Un giudice dà ragione alla Casa Bianca e conferma la decisione di negare l’accesso ad Associated Press

Il giudice ha respinto la richiesta urgente presentata dell'agenzia di stampa nella disputa sul "Golfo d'America" voluto dal presidente Trump.

Un giudice dà ragione alla Casa Bianca e conferma la decisione di negare l’accesso ad Associated Press

Un giudice federale ha respinto lunedì la richiesta dell'Associated Press di ottenere un immediato ripristino dell'accesso al pool dei giornalisti della Casa Bianca.

Si tratta di un nuovo capitolo nello scontro in corso tra l'agenzia di stampa e l'Amministrazione del presidente Donald Trump, originata dal rifiuto dell'AP di adottare la nuova denominazione "Golfo d'America" al posto del tradizionale "Golfo del Messico".

Il giudice Trevor McFadden, nominato da Trump, ha negato la mozione dell'AP per un'ordinanza restrittiva temporanea, pur accettando di considerare in seguito una richiesta di ingiunzione preliminare.

La prossima udienza è fissata per il 20 marzo.

L'esclusione dell'Associated Press

Da due settimane, la Casa Bianca impedisce ai reporter dell'AP di accedere agli eventi nell'Ufficio Ovale e nella East Room.

Sebbene i loro accrediti stampa non siano stati revocati, i giornalisti dell'agenzia sono stati esclusi dalle aree coperte dal pool di giornalisti della Casa Bianca, il che include anche l'accesso all'Air Force One.

Secondo quanto riportato, il giudice ha stabilito che l'AP non ha dimostrato di aver subito un "danno irreparabile" da questa scelta – requisito necessario per ottenere un'ordinanza restrittiva.

Tuttavia, McFadden ha anche affermato che la decisione della Casa Bianca di prendere di mira una singola organizzazione è "problematica".

Il giudice ha inoltre avvertito il governo che i precedenti giuridici sull'accesso della stampa "sono uniformemente sfavorevoli alla Casa Bianca", suggerendo all'amministrazione di riconsiderare la propria posizione.

La battaglia legale

L'AP ha presentato un esposto legale venerdì, sostenendo che l'esclusione rappresenta una ritorsione per il rifiuto dell'organizzazione di adottare la nuova denominazione voluta da Trump.

L'agenzia ha argomentato che il presidente sta cercando di imporre la propria decisione in violazione del Primo Emendamento.

L'Associated Press ha richiesto, perciò, un'ordinanza restrittiva temporanea che avrebbe immediatamente ripristinato l'accesso agli eventi del pool mentre il caso è pendente.

In risposta, il Dipartimento di Giustizia ha sostenuto che all'AP non è stato impedito di coprire gli eventi della Casa Bianca poiché i suoi reporter possono fare affidamento sui resoconti di altri membri del pool.

Tradizionalmente, l'Associazione dei Corrispondenti della Casa Bianca determina l'assegnazione del pool, che ha sempre incluso almeno un reporter e un fotografo dell'AP tra i suoi 13 membri.

Nel contestare l'ordinanza restrittiva, gli avvocati del Dipartimento di Giustizia hanno argomentato che il presidente può scegliere a chi concedere accesso speciale.

"Così come il Presidente non è tenuto a concedere interviste personali a tutti i giornalisti che lo richiedono, il Presidente ha la discrezionalità di decidere chi avrà accesso mediatico speciale a eventi esclusivi all'interno dell'Ufficio Ovale".

Il Dipartimento di Giustizia ha inoltre sostenuto che l'AP viene trattata come la maggioranza delle testate giornalistiche che seguono la Casa Bianca, le quali non partecipano al pool.

Reazioni contrastanti

La Casa Bianca ha prontamente risposto alla decisione del giudice con un comunicato proclamando "vittoria contro l'Associated Press".

"Come abbiamo detto fin dall'inizio, porre domande al Presidente degli Stati Uniti nell'Ufficio Ovale e a bordo dell'Air Force One è un privilegio concesso ai giornalisti, non un diritto legale".

Quindi ha aggiunto:

"Sosteniamo la nostra decisione di ritenere le Fake News responsabili delle loro menzogne, mentre il presidente Trump continuerà a garantire un livello di accesso senza precedenti alla stampa. Questa è l'Amministrazione più trasparente della storia."

L'AP, dal canto suo, ha affermato che continuerà a contestare la decisione. Queste le parole della portavoce di AP Lauren Easton:

"Attendiamo con interesse la nostra prossima udienza del 20 marzo, dove continueremo a difendere il diritto della stampa e del pubblico di parlare liberamente senza ritorsioni governative. Questa è una libertà fondamentale americana."

L'origine della controversia

La disputa ha avuto inizio il 20 gennaio, quando Trump ha emesso un ordine esecutivo per rinominare il Golfo del Messico come "Golfo d'America".

L'AP ha rifiutato di adottare questa nuova denominazione nelle sue linee guida, osservando che gli altri Paesi che si affacciano sul Golfo non hanno accettato il cambiamento e che è stato riconosciuto come Golfo del Messico per 400 anni.

"L'Associated Press continuerà a utilizzare il nome originale, pur riconoscendo il nuovo nome scelto da Trump", ha dichiarato l'agenzia.

"In quanto agenzia di stampa globale che diffonde notizie in tutto il mondo, l'AP deve garantire che i nomi dei luoghi e la geografia siano facilmente riconoscibili per tutti."

Questa decisione ha irritato parecchio la Casa Bianca. Il 14 febbraio, Taylor Budowich, vice capo dello staff della Casa Bianca, ha scritto su X che l'AP aveva scelto di ignorare il "nome geografico legale" del Golfo.

"Questa decisione non è solo divisiva, ma espone anche l'impegno dell'Associated Press per la disinformazione".
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