Voice of America sotto pressione dopo la rielezione di Trump

L'emittente internazionale finanziata dal governo federale statunitense affronta sfide in aumento alla sua indipendenza editoriale.

Voice of America sotto pressione dopo la rielezione di Trump

Voice of America (VOA), l'emittente internazionale finanziata dal governo federale degli Stati Uniti, sta affrontando crescenti sfide alla propria indipendenza editoriale in seguito alla rielezione del presidente Donald Trump.

Negli ultimi mesi, sono aumentate le pressioni interne e le indagini nei confronti di giornalisti che hanno riportato critiche all'amministrazione.

Secondo quanto riferito da tre dipendenti di VOA, che hanno parlato a condizione di anonimato, l'Agenzia Statunitense per i Media Globali (USAGM), l'organizzazione madre di VOA, ha avviato indagini nei confronti di giornalisti per aver riportato critiche al presidente Trump o per aver fatto commenti percepiti come critici nei suoi confronti.

Diversi dipendenti hanno sollevato preoccupazioni riguardo a queste indagini durante un recente incontro con il direttore dell'emittente.

Gli stessi dipendenti hanno rivelato che almeno un paio di articoli contenenti critiche a Trump e alla sua Amministrazione sono stati bloccati prima della pubblicazione o significativamente modificati dopo essere stati pubblicati, in quello che appare come un tentativo di attenuare i toni critici verso l'Amministrazione.

Tra i casi più eclatanti figura quello di Steven Herman, uno dei giornalisti più noti di VOA, che è stato messo in "assenza giustificata" in attesa di un'indagine per determinare se la sua attività sui social media abbia "compromesso la percezione di obiettività e credibilità" dell'emittente agli occhi del pubblico.

Herman era stato precedentemente criticato dall'Amministrazione Trump per aver citato un gruppo di vigilanza anticorruzione che criticava i tagli all'USAID. Richard Grenell, inviato di Trump per "missioni speciali", aveva definito i commenti di Herman addirittura come "tradimento".

Non meno significativo è il caso di Patsy Widakuswara, storica responsabile dell'ufficio della Casa Bianca di VOA, che è stata riassegnata involontariamente ad altro incarico, sollevando sospetti su un tentativo di ridurre le frizioni con l'amministrazione Trump.

I giornalisti di VOA sono preoccupati per il futuro dell'emittente da quando Trump ha annunciato la sua intenzione di nominare Kari Lake, ex conduttrice televisiva che ha frequentemente diffuso teorie del complotto, alla guida dell'organizzazione.

Lake ha dichiarato che la copertura giornalistica dell'emittente sarà libera da quello che ha descritto come "sindrome da derangement per Trump". Trump ha anche nominato Brent Bozell, attivista conservatore e critico dei media, per dirigere l'USAGM. La sua nomina richiede la conferma del Senato.

Non è la prima volta che VOA affronta pressioni durante un'amministrazione Trump. Nel 2020, il presidente nominò Michael Pack alla guida dell'USAGM, il quale fu accusato di tentare di trasformare VOA in un portavoce dell'Amministrazione.

Un giudice federale stabilì che Pack aveva violato i diritti del Primo Emendamento dei giornalisti dell'emittente, e un'indagine federale successiva rilevò che aveva gestito male l'agenzia, abusando ripetutamente del suo potere.

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