Ultimatum di Netanyahu, Hamas deve liberare gli ostaggi entro sabato o riprenderà la guerra
Il primo ministro israeliano minaccia la ripresa dei combattimenti se gli ostaggi non verranno liberati entro sabato. Anche Trump chiede il rilascio immediato di tutti i 76 prigionieri.

La tregua tra Israele e Hamas rischia di interrompersi bruscamente già questo fine settimana.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato, infatti, che Israele porrà fine al cessate il fuoco e riprenderà la guerra a Gaza se Hamas non libererà gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno.
La nuova crisi sugli ostaggi a Gaza
La crisi è esplosa quando Hamas ha annunciato lunedì di voler rinviare a tempo indeterminato il rilascio di 3 ostaggi previsto per questo weekend, accusando Israele di aver violato l'accordo di cessate il fuoco firmato a gennaio.
Il presidente Trump è poi intervenuto a gamba tesa sulla questione dichiarando che la tregua dovrebbe terminare se Hamas non rilascerà tutti i 76 ostaggi ancora in suo possesso - una richiesta che va ben oltre quanto stabilito nell'accordo attuale.
"If all of the hostages aren't released by Saturday at 12:00...cancel it [hostage deal] and all bets are off. Let hell breakout...all of them...Saturday at 12:000 and after that, all hell is going to breakout." President Trump issues an ultimatum for Hamas! pic.twitter.com/iGX3mzOgHu
— John Spencer (@SpencerGuard) February 11, 2025
Netanyahu, pur facendo riferimento alle dichiarazioni di Trump, non le ha esplicitamente appoggiate né ha specificato quanti ostaggi si aspetta vengano liberati sabato.
Fonti israeliane riferiscono ad Axios che Netanyahu non sta chiedendo il rilascio di tutti i 76 ostaggi entro sabato, ed è disposto a continuare l'implementazione della prima fase dell'accordo se Hamas libererà i 3 ostaggi previsti come concordato.
9 ostaggi ancora in vita dovrebbero essere rilasciati in totale nelle prossime tre settimane come parte della prima fase, insieme ai resti di 8 ostaggi deceduti.
La posizione di Hamas e le tensioni diplomatiche
Hamas ha risposto alle dichiarazioni di Netanyahu sottolineando che rispetterà l'accordo di cessate il fuoco finché anche Israele lo farà.
Il gruppo terrorista accusa, infatti, Israele di non aver mantenuto le promesse, attribuendogli la responsabilità di eventuali cambiamenti o ritardi nell'accordo.
In particolare, Hamas denuncia ritardi nel ritorno degli sfollati palestinesi nel nord di Gaza, bombardamenti in diverse aree della Striscia e rallentamenti nell'ingresso di tende e case mobili per i palestinesi che hanno perso le loro abitazioni.
Israele ha respinto la maggior parte delle accuse di Hamas, sottolineando di non essere responsabile del ritardo nella fornitura delle case mobili.
Il controverso piano di Trump e le reazioni internazionali
Nel frattempo l'incontro con Re Abdullah II di Giordania alla Casa Bianca, Trump ha ribadito il suo piano di "riassetto di Gaza", evidenziando che gli Stati Uniti e i loro alleati nella regione decideranno "insieme" dove ricollocare i palestinesi.
Il presidente ha suggerito che Giordania ed Egitto dovrebbero ciascuno cedere una porzione di territorio per il reinsediamento dei palestinesi di Gaza, affermando con ottimismo che "al 99% troveremo un accordo con l'Egitto", nonostante Il Cairo si opponga fermamente al piano.
Re Abdullah ha annunciato a sta volta che la Giordania accoglierà 2.000 bambini palestinesi da Gaza per cure mediche, una proposta accolta con favore da Trump.
Jordan's King Abdullah II announced in a joint appearance with President Trump that Jordan will accept 2,000 sick children from Gaza "as quickly as possible." Trump called the offer a “beautiful gesture” and said he believed “99%” that something could be worked out with Egypt.… pic.twitter.com/60MGhlsctu
— CBS News (@CBSNews) February 11, 2025
Il sovrano Giordano ha inoltre riferito che Giordania, Egitto, Arabia Saudita e altri Paesi arabi si consulteranno presto per rispondere al piano di Trump per preparare una proposta alternativa per la ricostruzione di Gaza.
Dopo l'incontro, tuttavia, il re ha pubblicato su X che la Giordania si oppone allo spostamento dei palestinesi, sottolineando che questa è la posizione araba unificata.
“La ricostruzione di Gaza, senza costringere i palestinesi allo spostamento e affrontando al contempo la grave crisi umanitaria, dovrebbe essere la priorità di tutti”.
I reiterated Jordan’s steadfast position against the displacement of Palestinians in Gaza and the West Bank. This is the unified Arab position. Rebuilding Gaza without displacing the Palestinians and addressing the dire humanitarian situation should be the priority for all.
— عبدالله بن الحسين (@KingAbdullahII) February 11, 2025