Un giudice autorizza il rimpatrio di un attivista pro-Palestina ed ex studente della Columbia

La sentenza accoglie l’argomentazione del governo secondo cui la presenza del giovane siriano minaccerebbe la politica estera americana. Prosegue però il ricorso federale contro la detenzione.

Un giudice autorizza il rimpatrio di un attivista pro-Palestina ed ex studente della Columbia

Un giudice per l'immigrazione ha stabilito che Mahmoud Khalil, cittadino siriano con regolare permesso di soggiorno negli Stati Uniti ed ex studente della Columbia University, può essere espulso dal Paese. La decisione, emessa venerdì dal giudice Jamee E. Comans, è un importante risultato per l’amministrazione Trump.

Khalil, figura centrale nelle proteste universitarie contro la guerra a Gaza, è attualmente detenuto in Louisiana. La sua vicenda ha avuto ampia attenzione mediatica e politica negli Stati Uniti, soprattutto per il profilo giuridico e costituzionale che sta assumendo. L’ex studente, titolare di green card, era stato arrestato il mese scorso dagli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE). In un primo momento, l’ICE aveva comunicato la revoca del suo visto da studente; successivamente, venuta alla luce la sua condizione di residente legale, è stata revocata la green card, secondo quanto dichiarato dal suo legale.

Nel motivare la sentenza, il giudice Comans ha ritenuto "ragionevole in apparenza" l’argomento del governo, secondo cui la permanenza di Khalil negli Stati Uniti rappresenterebbe una minaccia alla politica estera americana. La difesa ha ora tempo fino al 23 aprile per presentare richieste che blocchino l’espulsione.

L’avvocato di Khalil, Marc van der Hout, ha criticato duramente la decisione in un comunicato ufficiale, definendola una "parodia del giusto processo" e "una flagrante violazione del diritto a un'udienza equa", oltre che una "strumentalizzazione della legge sull'immigrazione per reprimere il dissenso politico". Van der Hout ha inoltre sottolineato che la battaglia legale non è ancora conclusa.

Parallelamente, prosegue il ricorso presentato dal team legale di Khalil presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto del New Jersey. Il giudice federale Michael Farbiarz, che sta esaminando il procedimento di habeas corpus, ha ordinato alle parti di informare immediatamente la corte sull’esito dell’udienza davanti al giudice per l’immigrazione.

Nel contesto di questo ricorso, la difesa ha chiesto di contestare le prove del governo e di poter interrogare il Segretario di Stato Marco Rubio, autore di un memorandum che ha avuto un ruolo rilevante nel procedimento. Nel documento, Rubio ha sostenuto che consentire a Khalil di rimanere nel Paese "minerebbe la politica statunitense di combattere l’antisemitismo in tutto il mondo e negli Stati Uniti" e rappresenterebbe un ostacolo agli sforzi per "proteggere gli studenti ebrei da molestie e violenze".

Il memorandum non contiene accuse di natura penale nei confronti di Khalil e l’ex studente non sia mai stato incriminato per alcun reato. La difesa ha ribadito che il governo non ha fornito né analisi né prove concrete che dimostrino una minaccia alla sicurezza nazionale.

Le manifestazioni guidate da Khalil presso il campus della Columbia University avevano attirato una forte attenzione l’anno scorso, portando a tensioni e ad accuse di molestie antisemite rivolte ad alcuni manifestanti. Nel frattempo, il giudice Comans ha deciso di sospendere temporaneamente una delle accuse a carico di Khalil, relativa a una presunta frode in materia di immigrazione. Questo aspetto verrà valutato separatamente, in attesa di ulteriori sviluppi procedurali.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.