Trump valuta la sospensione dell’habeas corpus per contrastare l’immigrazione
Stephen Miller: “Un’opzione che stiamo attivamente considerando”. Al centro della questione, i ricorsi giudiziari che bloccano i rimpatri degli immigrati

L’amministrazione Trump sta valutando la possibilità di sospendere l’habeas corpus per affrontare l’immigrazione irregolare. Lo ha dichiarato Stephen Miller, vice capo dello staff per le politiche della Casa Bianca, rispondendo venerdì a una domanda dei giornalisti sull’eventualità che il presidente Donald Trump stia prendendo in considerazione la sospensione di questo principio giuridico fondamentale.
“Il privilegio del writ di habeas corpus può essere sospeso in tempo di invasione”, ha affermato Miller, richiamandosi alla Costituzione statunitense, che definisce l’habeas corpus come un diritto fondamentale sospendibile solo in circostanze eccezionali. “Quindi, direi che è un’opzione che stiamo attivamente considerando”.
Secondo quanto riportato da CNBC, Miller ha precisato che la decisione finale dipenderà dall’atteggiamento dei tribunali. In particolare, ha affermato che tutto “dipende dal fatto che i tribunali facciano o meno la cosa giusta”, lasciando intendere che, secondo la Casa Bianca, “la cosa giusta” sarebbe evitare di bloccare i rimpatri di immigrati privi di documenti anche nei casi in cui questi si appellano al writ di habeas corpus.
L’habeas corpus è un principio di lunga tradizione, codificato per la prima volta nella Magna Carta del 1215. Il documento, firmato da Re Giovanni d’Inghilterra, stabiliva che “nessun uomo sarà arrestato o imprigionato [...] se non per il legittimo giudizio dei suoi pari e per la legge del paese”. In base a questo principio, ogni persona detenuta ha il diritto di contestare davanti a un giudice la legalità della propria detenzione.
La Casa Bianca motiva l’eventuale sospensione del principio costituzionale evocando una situazione di “invasione”, termine utilizzato da Miller per descrivere l’afflusso di migranti irregolari. È lo stesso linguaggio già impiegato dall’amministrazione Trump per giustificare altre misure straordinarie, come l’imposizione di elevati dazi su Cina, Canada e Messico senza previa autorizzazione del Congresso, invocando un’emergenza nazionale legata all’ingresso negli Stati Uniti del fentanyl, potente oppioide ritenuto responsabile di una crisi sanitaria diffusa.
Attualmente, diverse cause civili pendenti contestano il rimpatrio di immigrati irregolari sulla base dell’habeas corpus. In uno di questi casi, il dottor Badar Khan, studioso presso la Georgetown University, sta impugnando la costituzionalità del proprio arresto e della propria detenzione.
L’amministrazione Trump ha manifestato ripetutamente la propria insofferenza nei confronti delle ordinanze giudiziarie che ostacolano i rimpatri rapidi, inclusi quelli riguardanti individui sospettati di appartenere a bande criminali. Miller ha ribadito che, secondo l’esecutivo, il Congresso ha già ristretto l’autorità dei tribunali federali in materia di immigrazione tramite la Legge sull’Immigrazione e la Nazionalità.
“I tribunali non sono solo in guerra con il ramo esecutivo, i tribunali sono in guerra, questi giudici radicali fuori controllo, anche con il ramo legislativo”, ha dichiarato Miller, denunciando un presunto eccesso di potere da parte della magistratura. “Tutto ciò influenzerà le scelte che il presidente alla fine farà”.