Tsunami nel Pacifico: evacuazioni alle Hawaii, allerta in California

Un terremoto di magnitudo 8,8 al largo della Kamčatka ha innescato allarmi tsunami in tutto il Pacifico. Hawaii evacuate, onde fino a tre metri attese in Giappone e California, chiusi porti e spiagge mentre proseguono i controlli sui danni in Russia.

Tsunami nel Pacifico: evacuazioni alle Hawaii, allerta in California
U.S. Tsunami Warning System

Un terremoto di magnitudo 8,8 ha colpito nella serata di martedì il Nord Pacifico, al largo della costa russa della Kamčatka, provocando una vasta allerta tsunami. Onde fino a tre metri sono attese su diverse coste del Pacifico, con ordini di evacuazione già attivi nelle Hawaii, in Alaska, in Giappone e in alcune zone della California. L’epicentro del sisma è stato individuato a circa 78 miglia a est-sudest di Petropavlovsk-Kamčatskij, Russia, alll'1:24 del mattino in Italia, secondo l’U.S. Geological Survey (USGS).

Il sisma, che potrebbe essere il sesto più potente mai registrato, ha generato onde che viaggiano attraverso l’Oceano Pacifico a grande velocità. Il governatore delle Hawaii, Josh Green, ha dichiarato lo stato di emergenza e ordinato l’evacuazione delle aree costiere: “Prendete questa situazione seriamente,” ha avvertito, ricordando che il fenomeno non è paragonabile a un’onda normale ma a una massa d’acqua capace di travolgere chiunque resti sulla linea di costa. Le prime onde, alte circa un metro all’altezza di Midway Atoll, sono attese sulle isole hawaiane a breve. Si temono interruzioni della corrente elettrica e della pressione idrica dopo il passaggio del tsunami.

Sirene e allarmi telefonici sono stati attivati in tutto l’arcipelago. A Honolulu, Maui e Big Island sono stati diramati messaggi che invitano a spostarsi verso zone elevate: “Siete in pericolo. Muovetevi verso l’interno o in quota adesso,” recita un avviso. Le strade verso le montagne sono congestionate dal traffico, mentre i porti e l’aeroporto di Hilo sono stati chiusi per precauzione. Anche le navi commerciali e da crociera hanno lasciato i porti per dirigersi verso acque profonde, considerate più sicure.

In California, il National Weather Service ha emesso un’allerta per un tratto di 100 miglia di costa nel nord dello stato, tra Cape Mendocino e il confine con l’Oregon. Crescent City, una cittadina di meno di 7.000 abitanti con una lunga storia di tsunami (32 eventi registrati dal 1933), potrebbe essere raggiunta da onde fino a 5 piedi (1,5 metri). Qui è in corso l’evacuazione della flotta di pesca commerciale, mentre le autorità locali raccomandano di evitare spiagge, porti e moli. Nel resto della costa occidentale degli Stati Uniti, compresi San Francisco e il litorale meridionale, è in vigore un tsunami advisory con onde più basse, ma accompagnate da correnti potenzialmente pericolose.

In Alaska, l’allerta riguarda soprattutto la catena di isole vulcaniche del Pacifico settentrionale, abitate da circa 8.200 persone. In Giappone, i servizi di emergenza stimano onde fino a tre metri lungo la costa del Pacifico. I dipendenti della centrale nucleare di Fukushima Daiichi sono stati evacuati dalle aree più basse dell’impianto, ancora segnato dal disastro del 2011. Un traghetto che collega Honshu a Hokkaido è stato sospeso, mentre l’emittente NHK continua a trasmettere avvisi alla popolazione. L’allerta tsunami è stata estesa anche al Sud America, con il Cile che prevede onde alte fino a tre metri.

Nella Kamčatka e nelle isole Curili la situazione è grave. Le autorità russe hanno disposto l’evacuazione di 2.400 residenti a Severo-Kurilsk, dove video diffusi sui social mostrano interi quartieri invasi dall’acqua. Paramushir e Shumshu, due delle isole Curili, sono anch’esse sotto allerta. A Petropavlovsk-Kamčatskij, il crollo della facciata di un asilo vuoto ha confermato la forza del sisma, anche se al momento non si registrano vittime. Il governatore di Sakhalin, Valery Limarenko, ha dichiarato lo stato di emergenza e segnalato allagamenti in un porto e in una fabbrica di lavorazione del pesce.

Gli esperti ricordano che l’energia sprigionata da un terremoto cresce esponenzialmente con la magnitudo: un sisma di 8,8 libera circa 31,6 volte più energia di un 7,8. L’USGS stima che i danni economici in Russia possano ammontare a decine di miliardi di dollari. Il terremoto del 2011 in Giappone, di magnitudo 9,1, fu circa 2,8 volte più potente di quello attuale e provocò oltre 15.000 vittime. I cinque più forti terremoti mai registrati comprendono Valdivia (Cile, 1960, magnitudo 9,5), Alaska (1964, 9,2), Sumatra (2004, 9,1), Tohoku (Giappone, 2011, 9,1) e Kamčatka (Russia, 1952, 9,0).

La regione della Kamčatka fa parte del cosiddetto “Ring of Fire”, una fascia di intensa attività sismica e vulcanica che circonda il Pacifico e comprende alcune delle faglie più pericolose al mondo, come la San Andreas in California e la Nankai Trough in Giappone. Con oltre 100 vulcani attivi, la penisola russa è una delle aree più sensibili del pianeta agli eventi tettonici.

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