Trump vuole far indagare Beyoncé
Il presidente ha rilanciato su Truth Social un’accusa già smentita: i registri federali confermano che la società di produzione della cantante ha ricevuto solo 165.000 dollari per coprire i costi di un comizio nell’ottobre 2024.

Il presidente Donald Trump ha attaccato Beyoncé, Oprah e Al Sharpton sostenendo, senza fornire prove, che avrebbero ricevuto milioni di dollari per appoggiare Kamala Harris durante la campagna elettorale del 2024. Le accuse, rilanciate domenica su Truth Social, sono state rapidamente smentite dai diretti interessati.
Trump ha affermato che Beyoncé avrebbe incassato un pagamento di 11 milioni di dollari per la sua partecipazione a un comizio a sostegno di Harris nell’ottobre 2024. Tuttavia, i registri federali della campagna indicano che la società di produzione della cantante ha ricevuto 165.000 dollari, una somma destinata a coprire i costi dell’evento e conforme alle disposizioni di legge. Non vi è alcuna evidenza di un pagamento pari alla cifra avanzata dal presidente. Già a febbraio Trump aveva sostenuto che “qualcuno gli aveva mostrato qualcosa” che dimostrava un compenso di 11 milioni di dollari alla cantante.
La madre di Beyoncé, Tina Knowles, aveva già smentito pubblicamente queste voci lo scorso novembre, definendole false e offensive. Su Instagram, Knowles aveva scritto: “È stato segnalato su Instagram come fake news e rimosso. La bugia è che Beyoncé sia stata pagata 10 milioni di dollari per parlare a un comizio di Houston per la vicepresidente Kamala Harris. In realtà Beyoncé non ha ricevuto un centesimo per parlare a quel comizio. Ha pagato di tasca sua i voli per lei e il suo staff, oltre alle spese di trucco e abbigliamento. Non solo mentono e mancano di rispetto a Beyoncé, ma cercano di screditare anche la nostra vicepresidente. Quando finiranno bugie e voci infondate?”.
L’attacco a figure pubbliche e avversari politici non è nuovo per Trump. Già durante il suo primo mandato, nell’agosto 2020, aveva accusato senza fondamento l’ex presidente Barack Obama di “tradimento” e di aver spiato la sua campagna elettorale. La settimana scorsa, Tulsi Gabbard, direttrice dell’intelligence nazionale, ha rilanciato pubblicamente queste accuse contro Obama a nome dell’amministrazione.