Verso un accordo per il cessate il fuoco in Ucraina entro il 9 maggio?

Le trattative bilaterali tra Trump e Putin sollevano le preoccupazioni dell’UE per l’esclusione di Kyiv dal processo. Bruxelles si dice pronta ad appoggiare l'Ucraina anche se dovesse rigettare l'accordo.

Verso un accordo per il cessate il fuoco in Ucraina entro il 9 maggio?

Negli ultimi giorni i rapporti tra Stati Uniti e Russia sembrano aver intrapreso una svolta decisiva, aprendo nuove concrete prospettive per la fine del conflitto in Ucraina.

Il presidente americano Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin hanno dato, infatti, il via ai colloqui preliminari finalizzati a un accordo di cessate il fuoco in Ucraina, puntando a date simboliche come la Pasqua del 20 aprile o il 9 maggio, che segna l’ottantesimo anniversario della vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale.

Questa svolta è avvenuta dopo il 12 febbraio quando Trump ha contattato prima Putin e, poco dopo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

La decisione di non condividere anticipatamente questa iniziativa con gli alleati europei ha però suscitato notevoli malumori nelle cancellerie del Vecchio Continente.

L'obiettivo reale di Vladimir Putin

Secondo fonti vicine al Cremlino, citate dal Financial Times, la preoccupazione principale di Bruxelles è che Mosca possa ambire ad ottenere da Washington una nuova architettura di sicurezza in Europa, che le garantirebbe una sfera d’influenza sui Paesi ex sovietici paragonabile a quella ottenuta dall’Unione Sovietica dopo la conferenza di Yalta del 1945.

Come spiega Alexander Gabuev, direttore del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino:

"L'obiettivo finale per Putin è garantire che l'Ucraina non cada nel campo occidentale e sia privata della capacità di fare scelte indipendenti e sovrani sui suoi accordi di sicurezza".

Le reazioni dall’Europa, di Kyiv e di Mosca

La risposta europea non si è fatta attendere. Kaja Kallas, responsabile della diplomazia UE, ha dichiarato:

"L’Unione Europea è pronta a sostenere l’Ucraina, a patto che Kyiv non venga esclusa da un eventuale accordo. Se gli USA dovessero ridurre il loro impegno, la nostra assistenza potrebbe diminuire del 20%, ma continueremo a difendere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina".

Anche le dichiarazioni del Segretario alla Difesa Pete Hegseth al quartier generale della NATO hanno generato forti preoccupazioni a Bruxelles, dopo che lui ha suggerito che l'adesione dell'Ucraina all'Alleanza Atlantica non sarebbe un "risultato realistico" in qualsiasi accordo di pace per porre fine alla guerra in Ucraina.

Da parte sua il Ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha criticato "le concessioni pubbliche a Putin prima ancora che i negoziati siano iniziati", mentre la Francia ha messo in guardia contro una "pace attraverso la debolezza" che potrebbe avere implicazioni "drammatiche" per la sicurezza regionale.

Nel frattempo, anche il presidente ucraino Zelensky ha ribadito la necessità del coinvolgimento diretto di Kyiv in qualsiasi negoziato di pace.

"Non riconosceremo alcun accordo concluso senza la nostra partecipazione", ha affermato Zelensky, sottolineando come il coinvolgimento dell’Europa sia fondamentale per evitare che i colloqui si riducano a un dialogo esclusivamente bilaterale tra Washington e Mosca.

Il presidente ucraino ha sottolineato la necessità di un incontro preliminare con Trump per "decidere come fermare Putin" prima di qualsiasi colloquio diretto con i russi.

Successivamente Zelensky ha anche accusato Mosca di aver deliberatamente bombardato con i droni il sarcofago della centrale nucleare di Chornobyl che si trova nel territorio controllato dagli ucraini, causando danni ma per fortuna nessuna fuga radioattiva.

La popolazione ucraina mostra, intanto, sempre più segni di stanchezza dopo tre anni di resistenza, e, vista la situazione, in Ucraina cresce la consapevolezza che recuperare i territori perduti potrebbe non essere un obiettivo realistico nel medio termine.

Tuttavia, sul fronte, i comandanti mantengono la determinazione. Così afferma un comandante di compagnia vicino alla città assediata di Pokrovsk:

"Che gli Stati Uniti e Trump ci aiutino o meno, dobbiamo continuare a combattere. Per noi, questa è una questione di sopravvivenza".

Ben altri toni a Mosca, dove il Cremlino ha accolto con evidente soddisfazione questa apertura diplomatica del presidente americano.

"Putin ha trionfato su tutti", ha dichiarato Olga Skabeeva, una delle principali conduttrici della TV di Stato russa, mentre il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito "interessante" la nuova posizione americana.

Prospettive di disarmo e nuove sfide

Nel frattempo Trump ha anche annunciato l’intenzione di proporre a Russia e Cina un taglio significativo delle spese militari.

"Una volta risolte le situazioni in Russia e a Gaza, desidero incontrare i presidenti Xi e Putin per discutere il dimezzamento dei budget della difesa", ha dichiarato il presidente americano, aggiungendo che intende rilanciare i negoziati sulla riduzione degli arsenali nucleari.

Per intenderci, attualmente il budget della difesa russo per il 2024 è stimato in 462 miliardi di dollari (in termini di parità di potere d’acquisto), superando la spesa combinata di Unione Europea e Regno Unito (457 miliardi). Quello americano resta invece decisamente più elevato: 883,7 miliardi di dollari.

Trump ha anche avanzato la proposta di reintegrare la Russia nel G7, club da cui Mosca era stata esclusa nel 2014 a seguito dell’annessione della Crimea. Sebbene già sollevata nel 2020, l’idea non aveva ottenuto il consenso degli altri membri del gruppo.

Trump invitato a Mosca per le celebrazioni del 9 maggio

Infine, a chiara indicazione di un clima internazionale in mutazione, il Cremlino ha esteso un invito a Trump per partecipare alle celebrazioni del Giorno della Vittoria il 9 maggio a Mosca.

La Russia "sarà lieta di accogliere" il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alle celebrazioni del Giorno della Vittoria del 9 maggio, se deciderà di partecipare, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov al primo canale della TV di Stato russa. 

Secondo Peskov, la eventuale presenza di Trump sottolinea l'importanza di questa data, soprattutto nel contesto "del potenziale di conflitto e delle sfide che il mondo intero sta attualmente vivendo".

"Questo è un giorno che simboleggia la vittoria sul fascismo. E questo argomento, purtroppo, è oggi più attuale che mai. E quindi, se ci sono Paesi, e soprattutto grandi Paesi, che decidono di condividere con noi la gioia di questa vittoria e il significato di questo giorno, allora, naturalmente, noi, e in particolare il presidente Putin, saremo lieti di accoglierli a Mosca".

Quest’anno, l’evento assume un significato diplomatico particolare: oltre alla possibile presenza del presidente americano, hanno già confermato la loro partecipazione anche il premier slovacco Robert Fico, i presidenti di Serbia, Aleksandar Vučić, e del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, nonché il presidente cinese Xi Jinping, che ritorna a Mosca per la celebrazione dopo dieci anni di assenza.

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