Un giudice respinge la maxi causa di Trump contro il New York Times

Un tribunale federale ha dichiarato irricevibile la denuncia del presidente, che chiedeva 15 miliardi di dollari al quotidiano per diffamazione. Il magistrato ha criticato la mancanza di argomenti chiari e di prove a sostegno.

Un giudice respinge la maxi causa di Trump contro il New York Times
Photo by Stéphan Valentin / Unsplash

Un giudice federale statunitense ha respinto, il 19 settembre, la denuncia per diffamazione presentata dal presidente Donald Trump contro il New York Times. La causa, depositata pochi giorni prima, chiedeva al giornale e a quattro suoi giornalisti un risarcimento di 15 miliardi di dollari, circa 12,7 miliardi di euro. Secondo il giudice Steven Merryday, la denuncia di 85 pagine viola le regole di procedura, è “inappropriata e irricevibile” e contiene una serie di affermazioni non dimostrate, senza che vengano esposti in modo chiaro i motivi del contendere.

La decisione stabilisce che la denuncia è respinta ma con la possibilità di essere riformulata entro 28 giorni, in una versione ridotta a un massimo di 40 pagine. Merryday ha sottolineato che il documento presentato rappresenta più una raccolta di insinuazioni che un atto giuridico coerente.

La causa prendeva di mira il quotidiano, quattro suoi giornalisti e una casa editrice che aveva pubblicato un libro ritenuto “lesivo” dal presidente. Trump accusava il giornale di aver diffuso un volume sull’origine della sua fortuna e tre articoli che definiva “falsi, maliziosi e diffamatori”.

Il New York Times ha reagito definendo l’azione legale “priva di fondamento”, spiegando che non poggia su alcuna base giuridica e ha come unico obiettivo quello di “mettere a tacere e scoraggiare il giornalismo indipendente”.

La denuncia è stata depositata poco dopo la pubblicazione di articoli del quotidiano relativi a una lettera attribuita a Trump e indirizzata al finanziere Jeffrey Epstein, condannato per reati sessuali e morto in carcere nel 2019. Il presidente ha negato di essere l’autore della firma riportata sulla lettera del 2003. Il New York Times, però, ha difeso la propria posizione, pubblicando altre lettere firmate da Trump tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila con firme giudicate molto simili a quella contestata.

Non si tratta della prima offensiva legale del presidente contro i media. Nel luglio scorso aveva chiesto almeno 10 miliardi di dollari di risarcimento al Wall Street Journal per un altro articolo legato a Epstein. In più occasioni Trump ha minacciato anche le reti televisive ABC e NBC, ventilando la possibilità di revocare le loro licenze di trasmissione per quella che ritiene una copertura a lui sfavorevole.

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