Via libera della Corte suprema USA alle cause contro l’Autorità palestinese per attacchi terroristici in Israele

Con una decisione unanime, la Corte suprema conferma la costituzionalità della legge del 2019: le vittime americane potranno chiedere risarcimenti negli Stati Uniti per attacchi avvenuti all’estero

Via libera della Corte suprema USA alle cause contro l’Autorità palestinese per attacchi terroristici in Israele
Photo by Amik Agst / Unsplash

La Corte suprema degli Stati Uniti ha stabilito che una legge federale del 2019, che consente ai cittadini americani vittime di attacchi terroristici in Israele di citare in giudizio l'Autorità palestinese e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP), è conforme alla Costituzione. La decisione, approvata all’unanimità, conferma che il Congresso può legittimamente garantire alle vittime americane un forum giudiziario per ottenere risarcimenti, anche per attentati compiuti al di fuori del territorio statunitense.

Il caso riguarda specificamente la possibilità per cittadini statunitensi feriti, o per i familiari delle vittime decedute in attacchi terroristici in Israele, di agire legalmente contro le entità palestinesi presso i tribunali americani. La legge del 2019 era stata pensata per rafforzare il quadro giuridico già previsto dall’Anti-Terrorism Act, fornendo un nuovo fondamento legale per la giurisdizione civile negli Stati Uniti anche su episodi accaduti all’estero.

Il presidente della Corte suprema, John Roberts, ha scritto l’opinione della corte, sottolineando come “il governo federale ha un interesse estremamente convincente nel fornire un forum per le vittime americane per ritenere responsabili i perpetratori di atti di terrorismo internazionale che danneggiano i cittadini statunitensi.” Roberts ha inoltre evidenziato che tale interesse si estende anche al di là dei confini nazionali, ribadendo che “anche quando si trovano fisicamente al di fuori dei nostri confini, [i cittadini americani] rimangono sotto la particolare protezione della legge americana.”

Secondo il presidente della Corte, il governo nazionale ha quindi la corrispondente autorità di rendere “l’uccisione di un americano all’estero” punibile come reato federale, perseguibile nei tribunali statunitensi. La sentenza riafferma il principio che il Congresso può prevedere responsabilità civili e penali per chi colpisce cittadini americani, anche quando gli atti si verificano in territori stranieri e sono commessi da soggetti non statunitensi.

La decisione della Corte suprema ribalta una precedente sentenza di una corte d'appello federale, che aveva annullato un verdetto da 650 milioni di dollari in favore delle vittime. Quel verdetto si basava proprio sull’Anti-Terrorism Act, che consente agli americani di chiedere danni civili per atti di terrorismo internazionale. Tuttavia, la corte d’appello aveva stabilito che l’applicazione della legge violava il diritto al giusto processo garantito dal Quinto emendamento alla Costituzione, sostenendo che l’Autorità palestinese e l’OLP non avevano un legame sufficientemente stabile con il territorio degli Stati Uniti per essere soggette alla giurisdizione civile americana.

La legge del 2019 era stata approvata dal Congresso proprio per rispondere a quella sentenza e colmare un vuoto normativo. Essa stabilisce una serie di criteri specifici per la giurisdizione dei tribunali federali, tra cui il fatto che l’Autorità palestinese mantenga una presenza negli Stati Uniti, come ad esempio un ufficio o rappresentanti ufficiali. La Corte suprema ha ora chiarito che tale impostazione legislativa è compatibile con i principi costituzionali, respingendo l’argomentazione secondo cui imporre processi civili a entità straniere in queste circostanze costituirebbe una violazione dei loro diritti.

Con questa pronuncia, la Corte suprema rafforza la possibilità per le vittime americane di accedere a risarcimenti per danni legati al terrorismo, anche in contesti internazionali. La sentenza conferma anche la discrezionalità del Congresso nel definire i confini della giurisdizione federale per perseguire chiunque danneggi cittadini statunitensi attraverso atti di violenza deliberata.

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