Vance si candida a guidare l'America dopo Trump

Il vicepresidente americano chiude la conferenza di Turning Point a Phoenix promettendo "vittoria" e affermando che "il cristianismo è la fede dell'America". Riceve l'endorsement della vedova Kirk per le elezioni del 2028.

Vance si candida a guidare l'America dopo Trump
White House

Il vicepresidente J.D. Vance ha chiuso domenica 21 dicembre la conferenza annuale di Turning Point USA a Phoenix, Arizona, con un discorso che ha segnato l'inizio della sua campagna per la presidenza del 2028. Di fronte a circa 30.000 persone riunite al Phoenix Convention Center, Vance ha delineato una visione dell'America fondata su quello che ha definito "nazionalismo cristiano", ricevendo l'endorsement esplicito di Erika Kirk, vedova del fondatore dell'organizzazione Charlie Kirk e nuova amministratrice delegata di Turning Point USA.

"Se sentite la mancanza di Charlie Kirk, promettete di combattere per ciò per cui è morto?", ha chiesto Vance al pubblico, aggiungendo: "Amici miei, impegnatevi in questo e io vi prometto la vittoria". Charlie Kirk, attivista conservatore e fondatore di Turning Point USA, è stato assassinato a settembre durante un evento dell'organizzazione nel campus della Utah Valley University. Da allora, il movimento conservatore americano si interroga su chi guiderà la coalizione trumpiana dopo la fine dell'era Trump nel 2028.

Il 41enne ex senatore dell'Ohio, convertito al cattolicesimo, ha usato il palco di AmericaFest per dare al movimento MAGA ("Make America Great Again") un contenuto ideologico mai articolato così intensamente. "Gli americani hanno sete di identità", ha detto Vance. "Abbiamo sete di appartenenza. Abbiamo sete di un senso del nostro posto nel mondo". Per il vicepresidente, questa sete può essere placata solo da un cristianesimo militante. "Non sto dicendo che dovete essere cristiani per essere americani", ha precisato. "Sto dicendo qualcosa di più semplice e più vero. Il cristianismo è la fede dell'America, un linguaggio morale comune, dalla rivoluzione alla guerra civile e oltre".

Vance ha sostenuto che Donald Trump ha posto fine alla "guerra" dichiarata dalla sinistra contro il cristianesimo negli ultimi decenni, per espellerlo "dalle scuole, dai luoghi di lavoro e dagli spazi pubblici essenziali". Ma l'idea di liberazione proclamata dal vicepresidente non riguarda solo la religione. "Non dovete più scusarvi di essere bianchi", ha detto Vance, aggiungendo: "Non vi perseguitiamo per essere maschi, per essere eterosessuali, per essere gay, per essere qualsiasi cosa. L'unica cosa che chiediamo è che siate grandi patrioti americani".

Secondo il vicepresidente, però, una politica cristiana non può limitarsi alla "protezione dei feti e alla promozione della famiglia". Si tratta di un approccio globale al governo. Per proteggere la "dignità" di ogni lavoratore americano, ha spiegato, bisogna penalizzare le aziende che delocalizzano e limitare i visti di lavoro per gli stranieri. "Crediamo che si debba onorare il padre e la madre piuttosto che trasferire tutto il loro denaro all'Ucraina", ha affermato Vance.

La conferenza di quattro giorni ha rivelato le profonde divisioni che attraversano il movimento conservatore americano. Nei giorni precedenti, commentatori di peso come Ben Shapiro avevano criticato duramente figure controverse del movimento come Tucker Carlson e Nick Fuentes, podcaster noto per le sue posizioni antisemite. Shapiro aveva denunciato "ciarlatani che pretendono di parlare in nome di principi ma in realtà trafficano in complottismo e disonestà". Steve Bannon aveva risposto definendo Shapiro "un cancro" e dicendo che è "la cosa più lontana dal MAGA".

Vance ha evitato di condannare esplicitamente queste figure controverse, scegliendo invece di posizionarsi come unificatore del movimento. "Non sono venuto con una lista di conservatori da denunciare o da escludere", ha detto durante il suo intervento finale. Ha rifiutato l'idea di "test di purezza autodistruttivi senza fine" e ha affermato che c'è posto nel movimento "se amate l'America". "Non ci importa se siete bianchi o neri, ricchi o poveri, giovani o vecchi, rurali o urbani, controversi o un po' noiosi, o da qualche parte nel mezzo", ha dichiarato.

