Trump valuta nuove sanzioni contro Mosca dopo il più grande attacco missilistico russo all'Ucraina
Il presidente americano minaccia anche di abbandonare i negoziati di pace mentre Putin intensifica gli attacchi. Intanto sono già stati rimossi i limiti occidentali all'uso delle armi fornite a Kyiv contro obiettivi in territorio russo.

Il presidente Donald Trump sta valutando l'imposizione di nuove sanzioni contro la Russia già questa settimana, sempre più frustrato dagli attacchi continui di Vladimir Putin all'Ucraina e dal lento avanzamento dei colloqui di pace. Secondo fonti vicine al presidente citate dal Wall Street Journal (WSJ), le restrizioni probabilmente non includerebbero sanzioni bancarie, ma altri strumenti di pressione per spingere Mosca a un cessate il fuoco di 30 giorni sostenuto dall'Ucraina che la Russia ha a lungo rifiutato.
Trump ha già confermato domenica di star "assolutamente" considerando nuove sanzioni contro la Russia. "Sta uccidendo molte persone", ha dichiarato riferendosi a Putin. "Non so cosa gli sia preso. Che diavolo gli è successo?"
Allo stesso tempo, il presidente americano starebbe anche considerando di abbandonare del tutto i negoziati di pace se un ultimo tentativo non dovesse funzionare - un cambiamento notevole per chi aveva promesso in campagna elettorale di porre fine al conflitto già nel suo primo giorno di mandato. Non è però chiaro se in tal caso gli Stati Uniti continuerebbero a fornire supporto militare all'Ucraina.
L'escalation militare
Poche ore dopo le dichiarazioni di Trump, la Russia ha lanciato il suo più grande attacco missilistico di sempre contro l'Ucraina nella notte tra domenica e lunedì. L'aeronautica ucraina ha riferito che Mosca ha lanciato più di 350 droni esplosivi e almeno nove missili cruise, caratterizzando gli attacchi come rappresaglia per i bombardamenti ucraini in territorio russo.
Parallelamente, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha annunciato lunedì che Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito non imporranno più restrizioni di raggio d'azione sull'uso delle armi fornite all'Ucraina, permettendole così di colpire obiettivi militari più in profondità nel territorio russo. L'Amministrazione Biden si era precedentemente opposta, temendo un'escalation del conflitto.
Il cambio di posizione
Trump era entrato in carica credendo di poter migliorare i rapporti con la Russia grazie alla sua relazione personale con Putin. Nei primi mesi ha alternato considerazioni su nuove sanzioni e parole dure a proposte di ridurre le barriere commerciali ed aprire la Russia agli investimenti americani.
La retorica di domenica è stata però particolarmente dura e sintomo di un cambiamento di posizione che sta maturando sempre di più:
"Lo conosco da molto tempo, sono sempre andato d'accordo con lui, ma sta lanciando missili contro le città ucraine e uccidendo persone e non mi piace affatto. Siamo nel mezzo dei colloqui e lui sta lanciando missili su Kyiv ed altre città".
Secondo William Taylor, ex Ambasciatore americano in Ucraina, "sembra da questi commenti che il presidente Trump stia finalmente capendo chi è il presidente Putin. La domanda è: sarà sufficiente per intraprendere alcuni passi, per imporre alcune sanzioni?"
Tre fattori hanno influenzato il pensiero di Trump e frenato l’imposizione di nuove sanzioni fino ad ora, secondo funzionari della Casa Bianca che ne hanno parlato al WSJ. Il primo è la sua antipatia per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che Trump ritiene spinga per le sanzioni nonostante abbia accettato un cessate il fuoco.
Trump credeva anche che ulteriori sanzioni non avrebbero frenato la capacità bellica russa ma avrebbero solo ostacolato i futuri legami economici. Infine, Trump credeva che Putin avrebbe posto fine alla guerra come favore personale nei suoi confronti, ma l'intransigenza del leader russo ha inasprito la sua visione, specialmente dopo una telefonata la settimana scorsa in cui Putin ha rifiutato il cessate il fuoco.
Una storia che si ripete?
Trump si trova ora su una strada già familiare per i suoi predecessori. George W. Bush nel 2001 disse di aver "guardato Putin negli occhi" e percepito che era "molto diretto e affidabile", salvo poi vedere la Russia invadere la Georgia. Barack Obama cercò un "reset" nel 2009, per poi assistere all'annessione della Crimea nel 2014.
Durante la prima Amministrazione Trump, la Russia continuò a sostenere gli attacchi separatisti in Ucraina, mentre Trump fornì armi a Kyiv per la prima volta. Nella più recente campagna elettorale, Trump aveva ripetutamente affermato che la Russia non avrebbe invaso l'Ucraina se fosse stato in carica e che avrebbe potuto fermare rapidamente i combattimenti.
"Il presidente Trump è stato chiaro nel voler vedere un accordo di pace negoziato", ha commentato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. "Il presidente Trump ha anche saggiamente tenuto tutte le opzioni sul tavolo."
Intanto, anche il Senato americano sta aumentando la pressione sulla Russia. I senatori Lindsey Graham e Richard Blumenthal hanno presentato una proposta di legge per imporre nuove durissime sanzioni e dazi secondari elevati (fino al 500%) sui Paesi che acquistano petrolio, gas e uranio russi, ottenendo il sostegno di oltre 80 colleghi.