Una crescita inclusiva: l'agenda economica del buon senso per i Dem
Per Matthew Yglesias la sinistra statunitense deve coniugare dinamismo del settore privato e protezione sociale, evitando le derive ideologiche e l'inazione tecnocratica

Matthew Yglesias, giornalista politico statunitense ed ex cofondatore di Vox, oggi autore della newsletter Slow Boring, propone una linea economica per il Partito Democratico: abbandonare le illusioni populiste e riscoprire una combinazione di crescita economica robusta e rete di protezione sociale efficace. Questo binomio rappresenta il primo punto del suo "Manifesto del buon senso democratico", che punta a dare una rotta pragmatica e orientata ai risultati per la sinistra americana.
Yglesias distingue il suo approccio da quello di altri critici della linea dei Democratici: se The Free Press critica la sinistra per favorire i Repubblicani e la riduzione delle tasse per i ricchi, Slow Boring lo fa con l'obiettivo di rendere i Democratici più competitivi e in grado di aiutare le fasce deboli. A suo giudizio, né le alleanze con i conservatori sociali né una radicalizzazione economica sono strade efficaci o sostenibili. L'idea che si possano superare le divisioni culturali con un programma puramente populista è, secondo Yglesias, una fantasia infondata.
La tesi centrale è che l'interesse materiale della classe lavoratrice non si esaurisce nella redistribuzione: occorre anche promuovere un settore privato dinamico. Gli Stati Uniti sono più ricchi dell'Europa e questo fa la differenza. Le scelte abitative di milioni di americani — ad esempio il passaggio da San Diego a San Antonio per case più grandi e accessibili — dimostrano l'importanza di crescita e opportunità, ma anche della presenza o meno di un sistema sanitario pubblico (come Medicaid) che cambia significativamente da uno Stato all’altro.
Yglesias sottolinea come sia necessaria una doppia strategia: da un lato una politica progressista che protegga i vulnerabili, dall’altro una politica economica che incentivi la crescita, promuova investimenti e rimuova ostacoli inutili allo sviluppo. Critica apertamente la tendenza di una parte della sinistra a vedere nella crescita un valore sospetto.
Secondo Yglesias, questo atteggiamento ostile alla crescita è dannoso, specie quando proviene da ambiti — come l’antitrust — che dovrebbero essere alleati nella lotta contro le pratiche anticoncorrenziali. Politiche di concorrenza, investimenti nella scienza di base, infrastrutture efficienti, internalizzazione dei costi ambientali, mercati trasparenti e stabilizzazione macroeconomica sono tutti strumenti fondamentali per un’economia sana e prospera. Tuttavia, ammonisce l’autore, l’approccio progressista non deve tradursi in un'applicazione indiscriminata e massimalista di ogni misura disponibile: anche qui serve disciplina e attenzione ai costi e benefici.
Il bilancio dell’amministrazione Biden non è del tutto negativo, ma secondo Yglesias ha mostrato limiti significativi. Dopo l’approvazione del American Rescue Plan, un massiccio pacchetto di stimolo della domanda, sarebbe stato necessario un passaggio deciso verso politiche di stimolo dell’offerta. Questo cambio di passo non è avvenuto. La Casa Bianca ha esitato su riforme strutturali — come l’abolizione del Jones Act, la riforma delle autorizzazioni per le grandi opere o il sostegno effettivo allo sviluppo edilizio — per non scontentare i sindacati o le organizzazioni ambientaliste.
Paradossalmente, mentre denunciava l’alto costo delle abitazioni, l’amministrazione alzava i dazi sul legname canadese e ridefiniva le regole sulle acque territoriali in modo penalizzante per i costruttori. Allo stesso tempo, ha adottato norme stringenti per la diffusione delle auto elettriche, alienandosi sia il principale produttore mondiale del settore sia i lavoratori dell’industria automobilistica.
Un esempio emblematico di questa incoerenza è, secondo Yglesias, la cancellazione dei debiti studenteschi, originariamente concepita come misura anticiclica prima del varo del American Rescue Plan. Portare avanti questa politica in un contesto inflazionistico, solo per rispettare una promessa elettorale datata, è definito dall'autore come "estremamente irresponsabile". Più in generale, Yglesias critica la tendenza dell’amministrazione Biden a perseguire obiettivi politici senza un’effettiva gerarchia di priorità economiche.
Yglesias ribadisce il valore della protezione sociale, ma insiste sulla necessità di valutare ogni intervento in base all’impatto effettivo sui lavoratori in difficoltà. Non è contrario alle politiche redistributive, ma nega che queste costituiscano un'alternativa alla crescita. Critica la protezione sindacale come forma di redistribuzione al contrario, sottolineando come i lavoratori del settore pubblico, altamente sindacalizzati, siano oggi più privilegiati della media e non rappresentino i reali bisognosi.
La proposta è chiara: un’agenda di buon senso deve concentrarsi su ciò che migliora realmente il tenore di vita materiale dei cittadini. Politiche regolatorie che limitano l’offerta di cure sanitarie o abitazioni, opposizione all’automazione da parte di categorie già avvantaggiate, e sussidi senza requisiti di efficacia sono forme di redistribuzione verso l’alto che la sinistra dovrebbe contrastare.