Trump valuta una riduzione dei dazi per Canada e Messico a partire da domani
Il Segretario al Commercio Lutnick rivela trattative in corso dopo l'entrata in vigore dei dazi del 25% sui beni importati da Canada e Messico.

L'Amministrazione Trump potrebbe annunciare già domani un percorso per ridurre i dazi sui beni messicani e canadesi coperti dall'accordo di libero scambio nordamericano, secondo quanto dichiarato oggi dal Segretario al Commercio Howard Lutnick.
"Sia i messicani che i canadesi sono stati al telefono con me tutto il giorno cercando di dimostrare che faranno meglio, e il presidente li sta ascoltando, perché sapete che è molto, molto giusto e molto ragionevole", ha affermato Lutnick in un'intervista a Fox Business.
Il Segretario ha aggiunto che Trump sta lavorando a una soluzione con i due Paesi confinanti: "Non si tratterà di una pausa, nessuna di quelle cose, ma penso che troverà una formula: voi fate qualcosa di più e io vi verrò incontro in qualche modo, e probabilmente lo annunceremo domani".
#BREAKING - US Commerce Secretary Howard Lutnick on Fox Business: “The President is listening” “I think he’s going to work something out” “Somewhere in the middle will likely be the outcome, the President moving with the Canadians and Mexicans, but not all the way” pic.twitter.com/cINdTOqElQ
— Richard Southern (@RichardCityNews) March 4, 2025
Questa apertura arriva dopo che oggi sono entrati in vigore i dazi del 25% su Canada e Messico, in quello che appare come un significativo inasprimento delle tensioni commerciali globali.
L'annuncio iniziale dei dazi ha avuto un impatto immediato sui mercati, con le valute di Canada e Messico che hanno subito un calo significativo.
Le dichiarazioni di Lutnick suggeriscono che l'Amministrazione Trump potrebbe essere disposta ora a moderare la sua posizione iniziale, a condizione che Canada e Messico offrano concessioni.
Non è però ancora chiaro quali potrebbero essere queste concessioni o come verrebbe strutturato un eventuale alleggerimento dei dazi.
I mercati finanziari hanno reagito negativamente alle tensioni commerciali in corso, con un calo dell'indice azionario che ha cancellato circa 3,4 mila miliardi di dollari di capitalizzazione dal rally post-elettorale che aveva seguito l'elezione di Trump.
Gli investitori temono infatti che una guerra commerciale generalizzata possa danneggiare la crescita economica globale e provocare pressioni inflazionistiche.