La posizione di Vance riflette una scelta strategica: al momento sembra concentrarsi sulla propria legittimità all'interno della base trumpiana, rifiutando di alienarsi voci influenti, per quanto estreme possano essere. Anche le invettive razziste online contro sua moglie Usha, di origine indiana e cultura non cristiana, non lo hanno mai spinto nell'ultimo anno a denunciare il suprematismo bianco. Ha preferito invece elogiare le qualità personali della moglie.

Erika Kirk, che ha preso le redini di Turning Point USA dopo l'assassinio del marito, ha promesso che l'organizzazione farà "eleggere l'amico di mio marito, J.D. Vance, come 48esimo presidente degli Stati Uniti nel modo più clamoroso possibile". Secondo lei, dalla morte di Charlie Kirk circa 140.000 persone hanno chiesto di entrare nell'organizzazione, che conta più di 3.000 sedi chiamate "Club America" nelle scuole superiori e 1.400 nelle università.

Turning Point USA rappresenta un asset fondamentale per qualsiasi candidato repubblicano. La sua rete di giovani militanti motivati, mossi da valori conservatori e fede cristiana, può fare la differenza negli stati chiave durante le primarie. Vance ha tenuto a chiudere i tre giorni di AmericaFest per fedeltà a Charlie Kirk, di cui ha accompagnato la salma dopo l'assassinio nello Utah. Il fondatore di Turning Point aveva sostenuto la prima candidatura di Vance nell'Ohio nel 2022, attirando donatori, e aveva svolto un ruolo importante nel suo riavvicinamento a Donald Trump.

Chi oserà sfidare Vance? L'altro pretendente più spesso citato è il segretario di Stato Marco Rubio, un ex falco conservatore che si è messo senza stati d'animo apparenti al servizio dell'agenda presidenziale. In un ritratto pubblicato di recente da Vanity Fair, Rubio ha dichiarato: "Se J.D. Vance si lancia nella corsa presidenziale, sarà il nostro candidato, e io sarò uno dei primi a sostenerlo". Trump stesso ha già suggerito un ticket tra i due uomini. Il senatore del Texas Ted Cruz, rappresentante di una linea filo-israeliana classica ma sempre meno popolare a destra, potrebbe anche entrare nell'arena, sostenuto da potenti donatori, ma con probabilità minime.

La conferenza ha visto anche la partecipazione a sorpresa della rapper Nicki Minaj, che ha parlato con entusiasmo di Trump e Vance. Durante il suo intervento, Minaj ha commesso una gaffe chiamando per errore Vance "assassino" invece di usare un termine diverso, ma Erika Kirk l'ha rassicurata dicendo che non c'era problema. Trump è intervenuto brevemente per telefono durante il discorso di suo figlio Donald Jr., che ha elogiato Vance e ha affermato: "Non dobbiamo niente al mondo, dobbiamo il sogno americano agli americani e abbiamo intenzione di mantenerlo".

Roger Stone, consulente repubblicano da quarant'anni, condannato nell'ambito dell'inchiesta sull'ingerenza russa durante le presidenziali del 2016 e graziato da Trump, non vede come un'altra candidatura seria oltre a quella di Vance potrebbe emergere all'interno del movimento. "Crediamo fermamente nell'egemonia e nell'ordine naturale delle cose, e lui è il candidato logico per l'investitura", ha spiegato. "Penso che sarà un candidato molto forte, suscita fascino tra i millennial. Ma sono altrettanto interessato all'identità del potenziale compagno di ticket. È arrivato il momento di una donna per il nostro partito". Stone ha citato il nome di Tulsi Gabbard, ex democratica e attuale direttrice dell'Ufficio del rensegnamento nazionale, nota per le sue posizioni favorevoli all'ex regime siriano e alla Russia.

La sfida per Vance è la possibile demotivazione degli elettori a causa del caos nella casa MAGA. Il movimento è confrontato con un rischio di ripiegamento su se stesso e di frammentazione. Tutti i sondaggi mostrano un massiccio disappunto degli elettori indipendenti, dei latinos e più in generale delle persone di colore, dovuto sia al costo della vita che alle incursioni degli agenti dell'ICE contro i clandestini. Per il momento, però, Vance resta su una linea identitaria, concentrandosi sulla propria legittimità all'interno della base trumpiana.

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