Trump: "Zelensky pronto a rinunciare alla Crimea per la pace"

Il presidente americano rivela i dettagli del colloquio avuto con il leader ucraino a margine dei funerali di Papa Francesco.

Trump: "Zelensky pronto a rinunciare alla Crimea per la pace"

Dopo l'incontro avvenuto in Vaticano in occasione dei funerali di Papa Francesco, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si sarebbe mostrato disposto a rinunciare alle rivendicazioni sulla Crimea per favorire un accordo di pace con la Russia. Rispondendo affermativamente alla domanda di un giornalista su questa possibilità, Trump ha affermato che la questione della Crimea è stata effettivamente discussa durante un breve colloquio di 15 minuti con Zelensky.

Secondo Trump, Zelensky è apparso "più calmo" e maggiormente orientato a trovare un compromesso per la fine delle ostilità. Ma questa posizione, se confermata, rappresenterebbe un cambiamento significativo rispetto a quanto affermato dallo stesso Zelensky appena una settimana prima quando il presidente ucraino aveva escluso categoricamente il riconoscimento della Crimea come territorio russo, sottolineando che ciò sarebbe "al di fuori della nostra Costituzione" e ribadendo che "è il nostro territorio, territorio del popolo ucraino".

Le dichiarazioni precedenti di Zelensky avevano avuto ripercussioni immediate sulle dinamiche diplomatiche. In particolare, avevano spinto il Segretario di Stato americano Marco Rubio a rinunciare alla sua partecipazione ai negoziati previsti a Londra tra Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito e Ucraina. L'assenza di Rubio aveva causato l'annullamento della riunione a livello di Ministri degli Esteri. In quell'occasione, Trump aveva criticato pubblicamente Zelensky, affermando che la sua presa di posizione "danneggia molto i negoziati di pace con la Russia".

Il piano di pace proposto dagli Stati Uniti

Il piano di pace illustrato da Trump ai funzionari europei il 17 aprile propone che gli Stati Uniti riconoscano de jure il controllo russo sulla Crimea e de facto sulla regione di Lugansk, nonché su parti delle regioni di Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. In cambio, l'Ucraina riacquisterebbe il controllo della regione di Kharkiv, della centrale idroelettrica di Kakhovka e della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Quest'ultima, tuttavia, verrebbe gestita dagli Stati Uniti.

Ulteriori concessioni previste nel piano includono il diritto dell'Ucraina alla libera navigazione sul fiume Dnepr e il controllo della penisola di Kinburn. Kyiv riceverebbe, inoltre, garanzie di sicurezza significative, mentre Mosca beneficerebbe della revoca delle sanzioni statunitensi in vigore dal 2014. L'accordo contemplerebbe anche la rinuncia dell'Ucraina all'adesione alla NATO, pur mantenendo la possibilità di ingresso nell'Unione Europea. L'Ucraina otterrebbe infine un risarcimento finanziario volto alla ricostruzione post-bellica.

John Kennedy: "Trump deve trasformare la Russia e Putin in cibo per pesci"

Il senatore repubblicano John Kennedy ha, nel frattempo, commentato duramente l'atteggiamento della Russia e le prospettive dei negoziati. Kennedy ha dichiarato che Trump dovrebbe dimostrare al presidente russo Vladimir Putin che l'America è in grado di "trasformare la Russia e lui personalmente in cibo per pesci". Riferendosi agli sviluppi recenti, Kennedy ha accusato Putin di aver violato le promesse fatte a Trump e di aver mostrato una grave mancanza di rispetto verso il presidente americano. Secondo il senatore, per costringere la Russia a impegnarsi seriamente nei negoziati, è necessario "piegarla" e "soffocarla".

Queste dichiarazioni avvengono dopo che Trump ha ribadito pubblicamente l'invito a Putin affinché interrompa gli attacchi contro l'Ucraina e partecipi ai colloqui di pace. In particolare, il presidente ha espresso "forte delusione" per il bombardamento missilistico avvenuto a Kiev il 24 aprile, che ha provocato la morte di 12 persone e il ferimento di altre 87. "Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni. Abbiamo una base per un accordo. Voglio che lo firmi, la smetta con tutto questo e torni semplicemente alla vita normale", ha dichiarato Trump ai giornalisti.

Nonostante le reiterate dichiarazioni di Trump secondo cui Putin sarebbe pronto a negoziare e "vuole la pace", il mese di aprile è stato segnato da una recrudescenza delle ostilità. L'esercito russo ha lanciato tre massicci attacchi contro città ucraine, causando numerose vittime. Tra le città colpite figurano Kryvyi Rih, Sumy e Kyiv, in un contesto che continua a rendere complessa la possibilità di una soluzione diplomatica a breve termine.

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