Usa e Russia trattano per ripristinare le forniture di gas russo all'Europa
Secondo un’inchiesta di Reuters, rappresentanti di Stati Uniti e Russia hanno avviato colloqui esplorativi sul ritorno del gas russo nel mercato europeo, in un contesto di negoziati per la fine della guerra russo-ucraina

Rappresentanti di Washington e Mosca hanno avviato colloqui sul possibile ripristino delle forniture di gas russo all’Europa. L’indiscrezione è stata riportata dall’agenzia Reuters, che cita otto fonti a conoscenza dei negoziati. Secondo quanto riferito dagli interlocutori dell’agenzia, il ritorno di Mosca sul mercato del gas dell’Unione Europea potrebbe rappresentare un elemento chiave per consolidare un accordo di pace con il presidente russo Vladimir Putin.
Le trattative si inseriscono nel quadro più ampio dei negoziati finalizzati a porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina. In questo contesto, due fonti citate da Reuters indicano che il tema delle forniture di gas è stato discusso tra l’emissario speciale del presidente Donald Trump, Steve Witkoff, e il rappresentante speciale del presidente russo per la cooperazione economica e gli investimenti con i paesi stranieri, Kirill Dmitriev.
Il possibile coinvolgimento degli Stati Uniti nel processo di ripristino delle forniture di gas russo potrebbe offrire a Mosca un’opportunità di superare le resistenze politiche presenti in Europa. Al contempo, permetterebbe a Washington di esercitare un certo controllo sui volumi di esportazione. Secondo le fonti consultate da Reuters, tra i temi affrontati nei colloqui vi sarebbe anche la possibilità di una partecipazione di investitori statunitensi in progetti legati al gasdotto Nord Stream o a Gazprom.
Tra le opzioni considerate emergerebbe la proposta di far acquistare il gas russo da una compagnia americana, che successivamente lo esporterebbe nel mercato europeo. In questa prospettiva, Gazprom, desiderosa di riprendere le forniture di gas verso l’Europa, starebbe valutando la possibilità di offrire ai clienti tedeschi contratti a breve termine, della durata di due anni, accompagnati da sconti rilevanti. Tale proposta rappresenterebbe una novità rispetto alla tradizionale politica commerciale della società russa, storicamente orientata alla stipula di contratti decennali con gli acquirenti.
Prima dello scoppio della guerra, il gas russo trasportato tramite gasdotto copriva circa il 40% del fabbisogno totale dell’Unione Europea, con la Germania come principale importatore. La quota si è ridotta progressivamente nel corso del conflitto: nel 2024 si attestava attorno al 10% dei volumi totali, per poi dimezzarsi ulteriormente nel gennaio 2025 a seguito della decisione dell’Ucraina di interrompere il transito del gas russo. Al momento, l’unico collegamento attivo che permette al gas russo di raggiungere il territorio dell’UE è il gasdotto Turkish Stream, attraverso il quale viene rifornita principalmente l’Ungheria.
Alla fine di gennaio 2025, anche il Financial Times aveva riferito di discussioni avviate da alcuni funzionari dell’Unione Europea circa la possibilità di riprendere l’acquisto di gas russo via gasdotto, nell’ambito di un eventuale accordo di pace con la Russia. Secondo tre fonti a conoscenza dei negoziati, l’ipotesi avrebbe trovato il sostegno di alcuni rappresentanti della Germania e dell’Ungheria, oltre che di altri Stati membri che vedrebbero nella misura un’opportunità per contenere il costo dell’energia. Tuttavia, la stessa proposta ha provocato una reazione negativa da parte di alcuni funzionari di Bruxelles e di diversi Paesi dell’Europa orientale, contrari alla ripresa delle forniture da Mosca.
Parallelamente, i Paesi europei continuano a essere tra i principali acquirenti del gas naturale liquefatto russo (GNL), nonostante i prezzi più elevati rispetto al gas trasportato via gasdotto. Le esportazioni di GNL dalla Russia hanno infatti raggiunto un record di 33,6 milioni di tonnellate nel corso del 2024.