Trump vuole tagliare i contratti federali con le aziende tech
Dopo i tagli ai consulenti, l’amministrazione chiede risparmi a dieci fornitori IT. Già revocati oltre 11.000 contratti pubblici per un valore di 33 miliardi di dollari

L’amministrazione Trump ha esteso il proprio programma di revisione della spesa federale, spostando l’attenzione dai contratti di consulenza a quelli delle aziende tecnologiche. Dopo mesi di controlli sulle società di consulenza, il governo ha infatti avviato una nuova fase dell’operazione coinvolgendo dieci fornitori di servizi informatici, tra cui Dell e CDW.
La General Services Administration (GSA) ha inviato una lettera ufficiale a questi fornitori chiedendo di giustificare il valore dei propri contratti e di identificare ambiti in cui sia possibile ridurre i costi. I destinatari sono aziende note come value-added resellers, intermediari che assemblano prodotti e servizi tecnologici per le agenzie federali. Secondo la GSA, l’attuale sistema di approvvigionamento ha generato “maggiorazioni eccessive e costi aumentati per i contribuenti”. La richiesta è chiara: “Questo deve cambiare”.
La lettera è stata firmata da Josh Gruenbaum, commissario del Federal Acquisition Service della GSA, che sta supervisionando il programma di revisione. Le aziende hanno tempo fino all’11 giugno per rispondere. Né Dell né CDW hanno commentato la notizia.
Questa iniziativa fa parte di una più ampia strategia di razionalizzazione degli acquisti pubblici nota come OneGov, che punta a introdurre contratti basati sui risultati e a tagliare le spese superflue. I funzionari federali stanno collaborando con le agenzie per verificare se determinati progetti possano essere svolti dal personale interno, senza fare ricorso a servizi esterni.
“Non dobbiamo esternalizzare tutto e non abbiamo sempre bisogno di prodotti e servizi specializzati su misura”, ha dichiarato Gruenbaum in un’intervista. “La vera questione è: si può cambiare il modo in cui il governo federale fa affari? Pensiamo, senza dubbio, di sì.”
Dall’inizio del 2025, il governo ha cancellato 11.297 contratti in 60 diverse agenzie, generando risparmi complessivi per 33 miliardi di dollari. I tagli hanno interessato un’ampia gamma di servizi, dalla gestione dei progetti all’interno del Dipartimento del Tesoro fino a servizi IT non più ritenuti necessari presso il Dipartimento dell’Istruzione.
La revisione ha già avuto un impatto occupazionale: la società di consulenza Booz Allen ha annunciato la scorsa settimana il taglio di 2.500 posti di lavoro, a seguito delle pressioni dell’amministrazione per contenere la spesa pubblica. Le società di consulenza come Deloitte, Guidehouse e la stessa Booz Allen sono da tempo in contatto con la GSA per rinegoziare e rivedere al ribasso i loro contratti. Secondo una fonte informata, sono già stati revocati 2.809 contratti specifici nel settore della consulenza.
L’intervento attuale rappresenta l’ultima fase di un processo che ha preso avvio con i consulenti e ora investe i fornitori tecnologici. Il presidente Trump ha firmato a metà aprile un ordine esecutivo che invita il governo ad acquistare direttamente prodotti standard dalle aziende produttrici, evitando il più possibile l’intermediazione. La lettera della GSA alle dieci aziende chiede infatti di fornire una dettagliata analisi dei costi e delle maggiorazioni applicate, e di confrontare i prezzi offerti con quelli in vigore nel settore privato.
In quest’ottica, l’amministrazione sta cercando di eliminare i passaggi intermedi, privilegiando l’acquisto diretto di prodotti “off-the-shelf” e cercando di rendere più efficiente il sistema pubblico di approvvigionamento. Secondo Gruenbaum, l’obiettivo è quello di stimolare una trasformazione strutturale: “Possiamo rimodellare il modo in cui opera il governo federale”.