nella filosofia del Dipartimento di Stato. Storicamente concentrato sull'assistenza ai rifugiati e sui programmi umanitari, il bureau potrebbe ora diventare uno strumento centrale della politica di rimpatrio forzato voluta dalla presidenza Trump.

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