Trump vuole un nuovo censimento che escluda gli immigrati irregolari
Il presidente ha annunciato un'iniziativa senza precedenti: un censimento nazionale a metà decennio, basato sui dati delle elezioni del 2024, che escluderebbe gli immigrati irregolari. La proposta solleva dubbi legali, tecnici e politici.

Il presidente Donald Trump ha annunciato di aver ordinato l’avvio di un “nuovo e altamente accurato CENSIMENTO”, che sarà fondato sulle “informazioni ottenute dall’elezione presidenziale del 2024”. Lo ha comunicato il 7 agosto con un post su Truth Social, aggiungendo che “le persone che si trovano illegalmente nel nostro Paese NON SARANNO CONTATE NEL CENSIMENTO”.
L’iniziativa rappresenta un netto strappo con la prassi costituzionale. Il censimento è previsto ogni dieci anni e deve contare tutte le persone residenti negli Stati Uniti, indipendentemente dalla cittadinanza o dallo status legale. L’ultimo censimento è stato condotto nel 2020. Nella storia americana non è mai stato realizzato un censimento completo a metà decennio, né uno che escludesse i non cittadini.

I censimenti federali hanno un ruolo centrale nel determinare la rappresentanza politica e la distribuzione delle risorse pubbliche. I dati raccolti definiscono l’attribuzione dei seggi alla Camera dei deputati tramite il processo di apportionment, e indirizzano migliaia di miliardi di dollari in fondi federali, statali e locali. Cambiarne la metodologia, o la composizione demografica delle persone conteggiate, ha implicazioni strutturali.
Trump aveva già tentato di introdurre una domanda sulla cittadinanza nel censimento del 2020, ma la Corte Suprema bloccò l'iniziativa nel 2019 per motivi procedurali. I numeri dell’apportionment storicamente includono tutti i residenti nel Paese, indipendentemente dallo status migratorio. Secondo un’analisi del Pew Research Center pubblicata nel 2020, l’esclusione dei non cittadini potrebbe far perdere seggi alla Camera a diversi stati, tra cui California e Texas.
Il nuovo annuncio rischia di innescare una lunga serie di ostacoli giuridici e operativi. La preparazione del censimento decennale richiede anni di pianificazione. Al momento, l’organizzazione del censimento del 2030 è già in corso. La legge federale prevede inoltre che le domande del censimento siano trasmesse al Congresso almeno due anni prima della data prevista per la rilevazione. Anche ipotizzando che il nuovo conteggio venga effettuato nel 2030, Trump — il cui mandato presidenziale termina nel 2029 — potrebbe comunque influenzare il contenuto del questionario.
Non è chiaro come l’amministrazione intenda realizzare l’esclusione delle persone irregolarmente presenti dal conteggio. Il presidente non ha precisato se intenda rimuoverle solo dai totali dell’apportionment, una misura che solleverebbe comunque questioni legali complesse.
L’annuncio avviene mentre diversi stati sono impegnati in battaglie politiche sulla ridefinizione dei collegi elettorali. Trump ha esortato gli stati a maggioranza repubblicana, come il Texas, a procedere con il gerrymandering per mantenere il controllo della Camera, sostenendo che i Repubblicani “hanno diritto” a quei seggi. I Democratici hanno promesso una risposta equivalente.
Alcuni esponenti del Partito Repubblicano sostengono l’iniziativa. Tra questi, il governatore della Florida Ron DeSantis, che ha definito il censimento 2020 “difettoso” e ha sollecitato la Casa Bianca ad avviare un nuovo conteggio. Il censimento del 2020, realizzato in gran parte sotto la prima amministrazione Trump, fu condizionato dalla pandemia e i risultati furono diffusi solo nel 2021, quando era già in carica il presidente Joe Biden. Quel ritardo compromise i tentativi dell’allora presidente di escludere i non cittadini dai totali usati per l’apportionment.
Il Census Bureau ha riconosciuto nel 2022 che il censimento del 2020 ha probabilmente sottostimato la popolazione nera, ispanica e nativa americana, mentre ha sovrastimato quella bianca e asiatica. Anche se una certa distorsione è fisiologica, la pandemia ne ha amplificato l'entità.
A gennaio 2025 si è dimesso Robert Santos, direttore del Census Bureau nominato da Biden. Ha motivato la scelta con ragioni familiari. Il suo predecessore si era dimesso dopo accuse di pressioni sui funzionari per accelerare un rapporto sul numero di immigrati. Le dimissioni di Santos aprono la strada alla nomina di un nuovo direttore da parte di Trump. Il presidente non ha ancora indicato un candidato, ma la scelta potrebbe essere determinante per la futura direzione dell’agenzia.
L’ipotesi di un censimento straordinario resta dunque altamente controversa. Richiederebbe un enorme sforzo organizzativo, un consistente finanziamento e dovrebbe superare diversi ostacoli normativi. Inoltre, qualsiasi tentativo di modificare il computo delle persone ai fini dell’apportionment o dei fondi federali sarà quasi certamente oggetto di contestazioni legali da parte di governi statali e organizzazioni civili.