Un giudice federale blocca l'Amministrazione Trump: Harvard potrà (per ora) mantenere i suoi studenti internazionali

Un tribunale federale ha concesso un'ingiunzione temporanea dopo che il Dipartimento per la Sicurezza Interna ha revocato la certificazione dell'università per l'iscrizione di studenti internazionali.

Un giudice federale blocca l'Amministrazione Trump: Harvard potrà (per ora) mantenere i suoi studenti internazionali

Una decisione di un tribunale federale statunitense ha temporaneamente bloccato il tentativo dell'Amministrazione Trump di impedire alla Harvard University di iscrivere o mantenere studenti internazionali. La giudice federale Allison D. Burroughs ha infatti concesso un'ingiunzione restrittiva temporanea, annullando così gli effetti della decisione presa dal Dipartimento per la Sicurezza Interna che ieri aveva revocato la certificazione che consentiva all'università di ammettere e trattenere studenti stranieri.

In base al provvedimento originale del Dipartimento, Harvard non avrebbe più potuto ammettere nuovi studenti internazionali, mentre gli studenti stranieri già iscritti avrebbero dovuto obbligatoriamente trasferirsi altrove o perdere il loro status di immigrati legali negli Stati Uniti. Con l'ingiunzione concessa da Burroughs, invece, gli studenti internazionali attualmente iscritti potranno continuare a frequentare l'università senza perdere la loro regolarità giuridica.

L'udienza successiva sul caso è prevista già per la prossima settimana, in cui si discuterà ulteriormente del merito della vicenda.

Le ragioni della denuncia di Harvard

Harvard University aveva intentato oggi una causa contro l'Amministrazione Trump presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti del Massachusetts, reagendo così immediatamente alla decisione della Casa Bianca di revocare la certificazione per il programma dedicato agli studenti internazionali, lo Student and Exchange Visitor Program.

Nella sua denuncia, Harvard sostiene che l'azione dell'Amministrazione Trump viola direttamente i diritti garantiti dal Primo Emendamento, interferendo con l'autonomia della governance universitaria e minando significativamente le sue capacità operative. Secondo quanto riportato, la revoca avrebbe potenzialmente eliminato circa un quarto del corpo studentesco dell'università, composto da studenti internazionali.

"Con un colpo di penna, il governo ha cercato di cancellare un quarto del corpo studentesco di Harvard, studenti internazionali che contribuiscono significativamente all’Università e alla sua missione", si legge nella denuncia presentata dall'ateneo.

L'Università, inoltre, accusa esplicitamente il governo di "chiara rappresaglia" per non aver accettato le richieste avanzate dalla Task Force dell'Amministrazione Trump contro l'antisemitismo. Queste riforme avrebbero comportato limitazioni significative nell'autonomia decisionale dell'ateneo in materia di ammissioni, assunzioni e gestione interna della facoltà.

La risposta dell'Amministrazione Trump

L'Amministrazione Trump, attraverso la portavoce del Dipartimento per la sicurezza interna Tricia McLaughlin, ha ribadito che iscrivere studenti internazionali è "un privilegio, non un diritto", e ha definito la causa legale di Harvard come un tentativo di "indebolire i poteri costituzionalmente conferiti al presidente". La portavoce ha inoltre sostenuto che l'Amministrazione Trump intende ripristinare "il buon senso nel sistema di visti per studenti".

Anche Abigail Jackson, una delle portavoci della Casa Bianca, ha reagito negativamente duramente alla causa promossa dall'Università, accusando Harvard di non aver garantito un ambiente sicuro nel campus. Jackson ha affermato che se Harvard si fosse impegnata maggiormente per contrastare presunti elementi "anti-americani, antisemiti e pro-terroristi", non si sarebbe trovata nella situazione attuale.

La decisione dell'Amministrazione Trump è stata fortemente criticata anche all’interno dell'ateneo. Il comitato editoriale del giornale universitario The Crimson ha denunciato il fatto che gli studenti stranieri completamente estranei alle ragioni politiche della disputa, rischiano di perdere tutto ciò che hanno costruito sinora frequentando Harvard.

"Nella sua faida in corso con Harvard, Trump ha deciso che i 6.000 studenti internazionali di Harvard sono danni collaterali accettabili", ha scritto il comitato. "Hanno studiato nell'istituzione più famosa d'America. Senza loro colpa, potrebbero ora andarsene perdendo tutto".

Un conflitto più ampio

La causa legale presentata oggi non è isolata, anzi rappresenta il secondo scontro giuridico significativo tra Harvard e l'Amministrazione Trump nell'ultimo periodo. Il mese scorso, infatti, l'Università aveva già citato in giudizio il governo federale per recuperare più di due miliardi di dollari in finanziamenti per la ricerca, sottratti dopo che Harvard aveva rifiutato di conformarsi alle riforme proposte dalla Task Force.

Il presidente di Harvard, Alan M. Garber, ha definito l'azione del governo "illegittima e ingiustificata", sottolineando come essa metta a repentaglio non solo il futuro di migliaia di studenti dell'ateneo, ma rappresenti anche un pericoloso precedente per tutte le università statunitensi.

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