Trump vicino a invocare l'Insurrection Act per reprimere le proteste anti-ICE a Los Angeles

Il presidente mobilita Marines e Guardia Nazionale contro le manifestazioni scoppiate dopo i raid anti-immigrazione dell'ICE. Newsom accusa: "Passo verso l'autoritarismo".

Trump vicino a invocare l'Insurrection Act per reprimere le proteste anti-ICE a Los Angeles
Fonte: account X dell'U.S. Northern Command

Il presidente Donald Trump si avvicina sempre più all'invocazione dell'Insurrection Act del 1807, una delle misure di emergenza più estreme a disposizione del presidente americano, per reprimere le proteste esplose a Los Angeles contro i raid anti-immigrazione della sua amministrazione. Trump ha già infranto decenni di precedenti federalizzando la Guardia Nazionale della California senza il consenso dello Stato, e ora sta segnalando apertamente la sua disponibilità a ricorrere alla legge che permette il dispiegamento di truppe sul suolo statunitense per reprimere disordini interni.

"Le persone che stanno causando il problema sono agitatori professionisti. Sono insurrezionalisti", ha dichiarato Trump ai giornalisti ieri, lasciando intendere la sua volontà di invocare la controversa legge. Il presidente ha anche suggerito che il governatore della California Gavin Newsom dovrebbe essere arrestato.

L'escalation in corso

Più di 700 Marines sono stati mobilitati per rispondere alle proteste di Los Angeles, unendosi a circa 4.000 membri della Guardia Nazionale. Senza invocare l'Insurrection Act, tuttavia, la missione delle truppe è legalmente limitata alla protezione di agenti e proprietà federali. Il dispiegamento dei Marines rappresenta, comunque, già un'escalation senza precedenti nei tempi moderni, che ha ulteriormente inasprito le tensioni con i funzionari statali californiani.

Le proteste sono scoppiate dopo che i raid dell'Immigration and Customs Enforcement (ICE) hanno portato a più di 100 arresti nell'area di Los Angeles. I manifestanti hanno bloccato autostrade, incendiato veicoli e si sono scontrati con la polizia, anche se gran parte della vasta metropoli continua a operare normalmente. Le manifestazioni si sono estese ben oltre la California, con proteste anche a Santa Ana, San Francisco, così come Dallas, Houston, Austin e San Antonio in Texas. A New York, la polizia ha arrestato due dozzine di manifestanti che hanno invaso la lobby della Trump Tower.

Lo scontro politico

Il governatore Newsom, che ha intentato una causa contro Trump per annullare l'ordine di federalizzazione della Guardia Nazionale, ha accusato l'Amministrazione Trump di star fabbricando una crisi per militarizzare illegalmente la città. "Questo è un passo inequivocabile verso l'autoritarismo che minaccia le fondamenta della nostra repubblica. Non possiamo permettere che rimanga in piedi", ha scritto Newsom su X.

Dal canto suo, la Casa Bianca vede, invece, nelle proteste un'opportunità politica perfetta per fondere potere, politica e spettacolo. L'immigrazione è il terreno di battaglia preferito di Trump, il suo tema migliore nei sondaggi ed il cuore della sua campagna elettorale del 2024, che prometteva espulsioni di massa a partire dal "primo giorno".

"Il popolo americano ha fatto conoscere la sua opinione sull'agenda sull'immigrazione del presidente, ed è per questo che il presidente Trump è alla Casa Bianca e i democratici hanno perso la presidenza, la Camera e il Senato", ha dichiarato Abigail Jackson, portavoce della Casa Bianca.

Il precedente del 2020

L'Insurrection Act ha da tempo un posto di rilievo nella mente di Trump e dei suoi alleati conservatori. Nell'estate del 2020, mentre Trump si infuriava privatamente per le proteste nazionali del movimento Black Lives Matter, gli assistenti della Casa Bianca stavano già preparando una proclamazione per inviare migliaia di truppe in servizio attivo nelle strade. Trump alla fine fu dissuaso dal farlo dal generale Mark Milley, l'allora capo di Stato Maggiore delle Forze Armate statunitensi, e dal Segretario alla Difesa Mark Esper, ma ha pubblicamente espresso rammarico per non aver agito con maggiore forza.

I principali supporter di Trump, inclusi gli architetti della roadmap di estrema destra "Project 2025", hanno in vari momenti chiesto l'uso dell'Insurrection Act per proteggere il confine, prevenire le proteste del giorno dell'inaugurazione e persino sovvertire le elezioni del 2020.

La strategia politica

Per l'amministrazione Trump, le proteste di Los Angeles rappresentano anche un'opportunità per fare pressione sui repubblicani titubanti al Congresso affinché sostengano la sua "One Big Beautiful Bill" (BBB). Un alto consigliere della Casa Bianca ha dichiarato:

"Vediamo le rivolte di Los Angeles cariche di opportunità politiche, in quanto si tratta di una battaglia tra ciò che i repubblicani dicono di volere contro la sinistra radicale e i manifestanti che sventolano la bandiera messicana davanti ad auto in fiamme - e i democratici che li sostengono".

Andrew Kolvet, portavoce di Turning Point USA, una voce importante nel campo trumpiano, ha affermato che le proteste sono "il miglior marketing di sempre per la BBB" e hanno "portato in primo piano la natura critica dell'aumento dei finanziamenti per il confine e l'applicazione delle leggi sull'immigrazione".

Tom Cotton, presidente della Conferenza repubblicana del Senato, ha inviato tre punti di discussione ai suoi colleghi repubblicani, enfatizzando il ruolo di Newsom e dei manifestanti violenti. Cotton ha anche pubblicato su X l'immagine di un manifestante mascherato che sventola una bandiera messicana sopra un'auto vandalizzata con fiamme sullo sfondo.

Le questioni costituzionali

Rimane però aperta la questione costituzionale su se Trump abbia il potere di federalizzare la Guardia Nazionale della California quando il suo governatore si oppone. Come già riportato, Newsom ha intentato causa per bloccare l'azione. Sebbene il contesto sia drammaticamente diverso, esistono però precedenti storici: nel 1968, il presidente Lyndon Johnson richiamò la Guardia nonostante l'opposizione del governatore dell'Alabama George Wallace per far rispettare le leggi sui diritti civili.

Inoltre, non tutti i repubblicani sono convinti dalla strategia di Trump. Il deputato del Kentucky Thomas Massie, uno dei pochi voti contrari repubblicani alla Camera sul BBB il mese scorso, continua a opporsi al disegno di legge a causa dei suoi deficit e delle politiche che favoriscono le deduzioni fiscali statali e locali che beneficiano particolarmente gli Stati democratici. "La 'One Big Beautiful Bill' in realtà premia le politiche fallimentari del governatore Newsom con un regalo di 100 miliardi di dollari alla California sotto forma di maggiori deduzioni SALT", ha dichiarato Massie.

Il senatore democratico californiano Alex Padilla ha invece accusato i repubblicani di "cercare di voler togliere l'assistenza sanitaria a milioni di americani per dare agevolazioni fiscali ai miliardari", sostenendo che Trump sta "fabbricando una crisi, demonizzando gli immigrati con estremismo crescente, crudeltà e disprezzo per la legge".

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