Wall Street in forte calo, persi tutti i guadagni dell'era Trump

Le politiche commerciali del presidente e i dati economici preoccupanti spingono i mercati sempre più in territorio negativo.

Wall Street in forte calo, persi tutti i guadagni dell'era Trump

La borsa americana ha aperto la settimana con pesanti perdite, mentre cresce la preoccupazione per lo stato dell'economia statunitense e per l'impatto delle politiche commerciali adottate dal presidente Trump.

I principali indici hanno registrato cali significativi, cancellando tutti i guadagni accumulati dalla rielezione del presidente.

Il Dow Jones Industrial Average ha perso oltre 890 punti, segnando un calo del 2,1%.

Ancora più marcate le perdite degli altri indici principali, con il Nasdaq in discesa del 4,0% e l'S&P 500 in calo del 2,7%.

Il crollo di oggi non rappresenta un episodio isolato: dall'inizio di marzo i mercati hanno mostrato un andamento costantemente negativo, in risposta a una serie di dati economici deludenti e ai continui annunci di nuovi dazi da parte dell'Amministrazione Trump.

I tre principali indici si trovano ora al di sotto dei livelli registrati il 5 novembre 2024, giorno della rielezione di Trump che aveva innescato un significativo rally di borsa.

A preoccupare Wall Street è soprattutto il timore crescente di una recessione, alimentato dai dati sull'occupazione sia nel settore pubblico che privato, dai sondaggi sulla fiducia dei consumatori e dai dati sull'inflazione.

Questi indicatori mostrano un'economia in fase di regresso rispetto ai progressi compiuti nei mesi finali dell'Amministrazione Biden.

Le tensioni sui mercati sono state amplificate dalla politica commerciale estremamente volatile del presidente Trump. I continui cambiamenti nell'imposizione dei dazi su prodotti messicani, canadesi e cinesi hanno scosso mercati e leader aziendali.

La scorsa settimana, il presidente ha sottoposto tutte le merci messicane e canadesi a dazi del 25%, per poi esentare le importazioni conformi all'Accordo Stati Uniti-Messico-Canada (USMCA), la revisione del NAFTA negoziata durante il primo mandato di Trump.

Il presidente ha inoltre minacciato di imporre ulteriori dazi sul legname e sui prodotti lattiero-caseari canadesi, ribadendo i piani per introdurre imposte reciproche sulle importazioni per rispecchiare i dazi applicati da altri Paesi sui prodotti statunitensi.

Se il governo messicano ha finora evitato ritorsioni, il Canada ha reagito imponendo dazi sui beni statunitensi, nuovi dazi sulle esportazioni energetiche canadesi e rimuovendo alcuni prodotti americani dagli scaffali. Diverse province canadesi si sono unite al governo federale in queste misure di rappresaglia.

La guerra commerciale avviata da Trump ha suscitato profonda preoccupazione tra gli economisti e persino tra alcuni membri del suo partito riguardo al potenziale impatto dei costi più elevati e delle minori esportazioni sull'economia americana.

Quando domenica gli è stato chiesto se fosse preoccupato di causare una recessione, Trump ha evitato una risposta diretta.

"Odio prevedere cose del genere," ha dichiarato a Maria Bartiromo durante la trasmissione "Sunday Morning Futures" quando gli è stato domandato se si aspettasse una recessione quest'anno.

"C'è un periodo di transizione, perché ciò che stiamo facendo è molto importante. Stiamo riportando ricchezza in America. È una grande cosa. E ci sono sempre periodi in cui ci vuole un po' di tempo. Ma penso che dovrebbe essere fantastico per noi."
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