Un report del governo Trump sul clima accusato di distorcere la scienza

Un documento pubblicato dal Dipartimento dell’energia statunitense ha spinto l’amministrazione Trump a ritirare una decisione chiave del 2009 sul controllo delle emissioni. Diversi climatologi denunciano manipolazioni delle loro ricerche.

Un report del governo Trump sul clima accusato di distorcere la scienza
Photo by Patrick Hendry / Unsplash

Un nuovo report sul cambiamento climatico pubblicato il 29 luglio dal Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti è stato accusato da diversi scienziati di aver distorto intenzionalmente studi scientifici per minimizzare l’impatto dell’attività umana sul riscaldamento globale. Il documento ha fornito la giustificazione formale per la decisione dell’amministrazione Trump, annunciata martedì, di ritirare una misura adottata nel 2009 per regolamentare le emissioni di gas a effetto serra.

La controversia è esplosa giovedì 31 luglio, quando alcuni climatologi di rilievo hanno dichiarato all’Agence France-Presse (AFP) che i loro lavori, ampiamente citati nel rapporto, erano stati presentati in modo errato o selettivo. Il documento è stato redatto da un gruppo di lavoro in cui figurano John Christy e Judith Curry, entrambi in passato affiliati al Heartland Institute, un gruppo di pressione noto per le sue posizioni contrarie al consenso scientifico in materia di clima.

Benjamin Santer, climatologo e professore onorario presso l’Università di East Anglia nel Regno Unito, ha dichiarato all’AFP: “Il rapporto deforma completamente il mio lavoro.” In particolare, ha contestato le affermazioni contenute nella sezione relativa al raffreddamento della stratosfera, che secondo lui contraddicono le sue conclusioni. L’AFP e altri media, tra cui il sito statunitense Notus, hanno identificato nel rapporto citazioni scorrette, analisi sbagliate e errori di redazione.

Secondo Bor-Ting Jong, professoressa assistente alla Vrije Universiteit di Amsterdam, il rapporto non solo presenta affermazioni false sul modello climatico sviluppato dal suo team, ma utilizza anche una terminologia diversa che ne altera la corretta interpretazione. “Mi preoccupa che un’agenzia governativa pubblichi un rapporto destinato a orientare le politiche pubbliche senza un processo rigoroso di revisione tra pari, e distorcendo studi che invece sono stati sottoposti a tale processo”, ha spiegato all’AFP.

James Rae, ricercatore in climatologia all’Università di St Andrews in Scozia, ha confermato di aver subito un trattamento simile. Ha dichiarato che l’uso politico della scienza da parte dell’amministrazione Trump è “veramente agghiacciante”. Secondo Rae, il documento somiglia più a un “esercizio da studente universitario per distorcere la scienza del clima” che a un rapporto ufficiale proveniente da una delle principali istituzioni scientifiche mondiali.

Il Dipartimento dell’energia, contattato dall’AFP, ha fatto sapere tramite un portavoce che il rapporto è stato esaminato internamente da un gruppo di scienziati ed esperti in politiche pubbliche. È prevista una fase di consultazione pubblica prima della pubblicazione finale del documento nel registro federale.

L’episodio non è isolato. È la terza volta nel 2025 che scienziati denunciano all’AFP una manipolazione dei propri lavori da parte di agenzie federali statunitensi. Un precedente caso risale a maggio, quando la Casa Bianca ha modificato un rapporto su malattie infantili basato inizialmente su studi scientifici inesistenti.

Il nuovo documento rappresenta un ulteriore passo dell’amministrazione Trump nel mettere in discussione le basi scientifiche della lotta al cambiamento climatico. Dopo aver favorito negli ultimi mesi l’espansione delle fonti fossili e ridotto il ruolo delle agenzie ambientali federali, la strategia della Casa Bianca sembra ora estendersi alla revisione stessa delle evidenze scientifiche, in contrasto con la comunità accademica nazionale e internazionale.

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