Un americano su cinque vorrebbe che il proprio Stato si separasse dagli Stati Uniti per unirsi al Canada

Secondo un nuovo sondaggio Leger, il 20% degli americani desidererebbe che il proprio stato si separasse dall’Unione per diventare parte del Canada, mentre crescono le tensioni tra i due Paesi vicini.

Un americano su cinque vorrebbe che il proprio Stato si separasse dagli Stati Uniti per unirsi al Canada

Un americano su cinque vorrebbe che il proprio stato lasciasse gli Stati Uniti per unirsi al Canada.

È quanto emerge da un recente sondaggio Leger riportato da Newsweek, condotto in un momento di forti tensioni tra i due Paesi nordamericani.

Secondo i risultati, il 20% degli americani intervistati ha espresso il desiderio che il proprio Stato si distacchi dagli USA per diventare parte del Canada.

Al contrario, soltanto il 9% dei canadesi ritiene possibile che il proprio Paese possa un giorno unirsi agli Stati Uniti.

Nonostante questi risultati riflettano un certo malcontento tra alcuni cittadini statunitensi riguardo alla direzione intrapresa dal loro Paese, è importante ricordare che, ai sensi del Quattordicesimo Emendamento, gli Stati non hanno il diritto legale di secedere dall’Unione.

Inoltre, la cittadinanza americana non decadrebbe neppure nel caso in cui si vivesse in un territorio che decidesse unilateralmente di separarsi.

L’indagine, svolta dal 21 al 24 marzo 2025 su un campione di circa 1.600 canadesi e 1.000 americani, rivela anche che solo il 35% degli americani intervistati sostiene i dazi imposti dal presidente Trump sulle importazioni canadesi.

Al contempo, circa due terzi degli intervistati hanno espresso timori riguardo a un possibile aumento dei prezzi dei generi alimentari come conseguenza di queste politiche protezionistiche.

Questi risultati si collocano all’interno di un contesto diplomatico difficile, acuito dalle recenti decisioni del presidente Donald Trump, che ha introdotto nuovi dazi sulle importazioni dal Canada.

In una recente dichiarazione, Trump ha sostenuto che il Canada sarebbe “destinato a diventare il 51° Stato” poiché, a suo dire, gli Stati Uniti lo sovvenzionano con “200 miliardi di dollari all’anno”.

Questa cifra è significativamente superiore al deficit commerciale reale tra USA e Canada, che nel 2024 ammontava a 63,3 miliardi di dollari, secondo l’Ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti.

La risposta canadese non si è fatta attendere: il primo ministro canadese Mark Carney ha dichiarato che la “vecchia relazione” tra Canada e Stati Uniti è ormai terminata, e che il suo Paese lavorerà per “ridurre drasticamente” la propria dipendenza economica dagli Stati Uniti.

Durante una conferenza stampa tenutasi giovedì, Carney ha affermato:

“La nostra sfida più grande come Paese sta diventando sempre più urgente. Nei prossimi mesi e anni dovremo ripensare profondamente la nostra economia. È essenziale assicurare che il Canada abbia successo in un mondo drasticamente cambiato. La vecchia relazione con gli Stati Uniti, basata sull’integrazione economica e sulla cooperazione militare e di sicurezza, si è ormai conclusa.”

Le ripercussioni di queste tensioni si stanno già manifestando concretamente.

Dopo l’imposizione dei nuovi dazi, le prenotazioni di voli dal Canada verso gli Stati Uniti sono diminuite di oltre il 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, fino almeno alla fine di settembre.

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